Afghanistan: la guerra infinita L’Italia aumenta il suo contingente

Quello in Afghanistan si avvia a diventare il più lungo conflitto moderno e non c’è motivo di pensare a una fine a breve termine (nel vertice Nato tenutosi a Varsavia il 7 luglio 2016 è stato deciso il prolungamento della missione almeno fino al 2020, con un contributo annuo all’esercito di Kabul di 4 milioni di $). Il 1° gennaio 2015 la missione ISAF è stata sostituita dalla Resolute Support

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Turchia: quale repressione dopo il golpe

Epurazioni di stato, arresti, violenze, persecuzioni contro i curdi: questo il primo bilancio del dopo golpe La stretta autoritaria in Turchia è cominciata da tempo. Fino al 2009 arresti e repressione hanno riguardato principalmente i vertici dell’esercito, generali, capi di stato maggiore, con cui Erdogan ha pareggiato i conti (nel 98-99, quando era sindaco di Istanbul fu arrestato e imprigionato, in conseguenza del colpo di stato soft contro il governo

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Lo scontro fra feroci bande della borghesia turca

Più di 260 morti e 1440 feriti bastano a dare la misura della ferocia dello scontro in atto in Turchia. Ed è lo stesso Erdogan a definire i protagonisti della resa dei conti: lui e il suo governo, l’esercito, il movimento di Gulen. Cioè tre frazioni della borghesia turca che in vario modo si sono alleate o contrapposte negli ultimi quattordici anni di storia turca. Non c’è nessun fronte “democratico”

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Né divise né Corano, indipendenza del proletariato!

Un nuovo pronunciamento militare ha cercato inutilmente di rovesciare il governo di Recep Tayyp Erdogan. Nel giro di poche ore, i reparti golpisti che avevano occupato diversi punti chiave a Istanbul, Ankara e Smirne si sono poi ritirati, pressati dall’azione delle forze di polizia, dei militari leali al governo, della gente scesa nelle strade per contrastare il colpo di stato; verso le 2 del mattino la Casa Bianca si è

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Nizza e Baghdad

Ancora decine di morti per terrorismo in terra di Francia, falciati tra la folla da un terrorismo che fa leva sull’odio razziale e nazionale e il fanatismo religioso, usati per deviare un malessere sociale in funzione degli interessi di una frazione revanchista della borghesia sunnita… Gli ottantaquattro e più morti di Nizza sono i nostri morti, in gran parte proletari e figli di proletari, come i 295 morti ammazzati a

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Il sangue e la riforma educativa messicana

La strage di Nochixtlán del 19 giugno ha portato alla ribalta internazionale lo scontro in atto tra la Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación (CNTE) e il Governo centrale messicano, il cui ramo dell’Istruzione (Secretaría de Educación Pública, SEP, presieduta da Aurelio Nuño), sta tentando d’introdurre la riforma educativa. Nove i civili, tra aderenti e sostenitori della CNTE, sono rimasti uccisi nell’attacco di un reparto della Polizia Federale contro

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Rapporto Chilcot: atto d’accusa contro gli imperialismi. E in Iraq il massacro continua.

Non avevamo bisogno di leggere il Rapporto Chilcot per sapere che Blair e i suoi consiglieri si inventarono le “armi di distruzione di massa” per scatenare la guerra all’Iraq del 2003, e non ne aveva avuto bisogno il milione e più di persone che il 25 febbraio 2003 manifestarono per le strade di Londra contro la guerra, inascoltate dal governo inglese. La verità storica emerge 13 anni dopo, quando non

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Dalla Puglia alla Calabria: la nostra lotta non si ferma!

I lavoratori immigrati possono essere una risorsa per il movimento operaio, la loro lotta e il loro coraggio un esempio anche per i lavoratori italiani. Lo dimostrano le lotte in corso nelle campagne del Sud Italia. Pubblichiamo la lettera di denuncia delle condizioni di vita e di lavoro contro le quali stanno combattendo. Ieri 30 giugno le strade di Bari e di San Ferdinando si sono riempite ancora una volta

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