Alla TNT di Teverola vengono finalmente riconosciuti gli istituti contrattuali al 100% Vincere si può, con la lotta!

Pubblichiamo di seguito il comunicato del SI COBAS di Napoli e Caserta sulla vertenza dei facchini dello stabilimento TNT di Teverola(CE)
Il 12 maggio, TNT e il Consorzio di cooperative Gesco Centro dopo oltre tre mesi di trattativa hanno firmato il testo di accordo in cui vengono recepite interamente le richieste del SI-Cobas, ossia il pagamento ai lavoratori della cooperativa Log-Out operante a Teverola e Casoria delle indennità di malattia e infortunio, del ticket mensa a 5,29 euro a partire da ottobre 2014, e soprattutto il pagamento degli istituti contrattuali al 100% sia sulle ore effettivamente lavorate (da maggio 2014), sia su quelle non lavorate ma previste dal contratto (a partire da luglio).

 

teverola

 

Si tratta di un importante vittoria per tutti i lavoratori Log-Out: già a partire da questo mese essi riceveranno consistenti aumenti in busta paga (almeno 60 euro derivanti dal ticket mensa a cui vanno aggiunti gli incrementi derivanti dal pagamento degli istituti al 100%), mentre da ottobre si ritroveranno tra i 100 e 150 euro di incremento salariale complessivo su base mensile.

 

 

Quello conseguito ieri è un risultato in netta controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza dei luoghi di lavoro, dove licenziamenti e attacchi ai salari sono oramai la norma, ma è altresì una conquista che si ricollega alla generale avanzata dei lavoratori sul terreno delle conquiste contrattuali e salariali nel comparto della logistica e più in particolare in TNT: l’accordo strappato a Napoli, infatti, segue di alcuni giorni accordi analoghi firmati nei magazzini in cui il SI-Cobas è il sindacato maggiormente rappresentativo (Bologna, Piacenza, Milano, ecc.), e segue di poche ore l’intesa siglata nei magazzini di Roma con lo stesso consorzio Gesco Centro.

 

 

Si è trattato di una trattativa lunga e complicata, per varie ragioni:

 

 

1) Il SI-Cobas si è costituito alla TNT di Teverola solo lo scorso febbraio, in un contesto già segnato da pesanti attacchi portati avanti dai padroni sia sul versante occupazionale sia su quello salariale: la precedente cooperativa del gruppo Gesco Centro (Server Coop.) cui erano stati per 3 anni appaltati i lavori di facchinaggio per conto di TNT, aveva a fine gennaio chiuso le attività, sospendendo 21 lavoratori e attivando per questi ultimi la procedura di CIGS, e il fatto che gran parte di questi lavoratori fossero migranti ed erano già in contatto da alcune settimane col SI-Cobas probabilmente non è stata una pura casualità… Per contro, anche coloro (circa 100 tra i magazzini di Teverola e Casoria) che sono stati assunti nella nuova cooperativa Log-Out hanno visto peggiorare in maniera significativa la loro condizione, col taglio di ore di lavoro (tutti i full-time sono stati passati a 6 ore) e conseguente abbassamento del salario. Il tutto ovviamente, con il beneplacito e tanto di firma di CGIL-CISL-UIL…

 

2) In un tale contesto, in cui prevaleva tra i lavoratori l’incertezza, la sfiducia e la paura, non è stato affatto facile far comprendere a questi ultimi che bisognava alzare la testa e non rinchiudersi in un orizzonte di mera difesa dell’esistente. Dopo anni e anni di arretramenti, ristrutturazioni aziendali e di accordi bidone firmati dai confederali, era naturale che gli operai non nutrissero alcuna fiducia nella possibilità di migliorare la loro condizione. In quest’ottica, è stato ancor più difficile fronteggiare le divisioni operate da TNT e Gesco e tenere unito il fronte dei cassintegrati (oramai privi di alcun legame contrattuale con la nuova cooperativa) con chi, entrando in Log-Out, si considerava quasi un “miracolato” poiché aveva “salvato il posto di lavoro”.

 

 

 

Una breve cronistoria di quattro mesi di lotta

 

La controparte, forte di quest’opera di divisione e di indebolimento del fronte operaio, aveva però sottovalutato la combattività e la disponibilità alla lotta messa in campo dai cassintegrati.

 

Lo scorso 4 febbraio ha infatti costituito alla TNT di Teverola e Casoria un vero e proprio giro di boa: il picchetto ai cancelli di Teverola portato avanti dai 21 cassintegrati, che ha portato al blocco totale del traffico merci per oltre 5 ore, ha rappresentato un chiaro ed inequivocabile monito anche per chi era rimasto al lavoro: “i diritti non ce li regala nessuno: si conquistano con la lotta”.

 

Solo a seguito di quest’azione, inaspettata per la controparte, si è avuto modo di giungere alla convocazione lo scorso 11 febbraio di un tavolo di trattativa a Roma con TNT e Gesco, nel corso del quale il SI-Cobas ha posto con forza in primo luogo la necessità di tutelare da subito i cassintegrati chiedendo l’anticipo da parte di TNT delle mensilità di CIGS qualora questa non fosse stata attivata in tempi brevi della Regione Campania, in secondo luogo di continuare a far pressione per il reintegro a salario pieno di tutti i cassintegrati, infine la rivendicazione per tutti i dipendenti Log-Out della mensa a 5,29 euro nonché il pagamento al 100% degli istituti contrattuali sulle ore previste dal contratto.

 

 

In questi 3 mesi Gesco e Tnt hanno cercato in tutti i modi di prendere tempo lamentando come di consueto perdite d’esercizio e difficoltà finanziarie, ma alla fine, già il mese scorso e dietro la minaccia di nuovi blocchi dei magazzini, esse hanno dovuto cedere alla richiesta di anticipo della prima mensilità di CIGS per i cassintegrati che ne hanno fatto richiesta.

 

La vertenza in Log-Out su mensa ed istituti ha invece messo a nudo la subalternità di CGIL-CISL-UIL e la contiguità di queste ultime con gli interessi padronali: i confederali, che sino a quel momento erano stati a guardare, nel bel mezzo della trattativa sono corsi a firmare un accordo-fotocopia rispetto al testo presentato dal SI-Cobas, dal quale veniva tuttavia furbescamente stralciato il punto in cui si chiedeva il pagamento degli istituti al 100% su tutte le ore previste dal contratto.

 

Ciò è l’ennesima dimostrazione del ruolo dei confederali: fin quando hanno il monopolio della rappresentanza nei luoghi di lavoro fanno da appendice ai padroni, firmando di tutto, dai licenziamenti alle casse integrazioni passando per il taglio netto dei salari in busta paga; quando invece vengono incalzati dalla mobilitazione dal basso e dalla presenza di un’organizzazione sindacale combattiva quale il SI-Cobas, provano a giocare d’anticipo da un lato per salvare la faccia e non perdere iscritti, dall’altro nel tentativo di rendere la pillola meno amara ai padroni con cui vanno a braccetto.

 

L’accordo “zoppo” firmato da Cgil-Cisl-Uil ha infatti avuto come unico esito quello di permettere a Gesco e Tnt di mettere in campo un astuto gioco delle tre carte, al punto che nel penultimo incontro svoltosi presso i magazzini di Teverola lo scorso 28 aprile, il rappresentante della consorziata Log-Out si dichiarava indisponibile ad apportare modifiche all’intesa con Cgil-Cisl-Uil in quanto queste ultime rappresentavano le sigle maggiormente rappresentative…

 

 

Ancora una volta, per far breccia nel muro sapientemente costruito da Tnt, Gesco e confederali, il SI-Cobas ha dovuto usare l’unica arma che ha a disposizione: la forza e la determinazione dei lavoratori, i quali all’alba di giovedì 8 maggio, di fronte all’ennesimo tentativo da parte di TNT di prendere tempo rispetto agli impegni assunti nazionalmente, hanno deciso di bloccare e picchettare gli ingressi del magazzino di Teverola coordinandosi con i lavoratori dei magazzini di Roma che poche ore prima a Fiano Romano avevano bloccato il loro magazzino.

 

Durante l’iniziativa, cui hanno preso parte decine di solidali, è stato srotolato uno striscione in solidarietà ai facchini Ikea di Piacenza, proprio in quelle ore caricati brutalmente dalla polizia per aver preso parte ad un picchetto indetto dal SI-Cobas.

 

Solo dopo oltre un’ora di blocco del transito merci è giunto l’ok di Gesco e TNT a sottoscrivere l’accordo integrativo, il quale è stato definitivamente ufficializzato nell’incontro di ieri.

 

 

Un esempio per tutto il fronte operaio

 

Pensiamo che questa piccola ma importante lotta possa offrire qualche indicazione utile a tutto il fronte di classe e allo stesso sindacalismo combattivo.

 

In primo luogo, l’esperienza dei lavoratori delle cooperative TNT dimostra che è possibile strappare avanzamenti concreti sul versante salariale anche in un contesto di crisi generale come quello attuale, purchè il sindacalismo di classe non si attesti su posizioni di mera difesa dagli attacchi padronali. Troppe volte, infatti, anche all’interno dei sindacati “extraconfederali”, viene fatta passare tra i lavoratori la logica secondo cui “prima si difendono i posti di lavoro, e poi si può pensare a tutelare i livelli salariali”. Questa logica porta spesso all’esito di accettare (seppur “ob torto collo”) le logiche di ristrutturazione padronali, o addirittura a firmare accordi (vedi i cosiddetti “contratti di solidarietà”) in cui si accetta di falcidiare i salari pur di “salvare i posti di lavoro”. Si tratta di una logica che porta, passo dopo passo, verso la sconfitta sia sul fronte salariale che su quello occupazionale.

 

In secondo luogo, la lotta di Teverola conferma come solo col protagonismo diretto e la mobilitazione dei lavoratori, fuori da ogni logica di divisione operata ad arte dai padroni tra occupati e cassintegrati, part-time e full-time, italiani e stranieri, è possibile piegare e mettere in crisi i piani di attacco ai salari.

 

La lotta di questi mesi, sulla scia delle mobilitazioni che su tutto il territorio nazionale stanno vedendo in prima fila migliaia di operai della logistica, ci spinge con ancor più determinazione a proseguire la battaglia per i diritti e il salario pieno.

 

 

 

Solo la lotta paga

 

 

Napoli, 13/5/14

 

SI-Cobas di Napoli e Caserta