Contro la repressione del governo spagnolo, per il diritto di autodeterminazione dei catalani

Come comunisti siamo contro ogni forma di nazionalismo nei paesi capitalistici sviluppati, perché siamo per l’internazionalismo dei lavoratori, ma siamo anche contro ogni forma di oppressione nazionale su minoranze etniche, linguistiche, religiose e per il diritto di autodeterminazione di queste minoranze.

Per questo denunciamo la brutale repressione dello Stato spagnolo – oltre 760 i feriti mentre scriviamo – per impedire lo svolgimento del referendum catalano, per impedire che la popolazione scelga se restare nella Spagna (monarchica) o formare una repubblica indipendente.

Non siamo interni alla situazione e non abbiamo elementi sufficienti per esprimere giudizi a favore o contro l’indipendenza catalana dal nostro punto di vista, che è quello di classe dei lavoratori e dei proletari in generale (non si tratta certo di una situazione di aperta oppressione nazionale come avviene per molte altre popolazioni nel mondo), ma ci esprimiamo con decisione per il diritto della popolazione catalana a determinare la propria organizzazione statale.

La repressione dello Stato spagnolo tramite la polizia nazionale ottiene il risultato di rafforzare i sentimenti anti-spagnoli in Catalogna (la cui popolazione non è mai stata chiamata a scegliere se unirsi ai castigliani dopo che furono da essi sconfitti nel 1714; durante la guerra civile spagnola la Catalogna fu la roccaforte della rivoluzione e della resistenza a Franco).

Dentro la Spagna un nuovo Stato catalano – che non sarà meno dominato dalla borghesia – le condizioni del proletariato della Catalogna potranno essere difese solo con la lotta indipendente dei lavoratori contro i padroni e il loro Stato. Tuttavia le possibilità di una lotta indipendente saranno maggiori una volta che il proletariato si sarà emancipato dalle illusioni che le proprie condizioni di sfruttamento e insicurezza siano dovute allo Stato spagnolo e possano essere risolte con l’indipendenza.