CORONAVIRUS, complotto e interessi

Anche in occasione della attuale crisi sanitario-sociale ed economica prodotta dal “nuovo” virus circolano varie teorie complottiste. Benché, ad oggi, non ci sia alcuna prova che il Covid 19 sia nato in un laboratorio, si assiste a vari tentativi di utilizzarlo per avvantaggiarsene politicamente.

Nella contesa USA-Cina, Trump lo chiama il “virus cinese”, i cinesi gli attribuiscono un’origine americana. In Italia a livello popolare entrambe le tesi trovano una loro audience, a seconda delle simpatie internazionali. E su questo fanno leva alcuni rappresentanti politici, per rafforzare il sostegno alla linea filo-americana, piuttosto che a quella filo-cinese. Sostegno cioè ad una linea imperialista rispetto ad un’altra. D’altra parte da decenni, in modo altalenante, i governi italiani, dei vari colori – su spinta delle diverse frazioni del capitale in base ai loro rispettivi interessi economici – tengono il piede in più scarpe, USA da una parte, Russia, ed ora anche Cina dall’altra. Per la vicenda Coronavirus è emblematica la dichiarazione di Salvini, sulla sua pagina Facebook: “Pazzesco! I cinesi creano super-coronavirus con pipistrelli e topi!!!”

Alcune precisazioni per affrontare in modo razionale il tema “complotto”.

Parlare di italiani, cinesi, americani o francesi equivale a utilizzare concetti sociologici fuorvianti, scorretti, perché vengono messe nello stesso calderone le classi dominanti e quelle dominate, sfruttate, emarginate, proprio quelle su cui maggiormente si riversano i costi umani ed economici della epidemia.

Se complotto dovesse esserci, si tratterebbe semmai di complotto di un imperialismo contro un altro. In Italia la tesi complottistica che ha maggiore sostegno nella sinistra è quella anti-americana. Si tratterebbe dunque dell’imperialismo americano contro quello cinese, in sintesi di un altro modo utilizzato (in questo caso) dal governo americano, Pentagono, agenzie varie e laboratori tecnico-scientifici per contenere l’ascesa politico-economica del rivale cinese.

La ricerca scientifica, e soprattutto la sua applicazione, dipendono in tutto e per tutto dai finanziamenti che i vari stati capitalistici le accordano, e anche dagli obiettivi che questi stati si pongono.

Perciò, sono ovvie le sue priorità, vedi bomba H, che milioni di morti ha causato… gas nervini, armi biologiche, ma anche gli F-35 e via dicendo, prodotti della scienza capitalista messi al sevizio della guerra che ogni stato, o gruppi di stati, conducono per la supremazia mondiale, prioritaria a qualsiasi bisogno umano, vita compresa.

Oltre all’elaborazione di ricerche scientifiche direttamente utili alla guerra con le armi, viene usata da tutti gli stati anche l’arma dell’informazione. L’utilizzo di questa arma è ampiamente documentato nelle due Grandi guerre mondiali, ed è dimostrato anche per le guerre regionali oggi in corso in tutto il mondo. Ognuna delle parti presenta la propria verità…

Non si può escludere l’utilizzo della “informazione di parte”/fake news o come vogliamo chiamarla, né per Ebola né per Covid19 o altre epidemie-pandemie. Come possiamo noi comuni cittadini scoprire la “vera verità” dell’origine di queste infezioni, a parte ricordare la storia di epidemie molto più distruttive dei secoli scorsi, ma anche dell’inscindibile legame uomo-natura con l’interazione tra i due fattori, in positivo e in negativo?

Al di là dell’origine, umana o “naturale” di questa pandemia – la quale evidentemente anche se “ingegnerizzata” sarebbe sfuggita dalle mani dello “apprendista stregone” americano o cinese, visto che dopo la Cina si sta diffondendo anche negli USA – ciò che è indiscutibile è che:

  1. Se è il frutto di un Complotto, non fa che confermare che il sistema capitalistico è disumano, anti-umano anzi. Mette il profitto al primo posto davanti alla vita. E anti-umano è, sia se parliamo di imperialismo USA, che cinese, o italiano, e compagnia bella.
  2. La risposta all’epidemia, anche da parte dello stato italiano, è stata tardiva, molto tardiva e con ciò criminale. Non fermare immediatamente i luoghi di produzione per motivi di perdite economiche ha comportato la diffusione del virus, e ingenti colpevoli perdite umane. Un ritardo che si aggiunge alle precedenti scelte di pesanti tagli alla sanità pubblica e al sostegno a quella privata.

Per concludere, l’esercizio intellettuale su complotto o non complotto porta a ben poco, se non a schierare anche la classe internazionale dei lavoratori – gli uni contro gli altri: italiani, contro americani, o cinesi, o pinco-palliniani, e viceversa.

E questo “cui prodest”, a chi serve? Basta rispondere a questa domanda e la tesi complottista la buttiamo nel cestino.