Novità editoriale: Gli “Arditi del popolo”, il PCdI e la questione della lotta armata (1921-1922)

Nel 1921 si intensifica l’attacco fascista al proletariato italiano ed alle sue istituzioni.

Sorge allora la prima organizzazione antifascista combattente: gli Arditi del Popolo.
Nasce per iniziativa di un gruppo di Arditi di guerra, ma vi aderiscono in tutt’Italia gruppi di proletari di varia provenienza politica che si uniscono dal basso con l’intento di rispondere al fascismo sul suo stesso terreno.

Per un attimo, il movimento sembra poter mutare i rapporti di forza. Poi – sotto i colpi della repressione statale – si eclissa.

Ma la repressione non spiega tutto. Un altro fattore entra in gioco: le organizzazioni “sovversive”, eccetto gli anarchici e i sindacalisti-rivoluzionari, decidono di staccare dagli Arditi del Popolo i propri militanti. Il PSI per firmare con i fascisti il vergognoso “patto di pacificazione”, il partito comunista per costituire una propria esclusiva milizia.

Se, per quanto riguarda i socialisti, ciò è spiegabile con il carattere opportunista del loro partito, paradossale appare l’astensione del PCdI da una genuina esperienza proletaria di lotta armata, attitudine avversata da molti comunisti di base.

Questo libro vuol contribuire a svelare l’enigma che si cela dietro quella scelta della direzione comunista, e a dimostrare che solo coinvolgendo le masse l’armamento del proletariato può essere vincente.

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