Nanterre archetipo delle banlieues

La Nanterre delle bidonvilles La Nanterre delle bidonvilles non c’è più. Fu smantellata dalle ruspe nei primi anni ‘70, ma per vent’anni fu una delle riserve di manodopera della Parigi del secondo dopoguerra, quella della Citroen e della Renault. A metà degli anni ‘50 in Île de France vivevano più della metà degli algerini e dei nord-africani immigrati nel paese (nota 1). Delle bidonvilles di Nanterre parlò nel 1995, tre

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LA LEZIONE DELLE PERIFERIE FRANCESI IN FIAMME

Dal 27 giugno, giorno dell’uccisione del 17enne Nahel da parte della polizia francese, le periferie francesi sono in fiamme. Decine di migliaia di giovani e meno giovani delle banlieues sono scesi in strada ad esprimere il loro dolore, la loro rabbia e il loro rancore per le discriminazioni di cui gli immigrati di prima, seconda, e terza generazione sono oggetto, odio contro le classi abbienti che li guardano e trattano

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Putin sceso a patti con il “traditore” Prigozhin

Poteva succedere nell’antica Roma. Mentre il grosso dell’esercito è impegnato in una difficile guerra di conquista, un generale con la sua legione prende il controllo di Roma. O nella Cina dei Signori della guerra. Stava per succedere sabato nella Russia dove non si muove foglia che Putin (e i suoi servizi) non voglia. E Putin è dovuto venire a patti con il cuoco-generale Evgenij Prigozhin, sua creatura, perché sabato 23

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A Tunisi ipocrisie e trattative a spese di lavoratori e immigrati

La partita nord africana nel contesto internazionale Può sembrare strano ma per capire cosa è successo durante il viaggio in Tunisia di Meloni, Von der Leyen e Rutte, occorre riferirsi alla guerra in Ucraina. Con questa guerra, gli Stati Uniti sono riusciti, almeno temporaneamente, a incidere sui rapporti tra Europa occidentale (Germania in testa) e Russia, sventando il rischio della formazione di un blocco eurasiatico. Ma ciò ha spinto gli

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BERLUSCONI, BERLUSCONISMO, BERLUSCONISTI

La morte di Silvio Berlusconi ha mandato in onda il solito, vomitevole, falso e interessato teatrino italiano composto da una maggioranza di “pro” ed una – solo per l’occasione – ridotta minoranza di “anti”. Entrambi gli schieramenti sono abbarbicati sul “personaggio” Berlusconi: sia da parte di chi lo ritiene uno dei più grandi e “longevi” statisti della storia d’Italia; sia da parte di chi fa risalire al suo operato l’origine

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Stellantis, dalla Francia un saluto di lotta internazionalista contro l’aziendalismo

Nel 2022 Stellantis, nata nel 2020 dalla fusione tra FCA (FIAT Chrysler) e PSA (Peugeot-Citroen), ha venduto oltre 6 milioni di autoveicoli e realizzato un utile netto di 16,8 miliardi di euro, pari a oltre 61.000 euro per ognuno degli oltre 272 mila dipendenti! Ogni mese ogni lavoratore ha prodotto 5.000 euro di profitti! Il doppio del salario lordo di un lavoratore italiano… Marx lo chiamava “sfruttamento”, il capo di

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Milano, 11 giugno, Assemblea internazionalista contro la guerra in Ucraina

Milano, 11 Giugno 2023Auditorium Teresa Sarti StradaViale Ca’ Granda 19ore 10.30 – 17.30 Milano, 11 giugno, Assemblea per rilanciare l’iniziativa di classe, internazionalista contro la guerra imperialista in Ucraina – FC, FGC, Iskra, TIR La guerra in atto tra il blocco USA-NATO-UE e Federazione Russa nel territorio ucraino conosce una continua escalation dagli esiti imprevedibili. Sul campo, centinaia di migliaia di soldati combattono un conflitto sanguinosissimo, con una terribile distruzione

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Relazione 1° giugno, Milano: la lotta antifascista e il CLN

Dopo il “vuoto di potere” seguito all’8 settembre ’43 e la formazione dei primi gruppi partigiani, il movimento popolare di opposizione alla guerra e di resistenza al nazi-fascismo viene incanalato nel patriottismo. I partiti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) indirizzano la lotta sociale e politica non contro le classi dominanti nel loro complesso, ma solo contro “l’invasore”, il “tedesco”, ed i suoi sgherri fascisti. In questo modo i sacrifici

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L’Ucraina, Eldorado dell’industria della morte

Abbiamo sostenuto che la guerra in Ucraina è una guerra imperialista per lo sfruttamento della classe lavoratrice e delle risorse naturali ucraine. La rapina era già in corso da anni, con i capitali occidentali ad occupare spazi ceduti dai gruppi capitalistici russi – e ucraini – in difficoltà. La Germania aveva tenuto una posizione attendista, non volendo guastare i rapporti con la Russia, principale fornitrice di energia e acquirente di

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