Resistenza di classe, anticapitalista e internazionalista

 

Oggi scendere in piazza nell’anniversario della lotta contro il fascismo ha un senso solo se si coglie la sua anima anticapitalista, fatta propria da quei proletari che si sacrificarono per abolire le disuguaglianze e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

La nostra “Resistenza” oggi: è quella contro questo governo gialloverde, che ha varato il “Decreto Sicurezza” che sulla falsariga del “democratico” Minniti abolisce la protezione umanitaria per i profughi (trasformandoli in clandestini a disposizione dei caporali), promette galera fino a 4 anni per gli occupanti di case (case popolari lasciate VUOTE!) e multe di migliaia di euro per blocco stradale (contro i picchetti degli scioperanti e le proteste radicali): un’escalation repressiva non solo contro stranieri, ma contro tutti i lavoratori che non si rassegnano a subire in silenzio. Mentre Salvini strizza l’occhio ai fascisti.

La nostra Resistenza è contro la crescente precarizzazione promossa dalle leggi – dal Jobs Act di Renzi al Decreto Dignità al Reddito di Cittadinanza di Di Maio – che mettono i lavoratori sotto il ricatto: subire sfruttamento e salario di fame oppure licenziamento e perdita del sostentamento, contro i licenziamenti, per la riduzione d’orario a parità di salario per lavorare meno, lavorare tutti, per il salario medio garantito.

La nostra Resistenza è quella contro l’imperialismo italiano e il suo governo, tra i protagonisti del conflitto in Libia dove tra Haftar, Sarraj e centinaia di bande armate si combatte una guerra per procura tra Francia-Arabia-Emirati-Egitto-Russia (con appoggio di Trump!) contro Italia-Turchia-Qatar, per il petrolio e per la conquista dell’Africa centrale, con centinaia di morti, migliaia di feriti, decine di migliaia di sfollati, tra libici, immigrati e migranti sottoposti questi a detenzione, vessazioni fino alla tortura. Contro il governo dei porti chiusi che ancora nei primi mesi dell’anno ha aggiunto al suo libro nero la morte in mare di altre 400 persone in fuga da miseria persecuzioni e guerre.

La vera Resistenza si combatte nei luoghi di lavoro e nei quartieri, nei territori contro le diverse forme di sfruttamento e dominio del capitale; contro la repressione padronale che colpisce chi lotta con centinaia di licenziamenti alla Toncar, alla DHL, alla SDA e TNT, contro le centinaia di denunce padronali e delle questure ai danni di chi sciopera, di chi occupa una casa vuota non avendo i mezzi per pagare un affitto “di mercato”, di chi protesta a difesa dell’ambiente, contro le condanne di Tribunali sempre più attenti agli interessi del capitale; e contro la reazione che vuole la sottomissione della donna relegata dentro le mura domestiche.

La nostra resistenza è anche la lotta internazionalista contro ogni forma di nazionalismo che squilla le sue trombe sulle note del sovranismo di destra e di sinistra in vista delle elezioni europee, così come contro l’europeismo asservito al grande capitale: non “noi” italiani contro “loro” francesi, tedeschi, americani, russi o cinesi, ma “noi proletari” di ogni paese e di ogni continente contro “loro sfruttatori” borghesi di casa nostra e del mondo intero.

Per questo partecipiamo e chiamiamo tutti a partecipare il Primo Maggio, giornata di lotta internazionale dei lavoratori, al

CORTEO INTERNAZIONALISTA

indetto dal SI Cobas
a Milano, da Piazza XXIV MAGGIO (Porta Genova)
ore 14:00

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