Il primo maggio non è una festa di gala, è un giorno di lotta!

Mentre le telecamere italiane riprendevano preparativi e spettacolo di un’inutile e costosa manifestazione promozionale per artisti milionari, mentre i “sindacalisti” elevavano tardive e deboli proteste contro una legge contro il lavoro, nominata fantasiosamente Job Act, perché l’inglese fa moda non solo nelle canzoni e così nessuno capisce il significato, in altri paesi dove il gioco si fa duro i proletari sono scesi in campo, per un 1° maggio di protesta

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I disoccupati sempre più stritolati dalla crisi si cominciano a organizzare

Mentre il nuovo ciarlatano che governa l’Italia sta piazzando la sua bufala sui presunti ottanta euro da distribuire ai lavoratori a basso reddito, le condizioni materiali dei salariati, dei pensionati e dei disoccupati precipitano sempre più in basso. I cortigiani che applaudono il nuovo “salvatore della patria” da giornali e televisioni poco si curano di rendere note le enormi sofferenze delle famiglie proletarie che non riescono più a tirare avanti.

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