Il non voto della Lombardia

BREVE RICOSTRUZIONE DELLE REGIONALI 2023 IN LOMBARDIA utilizzando i dati e non le fanfaluche: il “popolo” ha sfiduciato tutti, compreso Fontana. Diamogli fiducia nella lotta! I giornali di martedì esaltavano la vittoria del centrodestra e interpretavano il voto come una conferma dell’approvazione dell’operato della Meloni. Una chiara menzogna banalizzatrice. In Lombardia avevano diritto a votare 8 milioni di persone, 128 mila in più che nel 2018. Bianche e nulle sono

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LULA NON RECIDE LE RADICI PROFONDE DEL BOLSONARISMO

Le elezioni in Brasile hanno confermato già dal primo turno la corsa a destra del paese e un maggior radicamento istituzionale delle forze reazionarie di estrema destra, sconfessando ogni prognostico. La vittoria di Lula non significa la sconfitta di Bolsonaro e del bolsonarismo. Sia il Senato che la Camera sono in mano alla destra di Bolsonaro. Il Senato viene occupato da 15 senatori affiliati all’ex presidente, guadagnando il primato come

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Il “pacifismo” peloso del nazionalista Orban

Orban è stato rieletto per un quarto mandato, certo grazie a una legge elettorale scritta a suo vantaggio, certo per il ferreo bavaglio imposto ai media, ma principalmente perché, mentre la maggior parte dei leaders europei ha infilato l’elmetto a fianco della Nato, ha scelto di rifiutare le armi all’Ucraina e di conservare buoni rapporti con la Russia in nome degli interessi specifici dell’Ungheria e per poter continuare impunemente a

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Dove va la Germania? (1)

Alle recenti elezioni in Germania, i Socialdemocratici (SPD) sono risultati il primo partito, con uno scarto risicato di 10 seggi sull’Unione Cristiano-Democratica e la sua alleata Unione Cristiano Sociale (CDU/CSU) cfr. nota 1. Nelle prossime settimane o mesi si dovrà definire una coalizione di almeno tre partiti. I numeri consentono quattro soluzioni (nota 2), ognuna con grandi incognite sia in politica interna che in politica internazionale. Anche molti lavoratori italiani

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Lavoratori bielorussi in movimento

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un secondo articolo di Yurii Colombo, sull’evoluzione degli scioperi e delle proteste operaie in Bielorussia contro il regime. Lavoratori bielorussi in movimento Ieri 16 agosto la situazione ha fatto un balzo in avanti. E lo ha fatto fare lo sciopero generale massiccio dalle fabbriche alla metrò fino ai musicisti della filarmonica. Non solo i lavoratori hanno scioperato ma hanno fatto spesso assemblee dentro le aziende e

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COSA STA ACCADENDO IN BIELORUSSIA

Riproduciamo di seguito la traduzione di un comunicato del raggruppamento ZabastovkaBY (Sciopero), che condividiamo nella sua visione e prospettiva di lotta. Al momento l’intero paese sta protestando. Le autorità hanno usato una quantità di violenza senza precedenti contro manifestanti pacifici e passanti innocenti. Ci sono numerose segnalazioni di torture e detenzioni illegali. Questo ha portato le masse di malcontento nei confronti del regime. I lavoratori si sono sollevati contro la

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Scioperi operai in Bielorussia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo di Yurii Colombosugli scioperi e le proteste operaie in Bielorussia contro il regime. Anche se si tratta di un movimento ancora frammentato e limitato a pochefabbriche, il fatto che gruppi di operai osano manifestare la loroopposizione nonostante la dura repressione, è indicativo di un generalemalcontento che potrà estendersi con l’acuirsi della crisi economica epolitica. Sull’onda dell’indignazione per le elezioni-farsa, un altroreparto del proletariato internazionale

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After May – Il punto sulla Brexit

Solo il 23 luglio sapremo chi sarà primo ministro del Regno Unito al posto di Teresa May. A quella data sarà reso noto il referendum postale fra i 160 mila iscritti del Partito conservatore, in cui dovranno scegliere fra i due “finalisti”: Boris Johnson e Jeremy Hunt. Coetanei (55 anni il primo e 53 il secondo), Hunt è diventato Ministro degli Esteri del Regno Unito in seguito alle dimissioni di

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Manifestiamo a Roma il 24

Nel totale silenzio dei media, tutti tesi ad amplificare ogni battuta della sceneggiata elettorale, sabato 24 febbraio il SI Cobas organizza una manifestazione a Roma “Contro sfruttamento, razzismo e repressione! Per un fronte di lotta anticapitalista!” motivando che “Le conquiste e i diritti si strappano con la lotta; in sua assenza il voto non può che portare illusioni e delusioni”. Nella piattaforma di lotta, obiettivi economici e politici condivisibili, su

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Venezuela: contro l’impostura del regime dei profittatori e l’opposizione borghese, per il potere proletario

In Venezuela le condizioni dei lavoratori sono drasticamente peggiorate negli ultimi due anni. Un’inflazione del 180% nel 2016, e che punta verso il 700% nel 2017, falcidiando i salari, è l’altra faccia della penuria di generi di consumo nei negozi, del mercato nero per i prodotti scomparsi dagli scaffali, della riduzione del potere di acquisto sotto il minimo vitale per gran parte della popolazione. Mentre un’altra parte si è arricchita

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