Argentina 4. LA CADUTA DI PERON

Venti di crisi Il periodo “glorioso” del governo peronista inizia a declinare agli esordi degli anni ’50 del secolo scorso. Non si può comprendere la crisi che investe il peronismo se non la si riconduce ai mutamenti del ciclo economico del capitale internazionale e all’affermarsi del predominio statunitense in Sudamerica; fenomeni che spiazzano quella “Terza Posizione” di cui Peron si è fatto interprete. J. E. Corradi (Op. cit.) parla del

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Argentina 2. L’ASCESA DI PERON

A seguito della Grande Depressione si apre in Argentina un periodo in cui alle contraddizioni economiche del capitalismo nazionale si va intrecciando una instabilità politica endemica. Nel 1930 i militari provano a prendere in mano la situazione attuando il primo Golpe della storia nazionale (gen.Urriburu). Con scarsi risultati pratici, segnati da frequenti cambi al vertice, da frodi elettorali, se si eccettua la messa a punto di una repressione sistematica anti-operaia

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Argentina 1. L’ARGENTINA PRIMA DI PERON

Gli scioperi operai in Argentina contro il governo ultraliberista e ultramilitarista di Javier Milei (insediatosi neppure due mesi fa), scioperi in cui organizzazioni classiste come il “Polo Obrero” e il “Partido Obrero” svolgono un ruolo importante di opposizione e di mobilitazione di massa, ci spingono a mettere a fuoco una serie di aspetti della storia del capitalismo e del proletariato argentini. Siamo infatti convinti che di fronte ad un attacco

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BERLUSCONI, BERLUSCONISMO, BERLUSCONISTI

La morte di Silvio Berlusconi ha mandato in onda il solito, vomitevole, falso e interessato teatrino italiano composto da una maggioranza di “pro” ed una – solo per l’occasione – ridotta minoranza di “anti”. Entrambi gli schieramenti sono abbarbicati sul “personaggio” Berlusconi: sia da parte di chi lo ritiene uno dei più grandi e “longevi” statisti della storia d’Italia; sia da parte di chi fa risalire al suo operato l’origine

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Il ’populismo assistenziale’ di Bolsonaro

Il presidente brasiliano recupera popolarità grazie a un forte aumento della spesa per la lotta alla povertà. Ma questa politica “sociale” dovrà presto fare i conti con la recessione economica e la scarsità di risorse disponibili oltre che con le pressioni liberiste che arrivano dai suoi alleati.Se di fronte a un possibile ridimensionamento della spesa sociale e all’aumento dello sfruttamento la classe lavoratrice si accontenterà di quel poco che viene

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Pagine Marxiste n. 47 (giugno 2019)

(Editoriale) Giochi torbidi    Governo verde-giallo: populismo per i ricchi Un reddito di… sudditanza La “Sicurezza” dello sfruttamento razzista    Il diritto penale contro le lotte sociali    Un raggio di lotta su Prato    Milano. La guerra ai poveri di Aler    Elezioni Europee: aumenta la cacofonia Austria. FPÖ: da nazi a “populisti” Populismi in Est Europa: il caso Ungheria Donne e famiglia nella partita sovranista Algeria in movimento Sudan in fiamme Novità

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Novità editoriale: Arthur Rosenberg, Il fascismo come movimento di massa

Cari compagni, siamo lieti di comunicarvi l’uscita del libro di Arthur Rosenberg IL FASCISMO COME MOVIMENTO DI MASSA. La sua ascesa e la sua decomposizione (1934), inedito in italiano, pubblicato grazie alla traduzione dal tedesco dei compagni del Circolo Internazionalista Francesco Misiano (editori del testo con PM), condotta sull’edizione originale, firmata Historicus per i tipi della Verlagsanst. Graphia, Karlsbad, 1934, nella collana Probleme des Sozialismus. In Appendice viene pubblicato lo

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Un nuovo presidente per la borghesia francese

  Emmanuel Macron è il nuovo presidente francese, con circa il 43,6% degli aventi diritto (il 66,06% dei votanti) contro la candidata del Front National, Marine Le Pen con il 22,4% degli aventi diritto (33,94% dei votanti). Bianche o nulle sarebbero l’8,96% (12% dei voti espressi). La percentuale degli astenuti è al 25,3%, la più alta dal 1969. Non ha votato il 34% degli elettori 18-24enni; il 32% degli elettori

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Era Trump

È iniziata l’era Trump. Meno tasse per padroni e parassiti, meno welfare e meno diritti sul lavoro per i proletari, protezionismo per riservare il mercato interno alle imprese americane, misure anti-immigrazione per sfruttare ancora più liberamente i 12 milioni di clandestini, più armi per riaffermare la supremazia mondiale USA, alleanza con la Russia contro Cina e Germania, disgregando l’Unione Europea e mettendo in discussione la Nato… Sotto lo slogan “faremo

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