Quirinale: il duo “usato sicuro” al servizio degli interessi della borghesia italiana e degli investitori stranieri

La rielezione di Mattarella e la conseguente conferma del governo Draghi  è stata applaudita dal capitale grande e piccolo, a conferma della perdita di peso del parlamentarismo e dei partiti, a fronte dell’incombente bisogno di ottenere e spartirsi i 235 miliardi del PNRR. Il tutto spettacolarizzata dai media italiani e stranieri. Certo l’Italia non è una Repubblica Presidenziale e il ruolo del Presidente è costituzionalmente circoscritto: è garante della Costituzione

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Un nuovo presidente per la borghesia francese

  Emmanuel Macron è il nuovo presidente francese, con circa il 43,6% degli aventi diritto (il 66,06% dei votanti) contro la candidata del Front National, Marine Le Pen con il 22,4% degli aventi diritto (33,94% dei votanti). Bianche o nulle sarebbero l’8,96% (12% dei voti espressi). La percentuale degli astenuti è al 25,3%, la più alta dal 1969. Non ha votato il 34% degli elettori 18-24enni; il 32% degli elettori

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PRIMO MAGGIO DI LOTTA: AL PADRONE, AI GOVERNI BORGHESI, ALLA GUERRA !

Questo Primo Maggio cade in un momento di forti tensioni internazionali. Il massacro di centinaia di migliaia di persone, e la cacciata di milioni dalle loro case in Siria è solo il più terribile esempio della lotta delle borghesie imperialiste per una nuova spartizione del mondo sulla pelle dei proletari. Iraq, Afghanistan, Libia, Yemen, Sud Sudan, Ucraina sono altri focolai sempre aperti. – Per mantenere il predominio di fronte al

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STATI UNITI – UN’ECONOMIA IN RIPRESA, CHE RISCHIA DI RALLENTARE SENZA LA FORZA LAVORO IMMIGRATA

La questione dell’immigrazione dal Messico è stata un punto caldo della campagna presidenziale americana: il neo-presidente eletto Donald Trump ha promesso di deportare “almeno 11 milioni” di immigrati illegali, che competono direttamente nel mercato del lavoro con i lavoratori americani più vulnerabili, sottraendo al sistema più di quanto rendono. Questa la tesi di Trump. (In seguito Trump ha ammorbidito la sua posizione limitandosi a parlare di deportazione dei criminali immigrati

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Elezioni USA: presidenziali shock

La vittoria di Trump è un’occasione per riflettere sulle prospettive di una politica rivoluzionaria in una metropoli capitalistica oggi. Unanime è l’interpretazione che si è trattato di un VOTO ANTI-ESTABLISHMENT degli strati profondi del proletariato, in primis bianco, che negli ultimi anni ha visto peggiorare le proprie condizioni e si sente sempre più minacciato dalla globalizzazione, man mano che il lavoro USA perde la briciole (e anche bocconi) che in

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Brasile al bivio dopo le presidenziali

La vittoria di misura di Dilma Rousseff alle presidenziali di fine ottobre (con il 51,6% al ballottaggio con Aecio Neves che si ferma al 48,4%) non fa che registrare una spaccatura non risolta all’interno della classe dirigente brasiliana (Nota 1). Determinante per la sua vittoria è stato il voto degli stati più poveri, dove percentualmente sono più numerosi i beneficati dai programmi di sussidi come la Bolsa Famula e Fome

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Elezioni iraniane – Rouhani: un consenso sul passato

Mo, Iran, elezioni Asia Times      130617 Elezioni iraniane – Rouhani: un consenso sul passato M K Bhadrakumar – Gli iraniani hanno eletto presidente al primo turno Hassan Rouhani – con un consenso del 50,7%, e una partecipazione elettorale oltre il 70% – un candidato dell’establishment religioso, che ha un passato “rivoluzionario” e gode dell’appoggio del Leader Supremo; Rouhani potrebbe porsi al di sopra delle varie fazioni del regime, dopo la presidenza

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2 147 173 schede bianche (o nulle)

Francia, presidenziali Libération     120507 2 147 173 schede bianche (o nulle) – François Hollande supera Sarkozy per 1,14 milioni di voti; le schede bianche o nulle (non sono distinguibili) sono state 2 147 173, pari al 5,84% degli iscritti al voto, saliti del 2% dal primo al secondo turno, pari a 46 milioni di iscritti e 37 milioni di votanti. – Nel secondo turno delle presidenziali del 1995 (Chirac-Jospin) sono state il 5,97%; in quelle del

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Gli Usa hanno un piano per l’Afghanistan

Asia Times      090819 Gli Usa hanno un piano per l’Afghanistan Syed Saleem Shahzad capufficio di Asia Times Online per il Pakistan ●    Pakistan e Usa stanno preparando il terreno per un governo di largo consenso in grado di svolgere un ruolo determinante nella lotta contro i talebani; ●    secondo il modello del piano (preparato nel 2007) dagli americani per il Pakistan nel 2008, o   che portasse alla formazione di un governo

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Discutendo con lo sfidante di Karzai

Asia Times      090818 Discutendo con lo sfidante di Karzai Derek Henry Flood ●    Sia il presidente pakistano uscente, Karzai, che il maggior concorrente, Abdullah Abdullah, cercano di conquistarsi i voti degli Hazara, una minoranza sciita, che rappresenta una parte vulnerabile dell’elettorato di Karzai. o   Questa comune strategia per il voto hazara fa capire il contesto politico afghano seguito all’accordo di Bonn del 2001 su un governo post-talebano a larga intesa.

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