TERRORISMO PADRONALE ALLA PIAGGIO : I LAVORATORI NON SI FANNO INTIMIDIRE

gkn_lavoratori1Il governo ha approvato i primi decreti attuativi del cosiddetto jobs act e i capitalisti, grandi, medi e piccoli, sentitamente ringraziano. Per loro, dopo decenni di pressioni si sta per realizzare un grande sogno: ritornare ai tempi “gloriosi” in cui, come stabiliva la costituzione liberale per eccellenza, lo Statuto Albertino, “la proprietà privata è sacra e inviolabile”, i tempi in cui il padrone nella sua fabbrica era il dio in terra, libero di cacciare a piacimento lavoratori troppo deboli per insufficiente alimentazione o malati e perciò “poco produttivi”, quelli poco “addomesticati” o che semplicemente gli stavano sui coglioni (primi fra tutti i “sobillatori”), tempi in cui il padrone era libero di portarsi a letto le operaie di suo gradimento (pratica quest’ultima che una recente inchiesta televisiva ha denunciato di essere ampiamente in vigore tra gli agrari siciliani ai danni delle braccianti immigrate dall’Europa dell’Est). Ora che questo sogno si sta per realizzare i padroni si sentono già abbastanza forti per “anticipare” l’iter legislativo di completa flessibilizzazione della forza lavoro ed ecco che alla Piaggio vengono inviate una quarantina di lettere ad altrettanti lavoratori “colpevoli” di fare troppe assenze per malattia. Va specificato che ai malcapitati la lettera non contesta “false malattie”, quello che viene fatto notare ai destinatari della lettera è che il numero di assenze per malattia è superiore a quello “medio” di altri stabilimenti del gruppo. Va da sé che la Piaggio non intendeva con la lettera in questione istruire i lavoratori sulle statistiche relative alle assenze per malattia ma minacciare i destinatari della lettera che nel caso tali comportamenti (le assenze superiori alla “media”) dovessero protrarsi, l’azienda non saprebbe che farsene della prestazione del lavoratore dalla salute cagionevole. Quest’ultimo quindi oltre alla sfiga di essere gravemente ammalato si troverebbe sul groppone la sfiga di essere licenziato.

Questa infamia non deve passare! Se passasse alla Piaggio è chiaro che TUTTI i lavoratori con malattie gravi o croniche rischierebbero, come appunto ai “bei tempi” sognati dai capitalisti, la perdita del posto di lavoro. Ovviamente poco si può fare affidamento sui miserabili sindacati ufficiali (la cgil che tanto ha tuonato nei mesi scorsi contro il Jobs act ha, di fatto, smobilitato). E’ necessario che i lavoratori si mobilitino direttamente, senza aspettare “ordini dall’alto” da sindacati che, bene che vada, si oppongono solo “simbolicamente” ma poi non fanno mai azione effettiva ed efficace di contrasto allo strapotere padronale. E’ pertanto con immensa gioia che salutiamo la mobilitazione dei lavoratori della Piaggio e dei lavoratori con loro solidali contro il terrorismo padronale e per la difesa della dignità dei salariati. Per questo pubblichiamo il comunicato che indice la mobilitazione di domani 30 gennaio con l’augurio che questa sia la prima di una serie di mobilitazioni che facciano fare marcia indietro agli schiavisti della Piaggio.