Brasile al bivio dopo le presidenziali

La vittoria di misura di Dilma Rousseff alle presidenziali di fine ottobre (con il 51,6% al ballottaggio con Aecio Neves che si ferma al 48,4%) non fa che registrare una spaccatura non risolta all’interno della classe dirigente brasiliana (Nota 1). Determinante per la sua vittoria è stato il voto degli stati più poveri, dove percentualmente sono più numerosi i beneficati dai programmi di sussidi come la Bolsa Famula e Fome

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Elezioni USA: chiamala se vuoi democrazia

Nelle elezioni di midterm che si sono tenute martedì 4 novembre negli USA, il partito democratico ha subito una secca sconfitta. I repubblicani conquistano 7 nuovi seggi al Senato e così passano a 22 seggi su 36, riconquistando la maggioranza che non avevano più dal 2007; inoltre consolidano la maggioranza alla Camera dove passano da 233 seggi a 246 si un totale di 435. Anche nelle elezioni dei governatori i

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Allarghiamo e radicalizziamo il fronte proletario di lotta!

Dopo il “dispiegamento di forze” della CGIL in piazza S. Giovanni a Roma del 25 ottobre scorso, e dopo i pesci in faccia ricevuti solo due giorni dopo dal governo, le “mobilitazioni d’autunno” da parte del più grosso sindacato italiano sembrano incanalate dentro il classico canovaccio della sponda “governista” (maggioranza CGIL, CISL, UIL), che “attende” speranzosa che dal cilindro del dibattito parlamentare sul “Jobs Act” esca chissà quale “miracolo” da

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La “primavera nera” del Burkina Faso destabilizza gli equilibri imperialistici in Centrafrica

I disordini scoppiati a Ouagadougou, in Burkina Faso, culminati nella cacciata del premier Blaise Compaore, al potere incontrastato da 27 anni, hanno colto tutti di sorpresa ma sono il risultato di contraddizioni che si andavano accumulando da tempo. Il Burkina Faso è un paese senza sbocchi sul mare, incuneato fra Mali, Niger, Benin, Togo, Ghana e Costa d’Avorio, con una superficie di poco inferiore a quella italiana. Ha 19,5 milioni

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A Bagnoli Renzi semina vento e raccoglie tempesta!

Come era ampiamente prevedibile, all’ indomani del corteo che a Bagnoli ha portato in piazza quasi 7000 persone contro lo SbloccaItalia e contro il governo Renzi, mass-media e giornalacci di regime sono già incessantemente all’opera per oscurare le ragioni della lotta e nascondere l’unico dato politico certo che ci consegna la giornata del 7 novembre: a Bagnoli si è svolta la più grande, partecipata e combattiva manifestazione vista finora contro

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Gli sviluppi della battaglia di Kobane confermano i guasti dell’imperialismo

Nella battaglia mediatica che si combatte intorno alla resistenza dell’enclave curda di Kobane, sulla stampa occidentale (312 ottobre) si dà grande rilievo all’arrivo a Kobane sia di circa 300 peshmerga curdo-iarcheni sia di 150 peshmerga curdo-turchi , sfuggiti alle maglie del controllo frontaliero turco. Se è comprensibile l’entusiasmo dei curdi che vi vedono una ritrovata solidarietà curda dopo decenni di scontri fratricidi, assai meno logico il tono delle redazioni europee

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Pagine Marxiste n. 37 (novembre 2014)

PER UN’OPPOSIZIONE RIVOLUZIONARIA AL GOVERNO RENZI (Editoriale) – IL “JOBS ACT” DELL’ IMPERIALISMO STRACCIONE, DEL SINDACALISMO COLLUSO E DELLA PASSIVITA’ SOCIALE – Le forze lavoro del capitale e della rivoluzione – Il fuoco del Medio Oriente, frutto avvelenato del multipolarismo – LA CONCEZIONE DEL PARTITO PROLETARIO DI ROSA LUXEMBURG – UN RICORDO DI DANIEL DE LEON A CENT’ANNI DALLA SUA SCOMPARSA – GIUGNO 1914: LA SCONFITTA DELLA “SETTIMANA ROSSA” PROSTRA

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Bagnoli: Renzi (forse) resta a casa ma la lotta continua

L’annuncio fatto circolare nelle ultime ore dall’entourage del presidente del consiglio in cui si comunica la rinuncia di quest’ultimo a scendere a Bagnoli il prossimo 7 novembre, qualora venisse confermato costituirebbe un indubbio successo delle mobilitazioni che in queste settimane si sono sviluppate nell’area flegrea e la dimostrazione più evidente che con la lotta è possibile intralciare il passo e mettere in difficoltà anche il più arrogante e reazionario dei

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