È di nuovo guerra in Europa. Guerra per modificare la spartizione del continente seguita al crollo dell’URSS, che aveva lasciato campo libero all’avanzata degli imperialismi europei e americano nei territori ex URSS nell’Europa orientale, tramite UE e NATO. I capitalisti ucraini da 8 anni sostengono governi filo-europei e filo-NATO.
Ora Putin ha ritenuto che la Russia abbia la forza militare per riprendersi l’Ucraina, una volta certo del non-intervento americano. Ha negato all’Ucraina la dignità di nazione (riconosciuta dai bolscevichi dopo la Rivoluzione), per ridurla a provincia russa, come sotto gli zar. Parla di “de-nazificare” l’Ucraina, lui che finanzia i movimenti fascisti …
Segnaliamo l’interessante articolo del Comitato 23 settembre
Sì, la guerra che si sta scatenando in Ucraina ci riguarda da vicinissimo.
185.000 donne provenienti da quel paese si prendono cura, qui in Italia, e molte altre nel mondo, delle nostre famiglie, dei nostri anziani, dei nostri bambini.
Ad esse è stata dichiarata, molti anni fa, una guerra senza quartiere: o emigrate, lasciate le vostre case e i vostri cari, o per voi e per loro non ci sarà un futuro decente. Una vita di fatica e sofferenza ne è seguita per molte di esse. Le invisibili. Hanno tenuto duro sperando in un futuro migliore, …
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della TIR contro la guerra in Ucraina
[English version below]
Dopo decenni di ininterrotta espansione ad Est della Nato e, in particolare, della presenza armata statunitense; dopo che Stati Uniti ed Unione europea hanno riempito l’Ucraina di armi di ogni tipo ai confini della Russia; era nell’ordine delle cose, nella logica capitalistica di potenza, che la Russia di Putin reagisse con un’iniziativa militare.
Ed infatti stanotte la Russia di Putin ha lanciato il grosso del terzo esercito del mondo contro le forze armate ucraine, per travolgerle, arrivando – ove fosse possibile – fino a conquistare Kiev, e insediarvi …
La Missione 3 (M3) riguarda le ”Infrastrutture per una mobilità sostenibile”. Le vengono assegnati 31,46 miliardi. È suddivisa in due componenti (nota 1)
Questi fondi sono affidati al MIMS, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili retto da Enrico Giovannini. Il MISM in realtà dispone per il PNRR di 61,4 miliardi. Gestisce infatti non solo i fondi delle M3, ma anche una parte dei fondi della M2 (rivoluzione verde e transizione ecologica), perché per esempio per rendere i porti “verdi” si deve sostituire il carbone con l’elettricità. Il MISM gestisce anche parte dei fondi della M5 (inclusione e coesione), perché …
Premessa . Questo articolo è il primo di una serie e non presume di dire tutto, ma solo di dare un inquadramento generale ad articoli che seguiranno. Molte delle informazioni, soprattutto le cifre, sono nelle note per rendere più scorrevole il ragionamento.
Il primo dato interessante del PNRR è l’elasticità della cifre a disposizione, sia quella complessiva che quelle al dettaglio. Ad aprile 2021 Draghi parlò di un PNRR di 248 miliardi, ad agosto la cifra totale era cambiata: 235,1 miliardi.
Come è noto PN sta per Piano Nazionale e RR fa riferimento al Recovery and Resilience Facility europeo (da adesso …
La crisi globale multipla – sanitaria, sociale ed economica – provocata dalla pandemia Covid-19 ha messo chiaramente in luce l’interazione imprescindibile tra formazione sociale capitalistica e rapporto uomo-natura. Non esiste aspetto della vita dell’uomo e dell’ambiente in cui vive che non venga influenzato dal sistema sociale vigente, il quale impone la propria finalità ultima, il raggiungimento del massimo profitto a qualunque costo – alla stragrande maggioranza dell’umanità e alla natura stessa, spesso negando la soddisfazione di bisogni vitali e, nelle crisi più acute, distruggendo milioni di vite. Dopo l’esempio della lotta condotta da una minoranza tribale del Brasile, i Munduruku, per la sopravvivenza …
Riportiamo il più recente resoconto dal sito del Movimento Socialista Kazako (http://socialismkz.info) sulle manifestazioni e lotte operaie che continuano nella regione di Mangistau, da dove era partito il movimento di gennaio. Nel silenzio dei media italiani e internazionali, e nonostante la repressione che ha ucciso 225 dimostranti e ne ha arrestati 10 mila, lavoratori e disoccupati tornano a sfidare padroni e autorità statali, nelle piazze e con lo sciopero. Chiedono il rilascio dei compagni incarcerati, aumenti salariali, lavoro per le migliaia di lavoratori licenziati, garanzie occupazionali anche tramite la ri-nazionalizzazione di imprese privatizzate, le dimissioni e la messa sotto accusa …
Riportiamo la traduzione di una interessante ricostruzione del sollevamento operaio e popolare del gennaio 2022 in Kazakistan, da parte del Movimento Socialista del Kazakistan (http://socialismkz.info/).
Ne esce confermato il carattere operaio delle proteste, che hanno unito rivendicazioni economiche e politiche, e il carattere borghese della repressione, che ha visto unite tutte le potenze imperialiste a sostegno del potere borghese, garante dei loro interessi nell’area.
Ciò che è importante non è solo la ricostruzione realistica e ragionata degli avvenimenti, da un punto di vista di classe, ma due fatti: 1) i lavoratori kazaki si sono posti, anche se in modo in gran parte …
In Brasile, una minoranza amazzonica, i Munduruku, combatte per la sopravvivenza propria, del territorio, e dell’ecosistema, e denuncia con questo la violenza ed irrazionalità del sistema economico-sociale capitalista. Selvaggia corsa all’oro, massiccio sfruttamento delle risorse del suolo, delle risorse idroelettriche, deforestazione, interessi economici e politici e corruzione sistemica, violenta violazione dei diritti umani con l’attiva compartecipazione del potere politico interno e internazionale contrapposti alla concezione dell’equilibrio uomo-natura delle popolazioni autoctone che cerca di esprimersi con le loro lotte attuali.
Proponiamo di seguito la traduzione di un articolo comparso cu Counterpunch, 11 febbraio 2022, a firma di Jean Wyllys e Julie Wark.
Noi …
In Italia dell’Ucraina tutti conoscono le badanti, quasi sempre donne, quasi sempre sole, non sempre giovanissime, molto istruite. I bambini ucraini immigrati sono pochissimi, le madri sono costrette a lasciarli a casa (nota 1). Spesso la badante è un medico o una infermiera professionale che accetta un lavoro estenuante, non sempre ben pagato e che a volte porta alla follia, per mantenere i figli o pagare le spese mediche per un parente malato.
L’emigrazione ucraina in Italia ed EuropaSappiamo, dalle statistiche europee che gli Ucraini in Europa sono circa 920 mila, concentrati in Italia (28,6%), Rep. Ceca (17,9%), Germania (16,7%) e …