La coraggiosa lotta dei lavoratori della Volvo Trucks in Virginia (USA)

L’8 giugno 2900 operai della Volvo Trucks New River Valley (a Dublin, Virginia) sono entrati in sciopero dopo il tentativo dell’ azienda (la multinazionale con sede in Svezia) e del sindacato, la United Auto Workers Union di applicare un contratto che l’assemblea dei lavoratori aveva rigettato il 16 maggio (nota 1).

Gli operai sono organizzati nel Volvo Workers Rank-and-File Committee (Comitato di base), nato in occasione dell’assemblea in cui l’accordo  è stato respinto dal 91% dei presenti, come ha dovuto riconoscere anche l’UAW.

Le richieste degli operai

I punti controversi riguardano salari, assistenza sanitaria, orario di lavoro e benefits dei pensionati. Il contratto proposto divide i lavoratori tra “core” (si potrebbe dire garantiti, quelli con anzianità di almeno 15 anni, e “competitivi”, i nuovi assunti o con meno anzianità. Questi inizierebbero con una retribuzione lorda di 16,77 dollari l’ora, e salirebbero di 1 dollaro ogni anno fino a 21,77 dopo 5 anni, molto meno dei 30 dollari l’ora dei garantiti. È importante che anche i lavoratori anziani hanno votato per lo sciopero. L’accordo raddoppia inoltre i contributi  per l’assistenza sanitaria a carico dei lavoratori, introduce una flessibilità oraria obbligatoria fino alla giornata di 10 ore (rendendo possibile la settimana di 4 giorni x 10 ore), senza pagamento della maggiorazione del 50% per lo straordinario, e taglia l’assistenza sanitaria per i pensionati.  

Il Comitato respinge queste “novità “ peggiorative,  chiede invece un bonus di 4 mila $ alla ratifica del  contratto; un aumento del 25% della paga oraria per compensare l’inflazione degli ultimi tre contratti e l’introduzione di una specie di scala mobile in vista del futuro aumento dei prezzi; 5 giorni di permesso per tutti i lavoratori; la riduzione delle  differenze salariali basate sul periodo di assunzione (reintroducendo il principio che a lavoro uguale corrisponda salario uguale).

Alla Mack Trucks, pure di proprietà di Volvo Trucks, con stabilimenti in Pennsylvania, Florida, e Maryland, il contratto conquistato con uno sciopero nel 2019 prevede il raggiungimento del livello salariale massimo dopo 3 anni. Negli anni ’70, grazie alle forti lotte con alla testa i giovani operai, il periodo del salario d’ingresso era stato ridotto a soli 90 giorni.

La Volvo ingrassa gli azionisti e aumenta lo sfruttamento dei lavoratori

Il Comitato fa presente che mentre gli azionisti della Volvo hanno visto raddoppiare il dividendo per ogni azione da $0,28 to $0,53, i lavoratori hanno visto peggiorare le loro condizioni. La Volvo ha distribuito agli azionisti 3,68 miliardi di $ agli inizi del 2021 e ha annunciato per giugno un’altra distribuzione da 2,3 miliardi. Se questi soldi fossero distribuiti a tutti i 52 mila lavoratori Volvo Trucks, a ciascuno toccherebbero circa 117 mila $. Quindi solo circa un terzo di quanto producono i lavoratori ritorna loro come salario, mentre due terzi sono plusvalore (profitti) che va ai capitalisti!

Nel primo quadrimestre del 2021 la vendita di camion è in forte ripresa in Nord America. Questo rappresenterebbe un vantaggio per gli operai della Volvo: i margini per migliorare la loro situazione ci sono! Invece la UAW si preoccupa più di favorire competitività e profitti dell’azienda.  La Volvo ha assunto nel 2020 nei suoi impianti sparsi in 18 paesi (nota 2) solo 2.025 nuovi lavoratori a tempo indeterminato, ma impiega 6.801 operai precari. Anche sotto questo aspetto la Volvo ha usato il Covid per una “strutturale riduzione dei costi”.

L’azienda ha risposto allo sciopero tagliando l’assistenza sanitaria. Un’azione particolarmente vile in un paese dove i morti per Covid sono stati 600 mila, molto più numerosi in percentuale fra i lavoratori. In diverse fabbriche anche del settore auto nella primavera 2020 ci furono scioperi per non essere costretti a lavorare in condizioni di rischio contagio. La Volvo vuole evitare qualsiasi cedimento alle richieste degli operai perché questo scatenerebbe negli altri stabilimenti, anche nelle consociate, una serie di scioperi a imitazione di quello in atto (nota 3).

Il 13 giugno si è conclusa la prima settimana di sciopero compatto nello stabilimento Volvo della Virginia. I dirigenti della UAW  hanno rifiutato qualsiasi contributo agli scioperanti (negli Stati Uniti gli scioperi di norma sono a oltranza; il pagamento di un salario di sopravvivenza agli scioperanti è fondamentale per poter continuare lo sciopero per settimane/mesi). Eppure il Fondo scioperi è finanziato dai lavoratori, che avevano tutto il diritto di bocciare il contratto bidone e proseguire nella lotta. Del resto, per  le giornate di sciopero precedenti il 16 maggio, gli operai Volvo Trucks avevano ricevuto l’equivalente netto di 6,88 $ all’ora (275 $ a settimana), cioè 2,62 $ in meno del salario minimo orario in Virginia. Eppure la UAW ha un Fondo scioperi di 680 milioni di $, pagato dai lavoratori.  Ma preferisce spendere questi soldi a vantaggio dei burocrati sindacali (nota 4).

E’ evidente che in questo caso la UAW finisce per rappresentare più gli interessi dell’azienda che quelli dei lavoratori. Hanno chiesto agli operai un voto “sulla fiducia”, cioè dopo un’esposizione sommaria a voce, che sottaceva gli aspetti negativi del contratto poi bocciato, mentre il Comitato ha chiarito quello che si andava a discutere e proposto miglioramenti significativi. Ancora la UAW aveva introdotto nel contratto una clausola per cui  il contratto poteva  essere modificato in futuro dopo un semplice abboccamento azienda-sindacato, in caso di “difficoltà per l’azienda”. (nota 5)

Lo sciopero continua. La vicenda è seguita con grande interesse dagli operai del settore automobilistico, da Ford a Stellantis, dalla Fiat Chrysler alla Deere, perché tutti sono minacciati da contratti peggiorativi. Anche gli operai della Fedex vedono un denominatore comune: grandi premi agli azionisti e tagli all’assistenza sanitarie e alle pensioni per gli operai che rischiano la vita sul lavoro.

E’ evidente che la solidarietà degli altri operai del gruppo e l’estensione della lotta è fondamentale. Ma non semplice da ottenere senza un sindacato che generalizzi questa lotta e con l’azienda che mobilita crumiri da altri stabilimenti (negli Stati Uniti non ci sono contratti nazionali, ma solo aziendali).

I lavoratori della Volvo hanno ricevuto espressioni di solidarietà dagli insegnanti del Tennessee, West Virginia, Oklahoma e Arizona, dagli infermieri, dai lavoratori della logistica. Altri scioperi analoghi sono in atto, tra cui le lotte dei minatori di carbone in Alabama, dei lavoratori dei pozzi petroliferi in Texas, delle infermiere in Massachusetts e dei siderurgici in Pennsylvania.

Negli Stati Uniti come in Italia e in tutti i paesi del mondo è importante che i lavoratori combattivi formino collegamenti tra loro e a livello internazionale. Per questo sosteniamo l’Assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi in Italia, e la proposta di arrivare a una conferenza internazionale di collegamento.

Nota 1 – Volvo Trucks è una società svedese che costruisce autocarri e veicoli industriali. E’ di proprietà del gruppo Volvo, che nel 2001 ha acquisito la Renault Trucks, diventando uno dei  maggiori costruttori di autocarri a livello mondiale. Non va confusa con la Volvo Cars, che ha sede sempre in Svezia a Göteborg, ma che, dal 2010, è di proprietà della cinese Zhejiang Geely Holding (Geely Holding). United Auto Workers Union (UAW), il sindacato storico dei lavoratori dell’auto, con base a Detroit e organizza lavoratori negli Usa e nel Canada; dichiara 391.000 iscritti fra i lavoratori attivi. Fa parte della confederazione AFL-CIO. Oltre ai lavoratori dell’automobile, organizza anche lavoratori delle macchine agricole e veicoli industriali, e dell’aerospaziale, ma anche pubblici dipendenti, e lavoratori di Università e ospedali.

Per i particolari della vicenda cfr.

https://www.wsws.org/en/articles/2021/06/08/supp-j08.html

 https://www.wdbj7.com/2021/06/07/united-auto-workers-resume-strike-dublin-truck-plant/  https://www.labornotes.org/2021/06/volvo-workers-vote-down-bad-contract-90-percent-again 

Nota 2 – Da ricordare almeno gli impianti a Curitiba, Brasile; Blainville, Francia; Gothenburg e Umeå, in Svezia; Ghent in Belgio; Kaluga in Russia; Bangalore in India; Bangkok in Thailandia; Brisbane in Australia; e Durban in Sud Africa.

Nota 3 – Si tratta di migliaia di addetti delle consociate come Mack Truck (in Maryland, Pennsylvania, Virginia e Australia) e Volvo Construction Equipment (in Pennsylvania, Sud America, Europa e Asia).

Nota 4 – Negli stessi giorni dello scioperoGary Jones, ex presidente della UAW è stato condannato  a 28 mesi prigione per aver distratto 1,5 milioni di $ dai fondi del sindacato per pagare viaggi, soggiorni in alberghi, iscrizioni a club di golf e pranzi  ai funzionari di alto livello del sindacato (vedi: https://www.justice.gov/usao-edmi/pr/former-international-uaw-president-gary-jones-sentenced-prison-embezzling-union-funds )

Nota 5 – Cfr. Labornotes del 7 giugno 2021 https://labornotes.org/2021/06/volvo-workers-vote-down-bad-contract-90-percent-again. Vedi anche https://www.wsws.org/en/articles/2021/06/09/volv-j09.html

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