Contro gli interventi imperialisti in Ucraina

Contro ogni nazionalismo borghese, per l’unione internazionalista del proletariato contro i suoi sfruttatori

Scontri Kiev

Quando l’Ucraina divenne una repubblica indipendente aveva 51 milioni di abitanti; ora 46 milioni: quasi 7 milioni di emigrati, una drastica riduzione dell’aspettativa di vita hanno diminuito la popolazione di 5 milioni; questo è il terribile bilancio di un fallimento economico, sociale e civile, di cui anche la borghesia e piccola borghesia italiana è profittatrice, utilizzando le infermiere e le insegnanti ucraine come badanti, i tecnici ucraini come manovali.

La massa dei proletari ucraini si è impoverita, i salari sono inferiori a 100 euro al mese, un pugno di capitalisti ucraini, spesso i membri della vecchia Nomenklatura “sovietica”, si sono arricchiti a dismisura e sono divenuti i padroni della politica, divisa tra bande rivali di boss che controllano i mass media. Tymoshenko, Yushenko, Yanukovic, Yatsenyuk… hanno rappresentato coalizioni di complessi industrial-finanziari, in lotta tra loro per spartirsi le risorse dello stato, ma uniti nell’assicurarsi libertà di sfruttamento della forza lavoro.

Il malcontento dei lavoratori non ha trovato espressione in una organizzazione indipendente di classe, ma è stato strumentalizzato dalle bande rivali, da organizzazioni nazionaliste, e soprattutto dalle potenze imperialiste: Europa, America, Russia che si contendono l’influenza su questa regione. La “rivoluzione arancione” sostenuta dagli occidentali è finita in una bolla di sapone, con Yanukovic la Russia ha ripreso il predominio; la protesta filo-europea di piazza Maidan e il luccichio dell’Euro hanno sgretolato gli apparati filorussi dello Stato, e comprato una maggioranza in Parlamento. Ora è la volta della Russia con gli aerei le navi e i carri armati per far rientrare il satellite Ucraina nella propria orbita. Torna lo spettro della guerra in Europa.

Noi comunisti denunciamo le mene delle cancellerie europee che hanno alimentato il nazionalismo ucraino anche nelle sue frange dichiaratamente fasciste e xenofobe per attrarre verso la propria sfera d’influenza territori contesi per secoli tra Austria, Russia, Polonia, Germania, per avere forza lavoro altamente qualificata a prezzi stracciati, e un mercato aperto alle proprie merci e capitali. Cancellerie che ora di fronte alla rapida manovra russa si dividono tra i falchi franco-anglo-americani e le colombe italo-tedesche desiderose di non guastare i rapporti con la Russia, primo fornitore di gas e vasto campo di affari per i loro grandi gruppi.

Denunciamo con la stessa determinazione l’imperialismo russo che, soffiando sul fuoco del più becero nazionalismo, sta cercando di riaffermarsi come potenza mondiale a spese delle classi lavoratrici di Russia e Ucraina.

Noi comunisti denunciamo il ruolo controrivoluzionario che stanno giocando gli stalinisti in Russia e in Ucraina, fra gli applausi dei loro supporter italiani. Costoro anziché cercare la fratellanza tra le classi lavoratrici di Russia e Ucraina appoggiano l’imperialismo russo presentandolo come vittima delle manovre occidentali. A cento anni dalla prima guerra mondiale i traditori, coloro che usurpano le denominazioni socialista e comunista, si schierano a fianco di uno dei due campi in contesa.

Purtroppo il proletariato ucraino si sta facendo travolgere da questa tragica spirale, trascinato da bande fasciste ucraine e da revanscisti grandi-russi. Sarebbe una tragedia per la classe lavoratrice di tutto il mondo: la classe lavoratrice ucraina non deve scegliere tra imperialismo d’Oriente e imperialismi d’Occidente, non deve lasciarsi dividere tra russofoni e ucrainofoni, ma scegliere l’organizzazione e la lotta di classe indipendente contro i suoi sfruttatori locali, orientali e occidentali.

Solo l’unità tra proletari, al di là dei confini tracciati dal capitalismo, può liberarli dalle loro catene e sottrarli alle crisi, alla miseria e alle guerre.

 

Combat – Comunisti per l’Organizzazione di Classe

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