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Addio chiappe chiare

16 Luglio 2012 No Comment

Nemmeno il gusto di portare le nostre famose “chiappe chiare”

ad abbronzarsi al mare, ci hanno lasciato.

Sono già nere dalle continue frustate governative.

Ormai, piu’ che abbronzati, siamo tutti neri incazzati.

O incazzati neri!

ADDIO CHIAPPE CHIARE.

Una volta le stagioni erano calde politicamente, e quel caldo pieno di tensione

e di lotta di classe, conquistava diritti e libertà, facendo cadere i governi.

Era soprattutto l’autunno, ad essere caldo.

Oggi, oltre quell’icona ingiallita del secolo scorso, di caldo è rimasto solo il clima,

la lotta di classe la fanno solo i padroni contro di noi,

ed i governi cadono per mano europea.

Quanto agli operai, il solleone ha sciolto i loro legami di classe

lasciando intatte le proprie catene.

 

Si potrebbe dire che il caldo, una volta nostro amico, è diventato un nemico di classe. Il caldo, ed il modo terroristico in cui viene utilizzato.

A Luglio e ad Agosto, mesi in cui per la calura era “er tempo suo”, vengono continuamente annunciate ondate o, peggio, “bolle” di calore con nomi a dir poco inquietanti, cui vengono fatti seguire veri e propri decaloghi comportamentali tanto pignoli quanto impossibili da seguire.

“Mangia solo pesce e verdure, bevi molta acqua, non uscire dalle 11.00 alle 19.00, indossa abiti di lino, utilizza il deumidificatore etc.etc.”. Dieci e piu’ comandamenti che, nel passare dall’alto dei cieli alla terra bollente diventano inapplicabili, o meglio, non da tutti applicabili.

Supponiamo che non si abbiano le possibilità, i soldi, per mangiare e vestirsi “leggero”, o per possedere e mantenere un condizionatore….

…..e supponiamo che in molti, lavoratrici e lavoratori, non possano starsene rintanati in casa perché lavorano anche negli orari “proibiti”, magari all’aperto, sotto il sole, in un cantiere o in un campo, sulla strada o in mezzo alle rotaie….

Allora? Che si fa? Si rischia di morire o di sentirsi male sotto il sole o si interrompe il ciclo produttivo, o si chiude la metropoli?

La verità è che anche il caldo, e la sua stagione preferita, l’estate, non colpiscono tutti allo stesso modo. Quella che viene presentata come un momento di spensieratezza, di riposo, di vacanza, spesso si trasforma in un tormento per chi comunque non puo’ riposarsi, o comunque lo deve fare facendo i salti mortali, in giorni programmati dai suoi padroni, spesso restando in casa, nell’asfissiante città. Già, perché soldi per spostarsi, magari con la famiglia, magari anche solo per pochi giorni, ce ne sono sempre meno, divorati come sono dalle “riforme” governative.

E cosi’, intrappolati tra caldo e stress da noia, si arriva addirittura ad attendere, con ansia, di tornare alla normalità, ed al lavoro.

Per i “fortunati” che ce l’hanno, l’augurio è che le sospirate ferie passino presto.

 

nucleo comunista

accaldato in attesa dell’autunno per fare la rivoluzione col fresco

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