Pubblichiamo la seconda parte del nostro contributo sulla questione ucraina.
Su questo sito sono già state pubblicate:– prima parte: Un passato che è presente– terza parte: Per un intervento internazionalista contro la guerra
II. Ucraina – I nuovi torbidi e la guerra
Il decennio 2004-13 può essere definito un periodo dei torbidi, in cui le fazioni filorussa e filo-europea della borghesia ucraina, appoggiate dagli imperialismi di riferimento, si scontrano con colpi di palazzo (incluso avvelenamento di Yushenko), mobilitazione della piazza, conflitti tra organi istituzionali. Yanukovich, ex governatore della provincia di Donetsk, vince e poi perde (dopo l’accusa di brogli) l’elezione presidenziale del …
Pubblichiamo un contributo sulla questione ucraina suddidiviso in tre parti:
Un passato che è presente;Ucraina – I nuovi torbidi e la guerra;Per un intervento internazionalista contro la guerra
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Per un’azione internazionalista contro la guerra d’Ucraina
La guerra in corso in Ucraina vede sempre più coinvolto il governo italiano nel quadro sia UE che Nato, con sanzioni sempre più pesanti contro la Russia e l’invio di armi al governo ucraino.
Dal punto di vista internazionalista dei lavoratori, vittime della guerra da qualunque parte del fronte stiano, vi è la doppia esigenza di essere solidali con la popolazione che subisce direttamente la guerra d’invasione dell’imperialismo russo …
Il battaglione Azov, fondato da Andriy Biletsky (nota 1) e da fuorusciti della formazione di estrema destra Pravyi Sektor, (Settore Destro), è nato come milizia volontaria in seguito all’annessione russa della Crimea (2014), con l’obiettivo di sostenere l’allora inadeguato esercito ucraino nella lotta contro le forze secessioniste del Donetsk e di Lugansk (nota 2). E’ fondamentalmente antirusso, teorizza il suprematismo bianco. Putin l’ha preso a pretesto per giustificare l’aggressione all’Ucraina, definita ipocritamente come “operazione di denazificazione”. L’importanza del battaglione Azov non va sopravvalutata, né militarmente né come peso politico. Se mai va analizzato come cartina al tornasole del funzionamento della …
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PERCHE’ STUDIARE LA VICENDA STORICA CHE PORTO’ AL NAZISMO?
La “doppia” crisi globale (economica e sanitaria) che ha investito il sistema capitalistico pone a tutta la sinistra rivoluzionaria una serie di interrogativi in gran parte inediti. Anche perché si intreccia con la fine definitiva dell’ordine internazionale scaturito dagli accordi di Yalta e con una crisi ecologica dai risvolti sempre più acuti, per configurare, nel suo insieme, la più grande crisi della storia del capitalismo.
D’altro canto, per ciò che ci compete, crisi, disoccupazione, precarietà, razzismo, guerre, …
Riportiamo la sintesi di un articolo documentato di un esponente dell’Asia Policy Society Institute (ASPI), ex funzionario del Dipartimento di Stato USA, che analizza le implicazioni anche militari della Belt and Road Initiative (o Nuova Via della Seta) per l’espansione dell’influenza cinese nel mondo.
Da che pulpito viene la predica! Gli USA, con circa 800 basi militari all’estero, sono allarmati dall’ascesa della Cina che per ora ne ha una sola, e ha una spesa militare che è (sempre per ora) meno del 40% degli USA… (la favola che ha la marina militare più “grande” è basata sul numero di navi, non …
Pubblichiamo un nostro contributo al dibattito in corso nel Patto d’Azione Anticapitalista aperto da Marco Ferrando con la proposta delle nazionalizzazioni sotto controllo operaio delle aziende che chiudono.
La discussione avviata sulle rivendicazioni del Patto d’Azione, sulla patrimoniale come sulle nazionalizzazioni deve a mio parere poggiare su basi materialistiche. Certo serve consultare i nostri maestri, ma con lo stesso loro spirito e metodo materialista: partire dal modo di produzione capitalistico come analizzabile con gli strumenti del marxismo per individuare le contraddizioni e le forze su cui fare leva per il suo rovesciamento rivoluzionario, nella società senza classi.
La discussione non può risolversi …
Vedi anche l’articolo precedente: Covid, scuola, mercato del lavoro – Parte prima
La DAD moltiplicatore delle diseguaglianze
Il Covid affrontato con la DAD ha messo in luce l’inadeguatezza della rete informatica italiana, dei dispositivi (PC o tablet) e delle conoscenze informatiche a tutti i livelli (scuole, famiglie, docenti e studenti). Ha funzionato soprattutto come moltiplicatore delle diseguaglianze, perché si è inserito in un contesto sociale in cui la dispersione scolastica è fra le più alte in Europa, in cui fra i nuovi poveri aumentano i minorenni (bambini ragazzi e adolescenti) rispetto ad adulti e pensionati, in cui, come abbiamo già scritto, chi …
Vedi anche l’articolo successivo: Covid, scuola e diseguaglianze – Parte seconda
In Italia è diffusa la percezione che, dall’inizio della pandemia, tutti i politici abbiano parlato molto di scuola per farne una palestra strumentale per le loro liti, ma siano sempre stati per lo più pronti a sacrificarla, come si fa per i settori meno “strategici”. C’è stato un ripensamento parziale nella seconda fase, ma più per la pressione dei genitori che per scelta coerente.
Perché la scuola è stata chiusa con tanta facilità?
Naturalmente la scuola non è produttiva, non genera profitto, gli studenti intasano i trasporti.
Però forma i lavoratori di domani.
Una …
La guerra fra Armenia e Azerbaijan per il Nagorno Karabakh, iniziata il 27 settembre, prosegue fra tregue violate, bombardamenti di città e accuse reciproche e speculari di provocazioni e violenze.
I proletari dell’area pagano con migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati il prezzo dell’avidità delle borghesie locali e i giochi delle potenze.
Il Caucaso è dagli anni ’90 terra di conquista. Pur sempre “cortile di casa” della Russia, è oggetto di contesa sia fra le potenze regionali che fra i vecchi imperialismi, tutti desiderosi di partecipare alla spartizione di aree di influenza. Tutti disposti a inviare consiglieri militari, fornire …
Estratto da The Economist, 8.10.2020
La pandemia Covid-19 ha innescato enormi rivolgimenti nell’organizzazione del lavoro. In poche settimane lavoratori impiegatizi hanno abbandonato in massa gli uffici, spostando il lavoro a casa, le riunioni sono state sostituite da call di Zoom e gli spostamenti con un aumento di ore di lavoro.
Da un’inchiesta di Itam, Stanford Univ. e Univ, of Chicago, risulta che 2/3 del PIL americano di maggio è stato prodotto dal lavoro a distanza (a domicilio), una trasformazione nelle tecniche di produzione inedita per il tempo di pace. Secondo questa ricerca, le imprese americane prevedono che la percentuale di giorni di …