Nel 1921 si intensifica l’attacco fascista al proletariato italiano ed alle sue istituzioni.
Sorge allora la prima organizzazione antifascista combattente: gli Arditi del Popolo.
Nasce per iniziativa di un gruppo di Arditi di guerra, ma vi aderiscono in tutt’Italia gruppi di proletari di varia provenienza politica che si uniscono dal basso con l’intento di rispondere al fascismo sul suo stesso terreno.
Per un attimo, il movimento sembra poter mutare i rapporti di forza. Poi – sotto i colpi della repressione statale – si eclissa.
Ma la repressione non spiega tutto. Un altro fattore entra in gioco: le organizzazioni “sovversive”, eccetto gli anarchici e i …
Traduciamo e pubblichiamo un nuovo articolo dell’Alliance of Middle Eastern and North African Socialists (Alleanza dei socialisti del Medio Oriente e del Nord Africa) sull’ultima ondata di proteste di massa in Iran.
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Le eloquenti dichiarazioni e gli slogan espressi dall’ultima ondata di proteste di massa in Iran sembrano segnalare che la rivolta è entrata in una nuova fase. Gli sforzi del regime per far deragliare le proteste dopo l’assassinio USA di Qassem Soleimani e per dare l’impressione che le masse iraniane fossero dalla sua parte si sono rivelati fallimentari. Mentre l’attuale regime ha ancora il sostegno di un quarto, forse, …
“Non sono le pallottole ad uccidere,
è il silenzio.” (Muhammad Taha)
Pochissimi se ne sono accorti, specie alla sinistra radicale indaffarata a rincorrere le chiappe del duo Salvini-Meloni frignando sul Mes e a prepararsi a nuovi flop elettorali, ma sulla sponda sud del Mediterraneo e in Medio Oriente è ripartita l’Intifada araba, e alla grande. Nell’ultimo biennio le piazze di alcune capitali e di molte città arabe si sono riempite, a seconda dei casi, di decine, centinaia di migliaia, milioni di dimostranti intenzionati/e a battersi contro i rispettivi regimi. A farlo, nonostante lo spettro della tragedia siriana agitato minacciosamente davanti ai loro …
Riceviamo e sottoscriviamo l’appello a partecipare alle manifestazioni contro la repressione indette per la giornata di sabato 29 novembre:
Nel pressochè totale silenzio dei media, il governo Conte bis, dopo esser venuto meno all’impegno di abolire le leggi sicurezza di Salvini, sta continuando ad usare la portata repressiva di quelle leggi e del precedente decreto Minniti al fine di azzerare e cancellare ogni forma di conflitto sindacale e sociale.
L’azione delle Procure è pressochè senza sosta: in queste settimane una nuova ondata repressiva si sta abbattendo su gran parte dei movimenti di lotta e sul sindacalismo conflittuale.
Mentre a Bologna solo venerdì scorso …
Di fronte al diktat/disimpegno di Arcelor-Mittal sull’ILVA lasciamo ad altri le proposte e le fantasie di ingegneria finanziaria, da una nuova cordata alla nazionalizzazione di una società che è già in mani pubbliche (e fu nazionalizzata da Mussolini). Occorre scindere l’interesse dei lavoratori, dei proletari, da quelli del capitale, non permettere che i padroni di turno scarichino sui lavoratori il prezzo di un mercato dell’acciaio in caduta e sulla popolazione i fumi pestilenziali. Risanamento e salario garantito!
Sembra che siamo giunti in dirittura d’arrivo per la vicenda ex Ilva di Taranto (alias Arcelor Mittal). Il gruppo franco-indiano che solo un anno …
C’è parecchia indifferenza nella sinistra europea e italiana in particolare per le lotte in corso in Medio Oriente, Questo è particolarmente vero per il Libano (le uniche manifestazioni di solidarietà sono venute da libanesi negli Usa). Una indifferenza doppiamente colpevole perché in parte “copre” le responsabilità dell’imperialismo europeo e italiano in particolare, ma anche perché impedisce di capire una battaglia che è componente imprescindibile della battaglia intera della nostra classe.
Il Libano in rivolta
Eppure le manifestazioni in corso in Libano dal 17 ottobre e che non accennano a diminuire, sono fra le più ampie dal 2005 ( France 24 riporta una …
“la tua repressione alimenta la nostra rivoluzione” (da un manifesto in corteo).
In Cile continuano le manifestazioni per un radicale cambiamento del sistema, politico, economico e sociale. Il “miracolo economico” liberista, imposto dalla dittatura di Pinochet con una feroce repressione sostenuta dagli USA, è stato un miracolo per i capitalisti (tra cui l’attuale presidente Sebastián Piñera, che ha accumulato 2,8 miliardi di dollari, pari al salario annuo di quasi 600 mila operai), ottenuto a scapito della massa dei proletari, che hanno visto ridotti salari e pensioni.
L’aumento del biglietto dei trasporti urbani è stata l’ultima goccia che ha fatto esplodere un malessere …
In Ecuador, il 3 ottobre migliaia di persone si sono mobilitate contro le nuova misure di austerità annunciate il 1° ottobre dal presidente Lenin Moreno a seguito degli accordi con il Fondo monetario internazionale (FMI) in cambio di un prestito da 4,2 miliardi di dollari. Il prestito è stato contratto sostanzialmente per coprire il condono, attuato dal governo nel 2018, di 4,5 miliardi di $ del credito che lo Stato aveva con banche e imprenditori, la classica trasformazione del debito privato in debito pubblico.
Le proteste hanno visto il blocco delle principali arterie stradali, mobilitazioni e blocchi nelle maggiori città, …
Le proteste della popolazione cilena contro l’aumento del costo della vita, iniziate come una manifestazione di studenti, continuano nonostante la repressione ordinata dal presidente Sebastian Piñera, che ha proclamato lo stato di emergenza e imposto il coprifuoco nella capitale Santiago, e in diverse altre città, come Antofagasta al nord, Valdivia al sud, Valparaiso, Temuco e Punta Arenas, facendo scendere in strada le forze di polizia e oltre 10 000 militari, che hanno usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. Diciotto finora le vittime, oltre 1400 i feriti, e oltre 2500 arresti.
La risposta brutale del governo alle …
Pubblichiamo la traduzione in italiano, a nostra cura, condividendolo, del comunicato dell’Alleanza dei Socialisti del Medio Oriente e Nord Africa sulle recenti manifestazioni di protesta in Iraq, represse nel sangue con circa 150 morti, delle quali poco o nulla è comparso sui media italiani.
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Le richieste di giustizia sociale e ridistribuzione economica contro le politiche distruttive neoliberiste non possono essere dissociate dall’opposizione al sistema politico a base confessionale. La stragrande maggioranza dei manifestanti continua a denunciare l’islamizzazione e la settarizzazione della vita sociale e politica.
17 ottobre 2019
Dal 4 ottobre sono esplose nuove, enormi nuove mobilitazioni popolari che hanno scosso l’Iraq. Le …