CONTRO IL JOBS ACT FRANCESE – CHI RINUNCIA A COMBATTERE HA GIÀ PERSO!

Ormai da tre mesi protestano in tutta la Francia studenti, lavoratori salariati, disoccupati e pensionati contro il Jobs Act alla francese, il progetto di legge El Khomri.

Un crescendo di iniziative che hanno man mano allargato il fronte di lotta, nello sforzo di far convergere lotte sindacali di settore con le proteste contro la politica anti-operaia del governo. Il calendario delle lotte rimane molto nutrito e vario, smentendo le previsioni (e gli auspici) del loro esaurimento fatte da organi governativi e padronali.

Il sindacato Solidaires ha lanciato un appello allo sciopero ad oltranza, interprofessionale e studentesco, per il ritiro della Legge sul Lavoro, da far convergere con quello dei ferrovieri, che deve fare da traino e non rimanere separato dal movimento di classe in corso. Una esplicita critica ai sindacati rimasti arroccati, nella prima fase del movimento, nelle lotte di difesa del loro specifico settore.

Un importante risultato politico raggiunto dal movimento è il consenso che sta avendo tra la popolazione la quale, come risulta dai sondaggi,[1] è per il 75% contro questa legge.

Esso non si lascia blandire dalle lusinghe parlamentari, non si sottomette a presunte emergenze di sicurezza, non risponde agli appelli ad una collaborazione di classe in nome di un fantomatico comune bene nazionale.

La pesante e violenta repressione messa in atto dagli apparati statali di sicurezza al servizio della borghesia francese non ha smorzato la determinazione del movimento, e ne ha anzi radicalizzato le posizioni di classe.

Di seguito riportiamo due appelli di Solidaires, appartenente alla Rete Sindacale Internazionale, il primo tradotto da noi e il secondo da Sial-Cobas

Scioperi, manifestazioni blocchi …

Tutti assieme, continuiamo per vincere! Sono iniziati scioperi a oltranza. Nelle ferrovie, nelle raffinerie di petrolio, nel trasporto su gomma, sono iniziati questa settimana. Oltre a questi settori nazionali, ci sono scioperi locali in molti altri luoghi di lavoro (commercio, costruzioni, industria, poste, istruzione, sanità, porti, etc.). Anche l’intersindacale della Funzione pubblica (CGT, FO, Solidaires, FSU) parla di sciopero ad oltranza. Le manifestazioni del 19 maggio hanno riunito centinaia di migliaia di persone. Ovunque in Francia ci sono raduni di Nuit Debout. In numerose città sono in atto azioni di blocco.

Il progetto di legge sul lavoro è massicciamente respinto dalla popolazione

Contrariamente a quanto racconta la propaganda padronale del governo, il movimento non si indebolisce. Ma non è ancora abbastanza forte per vincere. È la scommessa dei prossimi giorni. Non cediamo!

Unità per vincere!

Non cadremo nella trappola della divisione sindacale: sì, è un peccato che la federazione CGT si sia opposta alla continuazione dello sciopero dopo giovedì, ma un’altra federazione CGT ha promosso il blocco di 7 delle 8 raffinerie dopo questo stesso giro.

L’Unione sindacale Solidaires fa riferimento all’intersindacale nazionale che unisce CGT, FO, Solidaires, FSU e movimenti di giovani, alle intersindacali locali, spesso più ampie, all’appello “Blocchiamo tutto!” lanciato dagli attivisti sindacali CGT, Solidaires, CNT-SO, CNT, FO, LAB, CFDT, e anche a Nuit Debout.

Lo Stato è violento e reprime

L’Unione sindacale Solidaires denuncia ancora una volta le violenze poliziesche e la repressione (arresti e custodia cautelare) contro i manifestanti, e anche contro le organizzazioni sindacali: dopo le devastazioni delle sedi CNT a Lille alcune settimane fa, ieri è stata la volta della sede locale di Solidaires di Ille-et-Vilaine ad essere perquisita!

Il 26 maggio, prima e dopo, si continua, rafforziamo lo sciopero!

L’intersindacale nazionale intercategoriale chiama ad una nuova giornata di sciopero e di manifestazioni per giovedì 26 maggio. Senza attendere un’altra settimana, l’Unione sindacale Solidaires sostiene tutti i salariati già in sciopero ad oltranza e chiama a rafforzare questo movimento ovunque sia possibile. Lo stesso per la manifestazione nazionale del 14 giugno: per l’Unione sindacale Solidaires non si tratta di prospettare la sepoltura del movimento; al contrario, con l’estensione e il rafforzamento dello sciopero vogliamo far sì che questa manifestazione festeggi l’abbandono del progetto di legge sul lavoro e che aiuterà a imporre le nostre rivendicazioni e non più quelle dei padroni!

Quanto più velocemente colpiremo e bloccheremo l’economia e i profitti dei padroni e degli azionisti, tanto più velocemente vinceremo!

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Francia. Si continua?

Christian Mahieux

Il 9 marzo, il 12, il 17, il 31, il 9 aprile, il 12, il 14, il 20, il 28… Si continua? La risposta è duplice: sì, se si tratta di condurre il movimento sociale fino all’abbandono del progetto di legge Loi Travail per poi imporre le nostre rivendicazioni; no, se si intende continuare a colpi di giornate di mobilitazione senza una prospettiva futura.

Occorre preparare ed organizzare lo sciopero ad oltranza. Alcune organizzazioni sindacali nazionali (Solidaires, CNT-SO, CNT, alcune federazioni della CGT), moltissime strutture sindacali interprofessionali regionali o locali, migliaia di sindacalisti (in particolar modo raccolti intorno all’appello Blocchiamo tutto – onbloquetout.org) e una parte dei partecipanti alla Nuit Debout sostengono con forza questa opzione!

Altri sostengono che “lo sciopero generale non scatta per decreto”: è vero. Ma siamo d’accordo, non abbiamo né bisogno, né voglia di un decreto. Ciò che ci occorre, sono delle organizzazioni sindacali che affermano che lo sciopero prolungato è necessario, che lo preparino e l’organizzino dando ai lavoratori i mezzi necessari per farlo.

Gridare “sciopero generale, sciopero generale” mentre non c’è sciopero, non serve a niente. Invocare lo sciopero è necessario, ma insufficiente. E’ un lungo lavoro, ampiamente avviato. Nelle aziende e a livello locale molti sindacalisti si stanno già dando da fare. Sono militanti della CGT, di FO, di Solidaires, della FSU, della CNT-SO, della CNT, di LAB, ce n’è persino qualcuno della CFDT o dell’UNSA. Ci stanno lavorando anche i giovani organizzati con l’UNEF, l’UNL o la FIDL; il Coordinamento nazionale studentesco, Solidaires Studenti o anche CGT e SUD Liceali portano avanti questa posizione. Alcuni collettivi degli intermittenti dello spettacolo sono coinvolti in questa dinamica. E’ anche un tema ampiamente discusso in molte assemblee delle Nuits Debout. Allora, perché non si parte?

Sicuramente pesa l’assenza di un settore professionale che trascini e sia motore dello sciopero prolungato. Hanno avuto questo ruolo i ferrovieri a più riprese, il settore dell’educazione nel 2003, delle raffinerie nel 2010. Ci sono degli scioperi prolungati oggi in Francia, spesso dentro aziende private, ma restano episodi isolati.

Dopo che la federazione CGT ha si è inventata uno sciopero settoriale alla SNCF (le ferrovie dello Stato) due giorni prima della mobilitazione interprofessionale del 28 aprile, sarebbe stato possibile collegarsi a questa decisione bizzarra, costruendo un movimento prolungato a partire dal 26 aprile, fino ad arrivare alla data del 28, prescelta come mobilitazione intersindacale di sciopero generale.

Né la CGT, né SUD-Rail, né FO, hanno voluto, preferendo preservare l’unità con UNSA e CFDT. Inevitabilmente, la partecipazione dei ferrovieri allo sciopero del 28 ne ha risentito.

Ora la federazione CGT dei ferrovieri annuncia uno sciopero prolungato a partire dal 18 maggio. Questa scelta di una data tardiva e soprattutto successiva all’ultimo giorno di dibattito sulla proposta di legge all’Assemblea Nazionale merita molte critiche: è questa la priorità se veramente vogliamo costruire lo sciopero generale?

Senza essere sorpresi da questa strana volontà di isolare i ferrovieri dagli altri lavoratori, invertiamo la rotta, approfittiamo di questa data! Dal momento che le federazioni sindacali dei ferrovieri CGT, UNSA, SUD-Rail, FO, dicono che indiranno uno sciopero ad oltranza dal 18 maggio, prepariamoci a questa scadenza sul piano interprofessionale.

Iniziamo subito a discutere di questa data in tutti i collettivi sindacali, con i partecipanti della Nuit Debout. La Loi travail stravolgerà il nostro futuro in modo sostanziale. Facciamo in modo che il suo ritiro sia il nostro obiettivo prioritario nei prossimi 15 giorni. Quindici giorni consacrati veramente a questo, per evitare una retrocessione senza precedenti dei nostri diritti e delle nostre condizioni di lavoro.

Fissiamo un ultimatum al 19 maggio: votata o meno in Parlamento, noi rifiutiamo la regressione sociale della Loi Travail. Andiamo a rafforzare il movimento dei ferrovieri che sarà cominciato il giorno prima, estendiamolo! Abbiamo il coraggio di vincere!

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Un calendario infuocato

Le lotte contro la Legge Lavoro iniziate il 9 marzo sono continuate il 17, 31 marzo, proseguite il 5, il 9, il 14, e il 28 aprile. Anche i cortei del 1° maggio hanno gridato all’unisono il loro NO alla riforma del lavoro. Il 10 maggio, dopo l’annuncio da parte del primo ministro Valls che il governo avrebbe fatto passare il progetto di legge con la forza, ricorrendo ad una specie di fiducia (art. 49.3) ci sono state manifestazioni spontanee a Parigi davanti all’Assemblea nazionale e in numerose altre città; il 12 maggio sono scesi in piazza le organizzazioni sindacali dei salariati e degli studenti; dal 16 i salariati del trasporto su gomma hanno dichiarato uno sciopero ad oltranza contro la Legge. Altri due giorni di lotta proclamati dall’intersindacale [CGT, FO, FSU, Solidaires, UNEF, UNL e FIDL] per il 17 e il 19: scioperi a oltranza per trasporto su gomma, aeroporti di Parigi, ferrovieri marittimi, portuali, forti mobilitazioni, scioperi compresi, nel commercio, energia, servizi pubblici, chimica. Ogni mercoledì e giovedì, dal 18 maggio, scioperano a oltranza i ferrovieri della SNCF, per difendere le condizioni di lavoro ma anche contro la El Khomri. Blocchi dei porti di Le Havre e Nantes-Saint-Nazaires. Il sindacato nazionale dei chimici CGT ha chiamato i lavoratori al blocco progressivo dei prodotti petroliferi dal 17 al 19 maggio e ad uno sciopero ad oltranza in tutti i siti petroliferi dal 20 maggio. Il 26 maggio sarà una giornata di mobilitazione nazionale contro la Loi Travail organizzata dall’intersindacale; 27 maggio è previsto un raduno di protesta contro la repressione sindacale e la criminalizzazione del movimento sociale; per il 14 giugno è indetto uno sciopero intercategoriale nazionale e una manifestazione a Parigi, ad inizio della discussione del progetto di legge in Senato. Parallelamente a questa discussione l’intersindacale organizza una serie di dibattiti sulla Legge nei luoghi di lavoro, nelle amministrazioni pubbliche, negli istituti di istruzione. Le organizzazioni sindacali invitano le proprie strutture a continuare la convocazione di assemblee generali con i salariati per discutere modalità di azione, di sciopero e del suo rinnovo. Alle mobilitazioni nazionali si aggiunge una nutrita serie di azioni e mobilitazioni locali e settoriali, nel pubblico e nel privato, dalle ferrovie, alla sanità, all’educazione, alla siderurgia, chimica, petrolifero…

[1] Sondaggio Elabe – BFM TV, 4 maggio