Dopo la “perfida Albione” adesso avremo la “perfida Marianna”

L’inasprimento della polemica italo-francese in corso da tempo, stavolta cavalcata da Di Maio, utilizzata da Salvini in precedenza, caricata da Conte di una polemica contro l’asse franco-tedesco, ha alla sua base una storica rivalità tra l’imperialismo italiano e quello francese, i contrasti di interessi tra gruppi capitalistici dei due paesi nel petrolio, nella cantieristica e in altri settori, e anche il riavvicinamento del governo gialloverde agli USA di Trump mentre Francia e Germania ne stanno prendendo le distanze. Il momento delle bordate dei ministri italiani può può essere letto in chiave biecamente elettorale (Macron come oggetto polemico per le europee in quanto “europeista” per antonomasia, ma anche per una eventuale saldatura con i gilets jaunes), come tentativo di saldare l’asse interno italiano sul doppio binario della lotta ai migranti e dello scaricare sull’Europa o su altri paesi europei (dalla Germania alla Francia) le colpe: della eventuale crisi di bilancio, della eventuale incapacità a mantenere le promesse, dell’eventuale ulteriore impoverimento degli italiani, del vergognoso comportamento davanti alle morti nel Mediterraneo.

Ma è innanzitutto un tentativo di aggiogare i lavoratori italiani al carro sovranista dell’imperialismo di casa nostra contro gli altri imperialismi concorrenti.

Mentre si consuma l’ennesima strage di migranti nel mar Mediterraneo, di cui, va detto, nessun importante quotidiano europeo ha parlato, prosegue fra i leader europei la squallida gara a chi si comporta più disumanamente. E gli italiani possono essere orgogliosi dei loro leader, perché sono in prima fila. Salvini con la sua ipocrita litania che i porti chiusi evitano i morti in mare (si vede!), Di Maio, complice consapevole della strage, ma che cerca di ritagliarsi un ruolo da comprimario, Conte che fa il sovranista in doppiopetto a Davos nel salotto buono dell’affarismo internazionale.

Di Maio che ha scoperto il colonialismo francese e l’area del franco come la causa delle migrazioni e quindi su chi scaricare l’eventuale nausea o senso di colpa di una parte dei suoi elettori. Che gli italiani vadano tranquilli, non è colpa loro. E tutta colpa di Macron.

Comodo! I nostri eroici antenati non hanno colonizzato l’Eritrea, l’Etiopia e la Libia, usando il napalm e i lager, massacrando donne e bambini e usando come trofei gli organi sessuali dei loro mariti e padri? L’Eni non ha nessuna responsabilità di quello che succede oggi in Libia? I governi italiani non hanno finanziato, armato e istruito le motovedette libiche che lasciano morire i naufraghi sui gommoni? Non flirtano con i capitribù e i potentati libici che ingrassano spartendo con gli scafisti i guadagni?

Lungi da noi giustificare Macron, Hollande o Sarkozy per la loro sciagurata politica africana, per l’aver l’ultimo forzato l’intervento in Libia del 2011, che da un certo punto di vista è stato la madre di tutte le migrazioni. Ma Maroni allora dov’era? Il governo italiano non è forse intervenuto per impedire all’imperialismo francese di strappare royalties all’imperialismo italiano, rappresentato nella nostra ex colonia da Eni, ma anche da Impregilo, Salini, Unicredit e tanti altri? E’ verissimo che la Francia sta combattendo le sue guerre neocolonialiste in Mali, Repubblica Centroafricana, Niger ecc. per difendere le riserve di uranio di Areva e tanti altri interessi. Ma anche l’Italia, nel settembre scorso, ha mandato soldati e addestratori in Niger, in collaborazione dell’amico Trump, che consiglia, come soluzione al problema migrazione, di costruire un muro nel …Sahara, dove comunque già oggi i trafficanti nigerini scaricano i migranti senza soldi a morire di sete.

Macron e Conte hanno ingaggiato un braccio di ferro per avere la regia della crisi libica; Conte ha vinto un round simbolico con la Conferenza di Palermo, grazie al placet di Trump, ma è stata solo una vittoria di facciata, come dimostra la recente ripresa degli scontri in Libia. Lascia di più il segno l’alleanza con Trump che allinea l’Italia alle posizioni dei paesi dell’Europa Centrale e la lascia al di fuori di un nocciolo duro militare europeo franco-tedesco aperto anche alla Gran Bretagna, nonostante la Brexit.

L’operazione del trio Salvini Di Maio Conte è la classica operazione social-sciovinista di trasformare le questioni internazionali in una partita di calcio per cui allenare la propria tifoseria.

E se un tirapiedi di Di Maio può rispolverare il mito antisemita dei “protocolli dei savi di Sion”, Di Maio e Salvini possono cavalcare, aggiornandolo, il mito della Grande Proletaria del populista di Predappio!

Tanto a farne le spese per ora sono i migranti.

Ma nel frattempo si distraggono i lavoratori italiani dai loro problemi, si additano come responsabili di questi problemi prima gli immigrati, poi “chi li manda” in questo caso la Francia. Si cerca di alimentare in ogni modo le divisioni fra lavoratori, immigrati e autoctoni. Si cerca di alimentare la comoda tifoseria anti-francese, che non dispiace neanche a molta dell’opposizione antiparlamentare, per coprire i veri interessi che ci sono dietro.

Uno scontro inter-imperialistico Italia-Francia, indubbiamente c’è ed è funzionale ad alcuni interessi e ad alcune battaglie economiche e politiche in corso.

Conte ha esplicitato l’irritazione contro le decisioni prese da Francia e Germania ad Aquisgrana, per esempio quella di coordinare fra loro l’export di armi, o di caldeggiare un seggio per la Germania nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, ignorando totalmente analoghe eventuali mire italiane. Ha accusato la Francia e la Germania di aver coinvolto la Commissione europea nella fusione Fincantieri-Stx in cui Fincantieri avrebbe detenuto il 51%, col risultato che la Commissione ha aperto una istruttoria, bloccando tutto e nuocendo evidentemente a Fincantieri. Il tutto dopo che nell’estate è stato deciso che Leonardo-Finmeccanica non può concorrere per le forniture alle navi da guerra prodotte da Fincantieri-Stx mentre l’equivalente francese, Thales, è presente come azionista di maggioranza. E di recente il consorzio franco olandese Air France/KLM ha manifestato interesse per l’acquisizione di Alitalia.

Questi sono gli interessi in gioco, non l’interesse dei popoli africani sfruttati dal colonialismo europeo! Non l’interesse del “popolo italiano”, la comoda etichetta che mistifica il fatto che ci sono gli italiani sfruttati e gli italiani sfruttatori.

Cui noi contrapponiamo con decisione l’alleanza di tutti i lavoratori, senza differenze di genere, razza o colore contro gli sfruttatori di ogni nazionalità e colore!