I sopravvissuti di Cutro come bestiame per lo stato italiano

Denuncia una docente che, con la clinica legale Migrazioni e diritti dell’Università di Palermo e altre associazioni, era da venerdì a Crotone, che «Come in mare ha prevalso la logica di polizia e difesa dei confini su quella del soccorso delle persone in pericolo, in terra prevale la logica del confinamento e della punizione di chi emigra sul rispetto dell’umanità».

E se l’associazione Sabir di Crotone fa tutto il possibile e i sommozzatori cercano ancora i dispersi , se Medici senza frontiere ha fornito gli psicologi, lo stato e le sue emanazioni locali, ha rinchiuso come bestiame i sopravvissuti in alcuni capannoni di fronte al Cara di Crotone, con metà dei letti necessari (gli altri hanno alcune panche), Donne e minori in mezzo agli uomini adulti. Il bagno in comune. niente riscaldamento, una sola doccia Niente lenzuola. Niente scarpe chiuse. Ci sono le foto che lo dimostrano.

Il messaggio è chiaro, niente dignità e niente rispetto per le vittime sopravvissute

Non sappiamo cosa costerà il trasferimento con tutti i confort dell’intero consiglio dei ministri per la sua riunione-show a Cutro. Con una piccola parte di quei soldi si sarebbe potuto garantire una parvenza di assistenza ai vivi, oltre che le bare ai morti.

Dopo le lacrime di coccodrillo della Meloni, le lezioni di “responsabilità” di Piantedosi, le minacce di nuovi duri provvedimenti da parte di Salvini, anche questo sfregio. A conclusione del suo discorso di discolpa in Parlamento, Piantedosi ha promesso iniziative e azioni, anche in collaborazione con la Francia e con governi africani, per respingere i migranti verso i paesi di provenienza, per bloccarli lungo le rotte della disperazione; così come il premier britannico Sunak ha promesso di deportare in Ruanda tutti coloro che osano attraversare la Manica senza l’autorizzazione di Sua Maestà.

Raggelanti i commenti alla denuncia su facebook della docente “pòrtateli a casa tua” “molti italiani che pagano le tasse non ce l’hanno il letto” e così andando. Contro questo odio razziale fomentato innanzitutto da chi ora è al governo per dividere e meglio sfruttare i proletari, italiani e immigrati, occorre opporre con le parole e coi fatti la solidarietà internazionalista tra proletari.

Se solidarietà è arrivata ai naufraghi, alla giornalista morta mentre fuggiva dai talebani, ai bambini, alle donne e agli uomini che fuggivano da persecuzioni fame violenze, è quella dei pescatori di Cutro, delle volontarie e volontari. Questa vicenda ribadisce quanto sia importante il ruolo dell’impegno e della mobilitazione dal basso nella denuncia di inadempienze e soccorsi mancati oltre che nella solidarietà concreta.

Dopo i servizi TV (nota 1) che hanno denunciato le condizioni in cui sono stati tenuti i sopravvissuti di Cutro, le “autorità” hanno pensato bene di trasferirli per farli scomparire dalla visibilità mediatica. Ma milioni di immigrati in Italia sanno quale carovana di umiliazioni e di sfruttamento – quando non la deportazione – li aspettano prima di potere iniziare una vita appena un po’ migliore di quella insopportabile dalla quale sono fuggiti.

Nota 1: https://tg24.sky.it/cronaca/2023/03/07/crotone-naufragio-cutro-migranti-sopravvissuti

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