IL COMITATO DISOCCUPATI E PRECARI DI PAVIA MUOVE I PRIMI PASSI

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Riportiamo un nuovo resoconto inviato dal Comitato disoccupati e precari di Pavia

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Dopo un lavoro di diffusione di materiale agitatorio nei quartieri popolari, nei mercati, bar e altri luoghi in cui poter intercettare i 3500 (secondo dati ufficiali, in realtà molti di più) disoccupati a Pavia e tutto quell’esercito di working poors presente nel territorio, abbiamo cercato di renderci più visibili con iniziative pubbliche.

Le ultime:

– nella giornata dell’8 marzo percorso itinerante in corteo con striscioni e cartelli, sostando davanti all’ufficio dell’Assessore ai Servizi Sociali, all’Ufficio delle assistenti sociali, all’Ufficio per l’Impiego. Abbiamo ‘chiuso’ questi uffici con striscioni e nastro adesivo perché ‘inutili’ ed elencato le nostre rivendicazioni.

Presenza di giornali e tv locali – il 13 marzo irruzione in Consiglio Comunale, dove si discuteva il Bilancio 2017-19.

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Interventi di testimonianza di disoccupati e precari del gruppo e di denuncia delle politiche intraprese dall’amministrazione. I consiglieri e la giunta presenti si guardavano la punta delle scarpe o il soffitto in silenzio. A nostre domande e richieste precise il silenzio in aula è continuato fino a diventare spesso, quindi ce ne siamo andati.

[qui il video, da Telepavia: https://www.youtube.com/watch?v=BDJcH8BqVa0]

Dalla lettura de “Il Soviet dei Disoccupati di San Pietroburgo” sorgono spontanee alcune considerazioni che, pur facendo le dovute distizioni tra le due situazioni, ribadiscono la necessità di un lavoro politico organizzato anche per il nostro comitato.

Nel 1906 l’esperienza organizzativa dei disoccupati aveva trovato un terreno già preparato dal Soviet cittadino, e quest’ultimo si è fatto promotore dell’imprescindibile collegamento con gli operai, creando un’unità di classe basata sulla solidarietà e il mutuo soccorso. Inoltre l’estensione e la gravità della disoccupazione e la fame dilagante prospettavano conseguenze sociali destabilizzanti; questo portò all’appoggio di parte della borghesia e piccola-borghesia urbana e di settori liberali, che sostennero il Soviet con azioni concrete.

Continueremo il nostro lavoro, con pazienza e determinazione, cercando di raggiungere un peso politico maggiore ed alleanze utili alla lotta di classe.