Il green pass non basta a fermare il virus

In Italia chi può va in vacanza e gli albergatori si preparano a una stagione record. Diversamente dalla scorsa estate, sarà un record anche per il Covid-19, dato il forte aumento della contagiosità della nuova variante.

Il virus del Covid-19, armatosi delle varianti Delta e Lambda, dopo aver contagiato oltre 200 milioni di persone nel mondo e provocato 4,2 milioni di morti ufficiali (la realtà è un multiplo di questo dato) sta spingendo la terza-quarta ondata pandemica con nuovi record di contagi e circa 10mila morti al giorno. In Italia e nei paesi ricchi i vaccini stanno frenando ricoveri ospedalieri e morti, ma non riescono a impedire la rapida espansione dei focolai di contagio, mentre le autorità sanitarie hanno disertato il lavoro di tracciamento dei contagi. Il governo invece con il Green pass (l’inglese vorrebbe conferirgli un qualcosa di magico che non ha) spaccia per “superarma” anti-covid una misura dall’efficacia molto limitata, insufficiente a contenere il contagio della variante Delta: non elimina la necessità di misure di distanziamento. La punizione degli insegnanti con la sospensione senza stipendio è inutilmente vessatoria e repressiva, e va combattuta. Va condotta una campagna di informazione sull’importanza della vaccinazione, ma anche sui suoi limiti, per convincere a una adesione informata.

Dal febbraio 2020 abbiamo combattuto chi – padroni e padroncini, proprietari e direttori di case di cura in testa – mettendo il profitto sopra la salute e la vita delle persone voleva tenere tutto aperto e ha provocato migliaia e migliaia di morti. Abbiamo rivendicato l’osservanza di dispositivi e misure di sicurezza ben più stringenti di quelle concordate tra sindacati padroni e governo. Diverse fabbriche hanno scioperato per avere mascherine e disinfettanti; nella logistica il SI Cobas ha dato indicazione ai lavoratori di astenersi dal lavoro fino all’attuazione di misure di protezione dal e prevenzione del contagio. Alcuni lavoratori hanno pagato con la perdita del salario, altri con il licenziamento l’aver posto la propria vita davanti al profitto del padrone. In migliaia hanno pagato con la vita l’assenza/insufficienza delle misure di protezione.

Abbiamo dovuto combattere, anche tra i lavoratori, le ideologie e le leggende metropolitane che negavano pandemia e morti per favorire chi voleva tenere tutto aperto, facendo leva sulla sana diffidenza e sfiducia verso i poteri dello Stato e il sistema politico, costruendo interpretazioni complottiste su virus e misure di protezione/distanziamento. Il “complotto” era in realtà tra uomini d’affari e politici-amministratori sulla pelle di chi lavora e delle loro famiglie. Il “complotto” è il capitalismo stesso che forzando e devastando la natura crea condizioni favorevoli alla formazione di sempre nuovi virus e alla loro diffusione tra le persone. Il “complotto” è semmai consistito nell’obbligare la gente ad andare a lavorare a tutte le ore, ma poi sanzionare con multe e fogli di via chi ha partecipato a cortei o picchetti nelle ore del coprifuoco.

I lockdown e le mascherine hanno contenuto ma non impedito la propagazione dell’epidemia, al prezzo di privare della socialità non solo gli adulti, ma soprattutto un’intera generazione di bambini/e e di ragazzi/e, con danni all’apprendimento e soprattutto psicologici ancora tutti da conoscere. Poi sono arrivati i vaccini, presentati come la soluzione finale, ma che tali non sono. Dai primi dati esaminati negli USA, pare che i vaccini autorizzati riducano a circa un terzo la possibilità di contrarre il contagio, e a un venticinquesimo il rischio di ospedalizzazione e di morte. Un risultato enorme – il frutto di decenni di ricerca scientifica, insieme agli altri che hanno permesso di prolungare di decenni la vita media delle persone, che non rifiutiamo solo perché se ne sono appropriate alcune grandi multinazionali del farmaco che stanno facendo una pandemia di profitti; ma diversamente da altri vaccini non è efficace al 99% e non blocca la strada al contagio.

Dato che la variante Delta è almeno tre volte più contagiosa del Covid-19 originario, la velocità del contagio non diminuisce, anzi: fra i vaccinati sarà pari alla velocità di diffusione del ceppo originario, fra i non vaccinati sarà tripla; anche se esso è meno pericoloso per i vaccinati, rimane un grave pericolo per i non vaccinati. Dove gli adulti non vaccinati sono ancora numerosi, il rischio di forme gravi di contagio e perfino di morte resta alto, perché contrariamente a quanto viene raccontato dai ciarlatani, cure sicuramente capaci di debellare il virus ancora non esistono, e quelle parzialmente efficaci (come gli anticorpi monoclonali, per forme non gravi di infezione) sono particolarmente costose.

Il green pass non è una garanzia, come vogliono far credere, di essere immuni e tantomeno di non essere contagiosi: fingono che viaggiare col green pass su autobus, metrò e treni affollati, ristoranti, ecc. sia sicuro per far fare l’en plein a ristoratori e negozianti. Noi riteniamo che occorra non abbassare la guardia, mantenere le misure di sicurezza nei luoghi affollati, nei luoghi di lavoro, nelle scuole alla ripresa, e soprattutto nelle strutture sanitarie e di cura. Il fatto che chi lavora e chi cura sia vaccinato non garantisce che non possa trasmettere il virus a chi riceve le cure. Tutta l’enfasi che il governo vuol porre sul green pass, più che a controllare i movimenti dei cittadini (già tranquillamente controllati dai tanti “grandi fratelli” delle app degli smartphone, che sanno tutto di noi per mettere le mani sui nostri consumi) è funzionale a far marciare la stagione turistica da cui dipende un settimo del PIL italiano e dei profitti della borghesia.

Respingiamo l’uso repressivo del green pass, con la minaccia di licenziamento nei confronti di lavoratori non vaccinati (scuole, ospedali). Occorre fornire a tutti, anche con iniziative specifiche, le informazioni sui vaccini, sulla loro rischiosità, sulla loro efficacia anche se non assoluta, nel proteggere se stessi, e in parte anche gli altri. Le persone che temono il vaccino lavorano e viaggiano benchè il traffico stradale e il lavoro abbiano fatto migliaia di vittime ancora in questi mesi, mentre quelle dovute a vaccinazione senza accertamenti si contino sulle dita una mano. Occorre una campagna per demolire tutte le fandonie e menzogne negazioniste e complottiste che circolano sui social, che fanno leva sulla sfiducia e la rabbia dei proletari che lasciati a se stessi finiscono con l’accodarsi alla piccola borghesia che protesta per ottenere più ristori e poter far soldi senza rispettare regole anti-Covid, con i politicanti populisti – da Salvini a Meloni, con tutto il codazzo che gli ronza intorno – che si mettono in posa nelle manifestazioni no pass per capitalizzare elettoralmente tanto l’egoismo menefreghista del padroncino quanto l’esasperazione dello sfruttato stanco di pagare col proprio sudore, col rischio della propria pelle, per non arrivare mai a fine mese.  Il fatto che una persona abbia timore di vaccinarsi non può essere motivo di sanzioni. La scelta di vaccinarsi non deve essere una imposizione, pena il licenziamento (come ha proposto Confindustria) o il non pagamento del salario, come deciso dal governo contro il personale della scuola; deve essere una decisione informata e consapevole, salvaguardando coloro che hanno patologie che aumentano la rischiosità del vaccino. La misura draconiana della sospensione senza stipendio degli insegnanti e personale ATA (perché solo loro, quando gli alunni potranno liberamente infettarsi a vicenda e infettare gli stessi insegnanti?) è arbitraria, senza un fondamento logico o scientifico, con finalità solo repressive e va respinta con una mobilitazione unitaria. 

Occorre smontare la pretesa panacea del green pass, ma non per affermare il “liberi tutti” di contagiare ed essere contagiati, bensì la necessità di mantenere le precauzioni necessarie dove necessario. Se una persona può rivendicare la libertà di rischiare il contagio, non può avere quella di contagiare gli altri. La libertà individuale deve avere un limite nel bene collettivo, anche in questa società basata sullo sfruttamento del lavoro di enormi masse di lavoratori, dove domina il denaro. La libertà del ristoratore di far soldi deve trovare un limite nella salute dei dipendenti e dei clienti…  Questo limite nella misura in cui non è imposto per legge deve essere imposto dall’azione collettiva dei lavoratori.

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