La memoria di ieri e il massacro di oggi

Col pretesto della Giornata della Memoria, il governo ha vietato le manifestazioni contro il massacro a Gaza previste per oggi, come se la memoria dovesse servire a scordarci i massacri che avvengono sotto i nostri occhi. In tutte le manifestazioni per la Palestina contro i massacri di popolazione inerme a Gaza non abbiamo sentito un solo insulto agli ebrei, ma la denuncia della politica razzista, colonialista e genocida del governo sionista di Israele. A cosa serve la memoria se non ad assimilare le immagini che ci vengono da Gaza (costate la vita a oltre 100 giornalisti) a quelle del ghetto di Varsavia durante la seconda guerra mondiale?

Antisemitismo? Siamo contro i nazisti, non contro i tedeschi; siamo contro i fascisti, non contro gli italiani; siamo contro i sionisti, non contro gli ebrei! Il problema è che il governo italiano è con i sionisti che trucidano decine di migliaia di donne, bambini e uomini sotto le bombe, che radono al suolo Gaza per renderla invivibile e imporre una pulizia etnica, che attaccano con metodi fascisti la popolazione della Cisgiordania impedendo loro di vivere e lavorare normalmente. E si è schierato apertamente contro i palestinesi ritirando i propri contributi all’UNRRWA, che fornisce cibo e istruzione ai palestinesi (bombe permettendo), con il pretesto che 12 dei suoi 20 mila dipendenti erano affiliati ad Hamas!

Il divieto delle manifestazioni di oggi per la Palestina, imposto in tutta Italia schierando centinaia di poliziotti, è un fatto grave che mette a nudo la politica di questo governo: non solo delegittimare l’antisionismo identificandolo con l’antisemitismo, ma anche dare un nuovo giro di vite contro le libertà di manifestazione e dissenso.

Per questo e per tutelare i legami con Israele, il governo italiano ha trasformato quella che poteva essere una giornata contro tutti i crimini contro le popolazioni inermi nella santificazione di un massacro e di un terrorismo di stato che va avanti da tre quarti di secolo ai danni del popolo palestinese.

Non si tratta quindi solo di contrastare la distruzione di Gaza, ma anche di difendere il diritto a manifestare contro l’imperialismo di casa nostra e i suoi alleati oppressori. Proprio oggi il segretario leghista Matteo Salvini (compagno di merende dei veri antisemiti di Casapound) ha annunciato un disegno di legge per vietare le manifestazioni non solo con motivazioni antisemite, ma anche dove possa esserci il semplice rischio dell’utilizzo di slogan, messaggi e simboli antisemiti (o definiti tali). Un ennesimo giro di vite contro le opinioni scomode. Ma le manifestazioni fasciste, dove si esaltano i responsabili dell’olocausto e delle leggi razziali, quelle non le tocca nessuno!

Ma il divieto non ha impedito a migliaia di giovani e meno giovani di scendere in piazza oggi stesso in varie città per manifestare contro il massacro e contro le misure poliziesche. Manifestazioni dove non si sono verificati né i disordini né i gesti antisemiti temuti (o sperati) da sionisti e governo, ma dove si è vista la disponibilità a lottare senza farsi intimidire.

La manifestazione di oggi a Milano

È indispensabile unire le forze di chi si oppone alla guerra, alle complicità dell’imperialismo Italiano e alla repressione.
Per questo stiamo lavorando per il successo della giornata internazionale e internazionalista del 24 febbraio, di mobilitazione contro le guerre del capitale (in Italia manifestazione a Milano), mentre per il 23, rispondendo a un appello dei Giovani Palestinesi, il SI Cobas e forse altri sindacati indiranno uno sciopero collegato, contro la politica di guerra del governo italiano e i massacri del governo sionista di Israele.

“Proletari di tutti i paesi uniamoci” contro l’oppressione e le guerre del capitale!

Su questo argomento suggeriamo la lettura degli articoli del Pungolorosso:
Dossier – No alla memoria a senso unico: 1. Introduzione
Dossier – No alla memoria a senso unico: 2. Quanto è smemorata la scuola italiana!
Dossier – No alla memoria a senso unico: 3. N. Finkelstein e l’”industria dell’Olocausto”
Dossier – No alla memoria a senso unico: 4. Sulle radici della violenza nazista
Dossier – No alla memoria a senso unico: 5. H. Arendt sul collaborazionismo dell’élite ebraica nello sterminio della massa degli ebrei
Dossier – No alla memoria a senso unico: 6. Su anti-semitismo e neo anti-semitismo

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