Lavoratori di tutti i paesi, uniamoci contro la guerra in Ucraina!
Mobilitiamoci contro il governo Draghi che alimenta questa guerra!

È di nuovo guerra in Europa. Guerra per modificare la spartizione del continente seguita al crollo dell’URSS, che aveva lasciato campo libero all’avanzata degli imperialismi europei e americano nei territori ex URSS nell’Europa orientale, tramite UE e NATO. I capitalisti ucraini da 8 anni sostengono governi filo-europei e filo-NATO.

Ora Putin ha ritenuto che la Russia abbia la forza militare per riprendersi l’Ucraina, una volta certo del non-intervento americano. Ha negato all’Ucraina la dignità di nazione (riconosciuta dai bolscevichi dopo la Rivoluzione), per ridurla a provincia russa, come sotto gli zar. Parla di “de-nazificare” l’Ucraina, lui che finanzia i movimenti fascisti di mezza Europa (e in Germania ha il sostegno della nazisteggiante AfD)!

La guerra è imperialista, tra i due schieramenti russo e occidentale per l’influenza sull’Ucraina, un paese grande due volte l’Italia con 44 milioni di abitanti. Ma USA, NATO e potenze europee, che hanno fatto credere all’ex attore Zelensky che ormai l’Ucraina era parte della “famiglia” occidentale, ora che i carri armati di Putin avanzano lasciano gli ucraini soli a versare il sangue – bottiglie molotov contro i carri armati – per difendere gli interessi dell’Occidente, che per 30 anni ha contribuito all’impoverimento dei proletari ucraini, costretti all’emigrazione in 7 milioni, mentre i grandi capitalisti “oligarchi” si arricchivano ancor più.

Siamo contro l’aggressione russa, come siamo contro le politiche espansioniste degli imperialismi occidentali che l’hanno provocata. Siamo per il diritto del popolo ucraino e delle minoranze nazionali a decidere il proprio destino, ma questo diritto può esercitarsi sono dopo che si sarà sottratto al dominio imperialista, occidentale e russo.

Le sanzioni con cui USA, Gran Bretagna e UE hanno reagito sono un’altra forma, economica, di guerra, che mirando a indebolire l’economia russa colpirà le condizioni di vita dei proletari russi, già misere per la grande maggioranza, che saranno chiamati a ulteriori sacrifici “per la patria”, ma anche dei proletari italiani ed europei, che già stanno pagando con l’aumento del prezzo di elettricità, gas e alimentari. Le sanzioni sono parte della guerra, non un passo verso la pace.

Ma le sanzioni sono anche un momento di scontro dentro lo schieramento occidentale. Con esse gli USA puntano a spezzare i rapporti commerciali Russia-Europa (Germania e Italia in testa) per legare maggiormente gli europei agli USA, e smorzare le loro velleità di farsi un esercito imperialista europeo comune. In questo senso l’imperialismo americano conta di rafforzarsi in Europa grazie alla guerra di Putin. La Cina sta a guardare.

La guerra in Ucraina è uno scontro tra imperialismi per le sfere d’influenza, ossia per il “diritto” dei loro capitalisti ad appropriarsi del frutto del lavoro dei lavoratori ucraini. È una guerra di aggressione da parte di entrambi gli schieramenti ai proletari ucraini. La lotta contro la guerra è inscindibile dalla lotta dei lavoratori contro il capitalismo.

Mentre esprimiamo la nostra piena solidarietà ai giovani che con coraggio in Russia manifestano contro la guerra nonostante migliaia di arresti, per i lavoratori italiani il “nemico” è innanzitutto in “casa nostra”: è il governo dell’imperialismo italiano, parte attiva dello schieramento NATO come hanno rivendicato Draghi, Mattarella & C.:

  • NO all’invio di altri soldati verso l’Europa orientale! Ritiro di tutte le truppe italiane all’estero!
  • NO alla NATO e all’ipotesi di esercito europeo, tutti strumenti di oppressione e di morte.
  • Azzeramento delle spese militari, aumentate del 20% in tre anni, e trasferimento integrale di quelle risorse alla spesa per sanità, istruzione, pensioni!

La nostra parola d’ordine è: guerra alla guerra!

Unione dei lavoratori di tutti i paesi contro i rispettivi governi, per fermare la guerra del capitale in Ucraina e ovunque essa già ora impazza (dall’Africa occidentale allo Yemen), per uscire da un lungo periodo di passività e rilanciare, anche attraverso la lotta contro le guerre e il militarismo, la prospettiva rivoluzionaria internazionalista, per una società senza sfruttamento e senza guerre fratricide!

Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria

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