Ma quale disastri ambientali: da Genova a Bagnoli, passando per la Val di Susa, il disastro è il capitale.


Per lo Stato borghese, come Cucchi si è procurato da solo le ferite, anche i morti causati dalle polveri dell’Eternit, il cancro se lo sono procurato da soli. Il processo Eternit insegna: per chi ha ucciso migliaia di persone facendoli lavorare con l’amianto, coscienti del fatto che portasse malattie, nessuna condanna. Per chi lotta rivendicando bonifiche reali, lavoro e salario stabile e sicuro, spazi e giustizia sociale, ci sono le denunce penali che si sommano alla repressione quotidiana con teoremi giudiziari e criminalizzazione sui giornali.

E’ questa la democrazia borghese, la loro legalità ed il loro ordine.
E’ l’ordine che difende gli interessi dei padroni, l’ordine che permette la valanga di licenziamenti, cassaintegrazioni, disoccupazione e precarietà dilagante, ma anche inquinamento ambientale e devastazioni come quella di questi mesi a Genova causate da un sistema che difende gli interessi di chi vuole costruire la TAV mentre i territori senza messe in sicurezza, prevenzioni e cura si sbriciolano e producono disastri.

La verità è solo una: a livello mondiale lo sfruttamento capitalistico del territorio e delle risorse ambientali ha raggiunto livelli insostenibili ed aumenta esponezialmente da decenni la produzione di evidenti disastri che chiamiamo “ambientali” ma che nella realtà mettono a nudo la barbarie capitalistica che si muove sempre contro gli interessi ed i bisogni della collettività.

Anche per le alluvioni a Genova ed il disastro che si sta producendo ci sono dei responsabili. E ce ne sta uno su tutti: le responsabilità dei “disastri ambientali” e delle barbarie attuali sono del modo di produzione capitalistico.

Ma proprio mentre Genova crolla per mancanza di messa in sicurezza e prevenzione sui territori, il comitato d’affari della borghesia che oggi è il governo Renzi a botta di fiducia proprio la scorsa settimana ha votato il decreto Sblocca-Italia, ovvero Il decreto legge 133/2014.

Un decreto che nella sua totalità è un attacco definitivo a quelle briciole di procedure democratiche che riguardavano le scelte sui territorio e sul patrimonio urbanistico ed ambientale del paese, che in linea con la peggiore destra neoliberista, definisce lo smantellamento delle norme a tutela del territorio che per un determinato blocco di potere viene considerato un ostacolo agli interessi del partito del cemento e dai costruttori alla finanza speculativa. Un concentrato di misure per la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, la deregolamentazione degli interventi edilizi, il rilancio indiscriminato delle ‘grandi opere’, l’incentivazione degli strumenti finanziari a servizio della speculazione immobiliare, la promozione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, l’agevolazione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, lo proliferazione di gasdotti e gassificatori.

E tra i tanti articoli c’è l’art.33 che prevede addirittura il commissariamento di Bagnoli con l’obiettivo politico evidente di annientare l’opposizione che sul territorio si sta costruendo e che in questi anni ha denunciato il disastro ambientale e sociale prodotto su quel territorio, senza fermarsi dinanzi alla repressione ed alla criminalizzazione. Un opposizione che sul territorio sta crescendo e sta dimostrando come dietro le politiche del governo Renzi, a Bagnoli e non solo, ci sono le banche e Fintecna, la finanziaria statale proprietaria dei suoli ex IRI, che di trasformare il principio di “chi inquina paga” in “chi ha inquinato viene pagato”, ci sono i costruttori come Caltagirone-Cementir in testa, proprietari anche del giornale “Il Mattino” da sempre in prima fila nella criminalizzazione delle lotte.

Noi siamo impegnati nella mobilitazione che in questi mesi si sta costruendo contro lo Sblocca-Italia a livello nazionale (ed in particolare a Bagnoli dove la giornata del 7 Novembre ha rappresentato un momento conflittuale ed importante a livello cittadino e nazionale) e siamo convinti che c’è bisogno di elevare più che mai lo scontro sui temi del territorio-ambiente legandoli a doppio filo con lo scontro tra gli interessi di classe per ribadire la necessità del cambiamento del modello di produzione e di organizzazione sociale, per liberarsi dall’oppressione capitalistica e dalle sua nocività.

E nelle stesse ore in cui veniamo a conoscenza delle decine di denunce per i fatti del 7 Novembre a Bagnoli e parallelamente della sentenza di ieri sull’Eternit, che risulta essere non solo un dolore ulteriore alle famiglie delle vittime, ma è l’ennesima vittoria dei padroni, non possiamo che ribadire la nostra vicinanza alle decine di imputati No Tav, mentre gli interessi del capitale continuano ad essere difesi da ogni responsabilità.

L’alternativa è una sola. Nessun “ambientalismo” ma trasformazione radicale dell’attuale modo di produzione e distribuzione che impone condizioni di vita, oltre che di lavoro, sempre più insostenibili e bestiali. Il capitalismo e i suoi interessati gestori sono il nostro nemico da abbattere non la malattia da curare.

Comunisti per l’organizzazione di Classe