Mediterraneo insanguinato e capitalismo sanguinario

Riprendiamo il titolo di un articolo da noi pubblicato sette anni fa (nota 1) a sintesi di quanto accadeva nel cosiddetto Mare Nostrum riguardo alle stragi di profughi. Tragedie queste purtroppo ancora all’ordine del giorno, e alle quali oggi si aggiungono, a convalida di quella sintesi, segnali sempre più chiari di minacce e rischi di scontri militari. A partire dal conflitto greco-turco sulle Zone Economiche Speciali/Cipro, che rientra in una lotta di potere regionale molto più ampia dalla Turchia ai paesi UE – Italia, Francia e Germania, tra loro divisi sulle sanzioni ad Ankara, – a diversi paesi mediorientali, Israele, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, in particolare, sulle nuove risorse energetiche scoperte (gas) (nota 2), alla questione libica… Il tutto nel quadro di più ampie contese strategiche globali.

Denunciamo con forza il militarismo sempre più in ascesa. Nel 2020 la vendita globale di armamenti è aumentata dell’1,3% in termini reali, nonostante la contrazione del 3,1% dell’economia. Il maggiore incremento nelle importazioni di armi è stato in Medio Oriente, con un 25% in più negli ultimi cinque anni rispetto al periodo 2011-2015.

E, in primis, denunciamo l’imperialismo di casa nostra che, pur in subordine dal punto di vista militare rispetto a quello francese, è parte integrante della contesa in atto nel cosiddetto Mediterraneo allargato dal Medio Oriente-Nord Africa, a partire dalla Libia.

Alla sfida dell’imperialismo americano alle potenze UE, Francia in particolare, sull’Indo-Pacifico, lanciata con l’alleanza trilaterale AUKUS (nota 3), approfittando del suo relativo calo di impegno nel Mediterraneo allargato, Parigi risponde cercando di rafforzare la propria leadership in Europa e di ritagliarsi uno spazio maggiore nella Nato, assicurandosi la capacità di proiezione marittima.

Le manovre militari Polaris 21 (nota 4) nel Mediterraneo occidentale, al largo della Corsica, sotto la regia del gruppo di attacco della marina francese, iniziate il 18 novembre, sono una delle più grandi esercitazioni marittime internazionali, uniche per ampiezza e durata: 16 giorni di operazioni, con il coinvolgimento di 6.000 militari di sei paesi Nato, Francia, Italia, Spagna, Grecia, Uk e Usa. In questa esercitazione, 2 soldati su 3 sono francesi (nota 5).

Nonostante gli attriti seguiti all’alleanza Aukus (Australia, UK, USA, con la cancellazione da parte dell’Australia di un contratto per l’acquisto di sottomarini francesi), il giornale britannico Guardian rileva che i legami per la Difesa tra Francia e UK rimangono saldi.

La Royal Navy (marina britannica) e la Marine Nationale (la marina francese) sono simili sotto diversi aspetti, tra cui le dimensioni e il modo di operare.

A dimostrazione che per le borghesie nazionali il tradimento di un alleato è sempre all’ordine del giorno, se serve alla difesa dei propri interessi specifici.

Un tallone di Achille di cui tener conto nella lotta di classe internazionale, rinsaldando all’opposto l’unità degli sfruttati contro gli sfruttatori.

Alle manovre Polaris 21 hanno partecipato 24 navi da guerra di Grecia, Italia, Spagna, UK, Sesta Flotta americana, il cacciatorpediniere britannico 45 HMS Dragon, la portaerei Charles de Gaulle e varie forze di terra ed aria francesi. Con queste esercitazioni la Francia ha voluto dimostrare le proprie capacità di manovra nel Mediterraneo, come pure la capacità di coordinazione (“plug and fight”) con gli alleati euro-atlantici (UK in particolare), in un quadro di crescente tensione con la Russia, sia per la frontiera orientale, che per il suo rafforzamento nei “mari caldi”.

I partecipanti hanno simulato una battaglia durata sei giorni per il controllo di un territorio occupato, sotto la sorveglianza della portaerei francese Charles de Gaulle.

Mentre negli ultimi venti anni le forze navali sono state coinvolte in conflitti che sono avvenuti sulla terraferma – Siria, Irak, Libia – i futuri conflitti saranno, secondo l’alto ammiraglio francese Pierre Vandier, probabilmente sul mare e nella cybersfera. Vandier parla di “marcia forzata” di espansione delle marine, di quella russa nel Mediterraneo, e di quella cinese nel Pacifico, la quale è triplicata in 10 anni, superando ora la marina statunitense. «Non possiamo aspettare che sia troppo tardi, non possiamo essere colti di sorpresa, dobbiamo dimostrare la nostra credibilità. … se vogliamo essere rispettati dobbiamo dimostrare la nostra combattività.»

La guerra è diventata molto complessa, anche a livello tattico, commentano gli esperti. Interessanti gli esempi concreti sui rischi che modernissimi strumenti elettronici letali si ritorcano contro. Basta che un singolo marinaio abbia configurato scorrettamente una delle sue applicazioni affinché una nave possa essere tracciata. Così nelle operazioni è stato deciso un blackout delle comunicazioni satellitari per 24 ore, costringendo le forze ad operare in una “nebbia di guerra”, tornando alla situazione degli anni Ottanta… è stato ordinato a tutto l’equipaggio di spegnere i cellulari per evitare di essere tracciati.


NOTE:

1) https://www.combat-coc.org/mediterraneo-insanguinato-e-capitalismo-sanguinario/

2) Tra le scoperte di riserve di gas nel Mediterraneo Orientale c’è quella di Zohr fatta dall’Eni, minando le ambizioni regionali della Turchia nel settore energetico. Eni ricorre agli impianti di liquefazione egiziani per fornire il GNL ai mercati UE.

3) Australia, UK, Usa, cfr. PM 50

4) POLARIS è un acronimo di «Préparation Opérationnelle en Lutte Aéromaritime, Résilience, Innovation et Supériorité» (Prontezza Operativa nella Lotta Aeronavale, Resilienza, Innovazione e Superiorità).

5) Dei 6000 soldati 4000 erano marinai francesi. I mezzi: 1 portaerei a propulsione nucleare con la sua aviazione (tra cui 20 Rafale Marine e 2 aerei E-2C Hawkeye), 13 unità da guerra di superficie di cui 5 navi straniere, 1 sottomarino d’attacco a propulsione nucleare, 1 LHD e le sue unità anfibie, 6 navi da pattugliamento, 3 navi da rifornimento, 3 ammiraglie di bandiera e relativo staff, unità di forze speciali della marina, unità antimine, diversi mezzi aerei e antiaerei. Per la lista completa dei mezzi militari dei vari stati partecipanti: https://www.navalnews.com/naval-news/2021/11/here-is-the-ship-list-for-polaris-21-frances-high-intensity-combat-exercise/ Per l’Italia: la fregata multiuso Carlo Bergamini.

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