Modena. Settore agro-alimentare. Manifesto

alimentaristi

Leggiamo sul sito della corrente di opposizione interna alla CGIL questo documento firmato da lavoratori del settore agroalimentare di Modena.

Non conosciamo questi lavoratori né abbiamo alcun contatto con loro ma tutto questo non ci è necessario per affermare che ne condividiamo in pieno non solo la loro esortazione a contrastare l’offensiva padronale, ma anche la loro denuncia di un sistema economico dove l’abbondanza di beni e la ricchezza invece di servire a soddisfare i bisogni della popolazione vengono usate per aumentare lo sfruttamento della classe lavoratrice.
Per questo motivo decidiamo di pubblicare il documento con l’augurio che prese di posizione come questa siano sempre più frequenti e preludano a quella necessaria opera di collegamento tra proletari indispensabile per fronteggiare l’attacco sempre più devastante che la borghesia sta conducendo contro le condizioni di vita di lavoratori, disoccupati e pensionati che vengono chiamati a pagare il conto di una crisi causata dai meccanismi di funzionamento del sistema economico basato sull’appropriazione privata della ricchezza sociale.
Fino ad ora le classi dominanti sono riuscite a mantenere, anzi ad aumentare i loro profitti, nonostante la crisi per la debolezza della reazione degli sfruttati che o non hanno reagito o lo hanno fatto in modo frammentario, localistico, aziendalistico. Sempre più forti emergono però i segnali di una nuova presa di coscienza di settori, per ora minoritari e circoscritti, della classe lavoratrice.

Compito dei comunisti è di rafforzare queste tendenze e dare uniformità agli sforzi, ancora troppo disorganizzati, del proletari per una vita dignitosa. Solo L’unione dei lavoratori e una lotta incessante possono strappare alla classe dominante dei miglioramenti che devono essere considerati solo una tappa di un generale processo che vada in direzione della completa emancipazione delle classi lavoratrici, completa emancipazione che potrà essere realizzata solo con l’instaurazione di un sistema economico e sociale in cui i bisogni dell’umanità (e non il profitto, come avviene oggi nel vigente sistema capitalistico) saranno il solo criterio regolatore della produzione e della distribuzione.

Siamo lavoratrici e lavoratori del settore agricolo-alimentare della provincia di Modena che ritengono necessario e non piu’ rimandabile un forte contrasto alla gestione antipopolare della crisi portata avanti dalle centrali economico-finanziarie del capitalismo europeo e dai padroni negli ultimi 25 anni. La crisi attuale non è di penuria, non è una carestia o una calamità naturale, ma è crisi di abbondanza di capitali e di sovrapproduzione di merci. Le classi sociali più ricche la usano per cancellare reddito e diritti conquistati in anni di dure lotte dai lavoratori e lavoratrici italiane. Il disegno capitalista portato avanti dalla triokanon ci appartiene , noi non vogliamo essere competitivi, iper produttivi o concorrenziali con i lavoratori di altri paesi. Altri sono i nostri valori, la solidarietà internazionalista, il diritto al reddito, la riduzione del tempo di lavoro e la riconquista di tempo in più da dedicare alla nostra vita che questo sistema ci sequestra. Oggi siamo ad uno snodo cruciale, l’attacco violento dei governi che si sono succeduti negli ultimi 25 anni ha cancellato l’intero impianto normativo e di diritti che abbiamo conosciuto negli anni passati, passando per la precarizzazione del lavoro e l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori. A questo le centrali Sindacali si sono piegate e anche la CGIL, alla disperata e infruttuosa ricerca dell’unita’ Sindacale non ha risposto con la determinazione che era necessaria, contribuendo alla progressiva demoralizzazione e alla sostanziale passività e rassegnazione dei lavoratori. Noi siamo coscienti della forza immensa che va messa in campo per contrastare il potere che le forze politiche ed economiche, che stanno gestendo queste politiche, hanno prodotto e producono, ma sappiamo altrettanto bene che non esistono isole felici dove ritirarci se non tentassimo di contrastare questo stato di cose , per questo vogliamo provarci partendo dal basso, cominciando a rovesciare i termini del discorso.

1) I soldi ci sono, se ci sono per le guerre, gli interventi militari, gli F 35, le missioni militari all’estero, la tav, il mose, la cispadana, la corruzione, le evasioni fiscali, i profitti astronomici di padroni, manager e politici, cancelliamo quelle voci e facciamo scuole e asili sicuri, strutture sanitarie, risanamento idrogeologico del territorio e introduciamo un reddito minimo garantito per chi resta senza un lavoro o non riesce a trovarlo e che potra’ servire soprattutto ai giovani a cui è stato cancellato il futuro.

2) Cancelliamo con le lotte il Jobs act, la riforma Fornero delle pensioni, la legge 30, la legge Bossi-Fini e la riforma della scuola, che ha visto nei giorni scorsi un grande sciopero generale.

Chiamiamo tutti i cittadini della nostra provincia, le lavoratrici ed i lavoratori, i giovani, gli studenti, i pensionati, i disoccupati e i precari, a firmare questo manifesto con l’impegno di autoconvocare entro l’autunno un’assemblea pubblica di costituzione di un comitato popolare contro la crisi.

Massimo Valentini lavoratore in mobilita’Cantine Riunite @ Civ
Diego Capponi lavoratore Suincom
Claudia Venturelli RSU Suincom
Di Fonte Sabino RSU Suincom
Ori Lanfranco RSU Inalca
Lorena Barozzi RSU Villani
Alberto Lugli Rsu Cantine Riunite@ Civ
Roberto Saguatti Rsu Cantine Riunite @ Civ
Fabio Esposito RSU Cantine Riunite @ Civ
Bruzzi Daniele RSU Apofruit
Manni Franca Pensionata
Albarani Alessandro Lavoratore Menù