Purghe di Stato

Come una purga, espelle gli escrementi, depurando e rigenerando l’organismo.

Corruzione e “lotta alla corruzione” sono due facce della stessa medaglia.
La prima usa il sistema, la seconda vuole mantenerlo.
La prima succhia soldi e favori, la seconda vuole che ciò avvenga nelle regole, in forma trasparente, pulita.

Ogni vent’anni, quasi come un ciclo capitalistico, si ricambia l’aria nelle stanze del sistema.
Vent’anni fa’, toccò ai magistrati di “mani pulite” officiare al funerale della prima e tenere a battesimo la “seconda repubblica”.
Vent’anni prima ancora, fu la “diversità” Berlingueriana a segnare il passaggio politico del compromesso storico ed a seppellire il lungo ciclo di lotte di classe degli anni ’70.
Oggi, l’ideologia della lotta alla “casta”, ai suoi fasti ed ai suoi sprechi, fa da prodromo alla ridefinizione dei nuovi equilibri politici e dei nuovi raggruppamenti parlamentari nell’Italia a “sovranità limitata” e nell’Europa potenza.
Sempre, il tentativo di superamento dello scandalo e della corruttela ha spianato la strada al mantenimento della normale ingiustizia capitalistica.
Da sempre, corruzione e caste sono l’altro nome delle classi, e della società divisa in classi, da nessun “giustiziere” mai messa in discussione.
Di piu’, le forme della corruzione cambiano nel tempo adeguandosi ai tempi storico-politici, ma non cambia la endemicità e l’ineliminabilità di questa nel sistema dello sfruttamento.
Oggi, quel decentramento amministrativo presentato come novità a garanzia della trasparenza e della “democrazia partecipata”, come diluizione del potere centralista, fa acqua da tutte le parti, dimostrando con i suoi scandali, di essere solo una “misera” manciata di prebende per i papponi di tutti i colori politici, di fronte all’enorme fiume di denaro pubblico drenato dal parassitismo burocratico amministrativo dell’intero apparato statuale.
E’ per questo che, sostenuta dai mille “rinnovatori, rottamatori e giustizieri di caste”, procede, anche se contraddittoriamente, la riforma dimagrante dello stato borghese mentre si ritorna, costretti dagli eventi, alla ricentralizzazione di potere.
E’ evidente che senza la rottura del sistema capitalistico, ogni ciclo di “lotta alla corruzione” produce soltanto un adeguamento, una variazione sul tema dell’eterna ingiustizia capitalistica.
Solo la rivoluzione sociale abolisce la corruzione, perchè distrugge il sistema che la origina e, sotto mille forme, la perpetua.

Combat – Comunisti per l’Organizzazione di Classe

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