Sabato 6 giugno: un primo passo positivo sul cammino verso un fronte unico di classe

Un primo passo decisamente positivo sul cammino dell’unità delle lotte in una prospettiva anti-capitalista e internazionalista

Il successo della giornata di mobilitazione nazionale indetta per sabato 6 giugno dal Patto d’azione per il fronte unico di classe non era scontato. Perché la forza che ha dato un impulso decisivo a questa iniziativa, i proletari della logistica organizzati nel SI Cobas, usciva da una prova coraggiosa e costosa in termini materiali: il rifiuto, in solitario, di essere trattati, nella pandemia, da carne da macello. Ma non era scontato anche perché la logica del Patto d’azione va controcorrente rispetto all’abitudine consolidata, in campo sindacale, sociale e politico, a coltivare con gelosa cura i propri orticelli fino a renderli aridi.

Se si tiene conto, poi, della condizione di stordimento e di stasi che ancora domina nella classe lavoratrice, ecco che la giornata di mobilitazione del 6 giugno appare per quello che realmente è: un primo passo decisamente positivo sul cammino dell’unità delle lotte in una prospettiva anti-capitalista e internazionalista.

Il primo momento in cui, da Milano a Palermo (la cosa ha il suo significato, essendo in tempi di rinnovata polemica spacca-classe Nord contro Sud, e viceversa), si è scesi insieme nelle piazze per dire insieme NO al tentativo in atto da parte di Confindustria, del governo Conte, dell’Unione europea di scaricare la devastante crisi capitalistica in corso, sanitaria ed economica, sulla classe lavoratrice. Per gridare insieme NO alla decisione dei poteri forti del capitale finanziario di ingigantire a dismisura il debito di stato, stringendolo come un laccio soffocante al collo delle attuali e future generazioni di sfruttati/e.

E si è scesi in piazza PER affermare le necessità vitali immediate delle lavoratrici, dei lavoratori, dei giovani nati senza privilegi, dei proletari e delle proletarie immigrate, di difendere senza arretrare i posti di lavoro, la propria salute, i salari, il diritto al salario garantito per i disoccupati e al permesso di soggiorno per tutti gli immigrati, la libertà di sciopero e di organizzazione, mettendo all’odg un primo attacco all’intangibile proprietà privata capitalistica con una patrimoniale del 10% sul 10%, all’altrettanto intangibile militarismo con l’abbattimento delle spese militari, e rimettendo in campo, con forza, la prospettiva della riduzione drastica e generalizzata della giornata lavorativa.

Il carattere internazionalista di questa giornata era nella composizione stessa delle piazze, specie delle piazze del Nord, piene di proletari e proletarie di tante diverse nazionalità. Ma è stato anche nell’unanime sentimento di solidarietà e di unità con le piazze degli Stati Uniti in rivolta dopo il brutale assassinio di George Floyd, che è stato manifestato in tutte le città, dalla presenza di alcune comunità di immigrati, tra cui quella palestinese, e dalla diffusa consapevolezza che lo scontro che si è aperto è uno scontro globale nel quale al capitale globale dovremo opporre la globalizzazione delle lotte e dell’organizzazione politica di classe.

Noi compagni/e della Tendenza internazionalista rivoluzionaria lavoriamo da più di due anni a che questa prospettiva cammini all’interno della nuova composizione multinazionale del proletariato che vive in Italia, contro le tradizioni, così fortemente presenti nel nostro contesto, del “nazionalismo operaio” e del localismo. Salutiamo con soddisfazione la giornata del 6 giugno anche perché essa ha portato allo scoperto la crisi del “sovranismo di sinistra” che sta liberando forze vive e militanti dai lacci e lacciuoli di un malcelato nazionalismo ostile al proletariato immigrato, e l’angustia di un’idea dello scontro sociale tutta interna ad un’ottica localista.

È solo un primo passo, che indica la direzione giusta in cui procedere. Ma la nostra ambizione è puntare al grosso della classe lavoratrice, e ad interagire con i movimenti che si sono sviluppati sul terreno dell’anti-razzismo, della lotta contro l’oppressione di genere, della lotta contro il saccheggio e il degrado ambientale, chiamando quanti sono impegnati su questi terreni al confronto e all’unità poiché il bersaglio ultimo di questi conflitti è il medesimo: il sistema sociale capitalistico, il più micidiale dei virus da debellare e sradicare dalla faccia della terra, che ha fatto il suo tempo, e non è in grado di riservarci altro che un’infinita catena di disastri.

Quello che si è visto in una ventina di piazze non è certo il fronte unico di classe così come noi lo concepiamo: è solo un primo passo verso la sua formazione. È l’indicazione della direzione in cui procedere per preparare il terreno, per educare una avanguardia di lavoratori/lavoratrici e di giovani compagni/e ad attrezzarsi per rapportarci in modo efficace alla sicura riesplosione in grande del conflitto di classe che ci attende, e farà la differenza. Senza coltivare la minima illusione in percorsi e patti elettorali, restando e radicandosi sul terreno della lotta di classe dispiegata a tutti i livelli: economico, sociale, politico, culturale, ideologico – che non hanno tra loro muraglie cinesi per la classe sfruttatrice, e non debbono averne neppure per noi.

Sarà importante, ora, definire da subito i prossimi passi da compiere per rafforzare la prospettiva e diffondere il programma indicato dalle Assemblee per il Fronte Unico di Classe, e dare continuità all’iniziativa del Patto d’azione a scala nazionale, e nei luoghi di lavoro, nelle città, nei territori.

Condividiamo in pieno, infine, la decisione del SI Cobas e dell’Adl Cobas di aprire una discussione con altre forze e compagni del sindacalismo conflittuale per dare vita a un’assemblea dei delegati/e e dei lavoratori/lavoratrici combattivi, che, con tutta probabilità in settembre, chiami a raccolta, al di là delle appartenenze formali, la parte più viva della classe lavoratrice. La costituzione di un coordinamento di lotta contro le politiche borghesi e il governo Conte non potrà che rafforzare il Patto d’azione, e sarà un’occasione per lanciare un messaggio di lotta anti-capitalista e internazionalista molto al di là del nostro perimetro attuale.

8 giugno, Tendenza internazionalista rivoluzionaria

Per un completo elenco dei comunicati sulla giornata di sabato 6 giugno, rimandiamo alla pagina web del Pungolo Rosso.