[Sesto Fiorentino] A fianco dei lavoratori della Richard-Ginori in lotta

A fianco dei lavoratori della Richard-Ginori in lotta: dall’occupzione della fabbrica portiamo lo scontro sociale su tutto il territorio! Lavoro o non lavoro, un salario per vivere!

Nella giornata del 7 gennaio i lavoratori della Richard-Ginori, storica fabbrica di Sesto Fiorentino, hanno occupato l’azienda. Dopo avere per mesi tenuto col fiato sospeso i 314 dipendenti dietro l’ipotesi del “concordato preventivo”, sponsorizzato dal tandem Lenox-Apolum, il Tribunale di Firenze ha bocciato il progetto del liquidatore. La strada che si prospetta è ora quella del fallimento.

La reazione degli operai è stata giustamente quella di occupare immediatamente la fabbrica. Questo gravissimo episodio è solo l’ultimo anello di una ormai interminabile catena di chiusure, esternalizzazioni, licenziamenti, precarietà “usa e getta”, disoccupazione che il capitalismo in crisi scarica su milioni di proletari, di ogni età, condizione e provenienza.
Fino a che c’è stato da fare lauti profitti sulla nostra pelle, ci hanno tirato il collo con ritmi di lavoro e straordinari in cambio di salari sempre più miseri.
Ora che i padroni trovano più conveniente andare a fare soldi da altre parti ed in altro modo, il futuro che ci prospettano è il lastrico!

Nessuna meraviglia e nessun falso moralismo: questo è il capitalismo!

In tutte le latitudini, in ogni regime politico, dentro una qualsiasi forma di governo borghese! Berlusconi, Monti, Bersani…sono tutti servitori degli stessi padroni, tutti d’accordo sul fatto che a pagare siano sempre e comunque gli operai!
Dobbiamo acquisire la maturità politica di non farci più ingannare dalle frasi infarcite di “socialità”, e difendere i nostri interessi al di fuori di logiche elettoralistiche e “concertative”.

Non siamo soli. Altri lavoratori stanno vivendo, chi più chi meno, vicende simili a quelle della Ginori: la Fiat, l’Ilva, l’Iribus, Fincantieri…solo per citare i nomi più noti.

Non solo: dove ancora il lavoro “tira”, come nelle Logistiche del Nord, da anni i lavoratori, in gran parte migranti, sono sottoposti ad uno sfruttamento selvaggio, privo del rispetto dei diritti più elementari della dignità umana, e alla loro lotta i padroni rispondono con licenziamenti politici e cariche, manganellate ed arresti della Forza Pubblica, coperti dall’omertà dei partiti borghesi di ogni colore e dei Sindacati Confederali collaborazionisti. Ciononostante quasi ovunque riescono con la lotta a imporre il rispetto dei loro diritti, come in queste settimane all’Ikea di Piacenza

Si può e si deve reagire!

Entrare in fabbrica ed occuparla è il primo importante passo. Se il padrone ci licenzia, che venga a riprendersi, passando sui nostri corpi, quel capitale che tanto gli interessa e che ora è lì sotto il nostro controllo!

Ma non basta.

Possono prenderci per stanchezza ed isolamento. Ci faranno “sbollire”, per poi “condirci” con qualche promessa fasulla…L’esperienza di questi anni è piena di casi del genere.

Occorre portare la lotta anche fuori dai cancelli di fabbrica! Occorre organizzarsi e collegarsi con gli altri lavoratori e coi disoccupati, per costringere i padroni e le istituzioni a pagarci un salario garantito!

Questa è l’unica garanzia che potrebbe tenerci in piedi, al di là delle vicende giudiziarie e degli intrufolamenti politico-sindacali!
Ma questa cosa nessuno ce la regala. Dobbiamo conquistarcela! Senza delegare nessuno!

Costituendo un comitato di lotta di lavoratori per i lavoratori, all’interno del quale decidano direttamente su come mandare avanti la lotta!

Alla lotta! Solo con la nostra unità e la nostra indipendenza si vince!

8/01/2013
Comunisti per l’Organizzazione di Classe – GCR

Leave a Reply