Solidarietà ai compagni del CSA Dordoni

Emilio resisti!

Domenica scorsa a Cremona una sessantina di fascisti organizzati da Casa Pound e provenienti da diverse città, tra cui Parma e Brescia, approfittando di una partita di calcio hanno assaltato con spranghe e cinghie il centro sociale Dordoni, difeso dai pochi compagni presenti al momento, che con coraggio e determinazione sono riusciti a difendere il proprio spazio di autorganizzazione.

Nell’aggressione pianificata Emilio, un compagno del Dordoni è stato colpito alla testa e selvaggiamente pestato, anche quando già a terra, subendo trauma cranico ed emorragia cerebrale, e ancora ieri si trovava in stato di coma.

Mentre scriviamo ci risulta che le condizioni di Emilio per quanto gravi si siano stabilizzate, pur non essendo fuori pericolo: l’ematoma cerebrale non si è ulteriormente esteso e un versamento di sangue nei polmoni è stato drenato; rimane il rischio della perdita di un occhio.

Di fronte a questa brutale aggressione fascista la polizia non ha saputo che identificare gli squadristi e caricare i compagni solidali sopraggiunti che stavano rispondendo agli aggressori, mentre la stampa borghese ha presentato l’aggressione come uno scontro tra opposte tifoserie o opposti estremismi.

Come Comunisti per l’Organizzazione di Classe – COC esprimiamo tutta la nostra solidarietà al compagno Emilio, e ai compagni del Dordoni, in prima fila in tante lotte sociali dalla parte dei proletari italiani e immigrati, uniti nelle lotte degli operai della logistica come in quelle per la casa, ribaltando nella pratica quella divisione nazionalistica su cui i fascisti fanno leva per spezzare il fronte proletario.

I neofascisti mascherano con una fraseologia populista la loro vera natura antioperaia, e si candidano a replicare il ruolo già svolto storicamente dal fascismo, di stroncare con la violenza il movimento operaio, colpendo le sue avanguardie. I tempi sono diversi rispetto agli anni Venti in cui tutta la grande e media borghesia finanziò e mandò avanti i fascisti per schiacciare un movimento operaio che per mancanza di direzione rivoluzionaria aveva mancato la presa del potere. Oggi la borghesia schiaccia un movimento operaio con il Jobs Act e gli altri provvedimenti del governo Renzi, che espongono i lavoratori al ricatto permanente del licenziamento e rendono più difficile l’autorganizzazione dei lavoratori. È nell’opposizione proletaria al governo Renzi che si deve rafforzare un fronte proletario capace di schiacciare sul nascere ogni rigurgito fascista.