Oggi scendere in piazza nell’anniversario della lotta contro il fascismo ha un senso solo se si coglie la sua anima anticapitalista, fatta propria da quei proletari che si sacrificarono per abolire le disuguaglianze e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
La nostra “Resistenza” oggi: è quella contro questo governo gialloverde, che ha varato il “Decreto Sicurezza” che sulla falsariga del “democratico” Minniti abolisce la protezione umanitaria per i profughi (trasformandoli in clandestini a disposizione dei caporali), promette galera fino a 4 anni per gli occupanti di case (case popolari lasciate VUOTE!) e multe di migliaia di euro per blocco stradale (contro i picchetti …
Nel giro di qualche giorno sono stati aggrediti in Lombardia quattro esponenti del SI Cobas.
Il 22 aprile alla Bartolini di Landriano (PV), nel corso di una assemblea sindacale dove un energumeno delegato della CGIL, noto tirapiedi dell’azienda, ha aggredito e poi percosso un militante ed un delegato interno del SI Cobas, procurando a quest’ultimo un trauma cranico.
Nella notte tra il 24 ed il 25 aprile a Seriate (BG) il coordinatore provinciale del sindacato viene atteso all’interno della sua abitazione e percosso da due individui non identificati. Il compagno subisce contusioni varie al viso e una frattura alla gamba.
Infine nella prima …
Le celebrazioni ufficiali per il venticinque aprile di quest’anno suonano particolarmente ipocrite.
Mentre decantano la superiorità della democrazia, della libertà di parola, dello stato di diritto, le autorità dello stato italiano hanno appena siglato insieme agli altri governi europei un accordo col regime liberticida della Turchia per affidargli la repressione dei migranti. Festeggiano la fine dell’occupazione militare nazifascista, ma hanno appena deciso l’invio di nuove truppe all’estero (in Iraq e Kuwait, col prossimo invio di 450 soldati a protezione della diga di Mosul, i soldati italiani diventerebbero 1.300, che si aggiungerebbero ai 600 nei Balcani, 1.100 in Libano, 800 in Afghanistan …
Con l’aprile del 1945 in Italia terminava l’occupazione tedesca, un’occupazione che aveva assunto caratteri di rapina verso l’apparato produttivo italiano e imposto un pesante tributo in primo luogo ai proletari che già da anni versavano sangue e sudore per le guerre dell’Asse, ma anche ai borghesi che da alleati dell’imperialismo nazista lo avevano lasciato per trovarsi improvvisamente nei panni delle sue vittime. Per la classe dirigente italiana la fine della Repubblica di Salò era la fine delle requisizioni e l’avvio di una fase di ricostruzione, una ricostruzione fatta all’insegna dello sfruttamento più bieco, tutelato da tutti i partiti del CNL …