L’accordo sul nucleare iraniano firmato a Vienna, dopo mesi di trattative, prima segrete e poi dal febbraio 2013 pubbliche, viene da lontano. Sembra modificare radicalmente la politica estera Usa, quasi quanto la strategia del ping pong nei confronti della Cina all’epoca di Nixon.
Da subito si è aperta la partita delle valutazioni
Scontata la diretta condanna di Israele, la velata ostilità saudita, la soddisfazione europea.
Non manca chi considera l’accordo niente più che una montatura pubblicitaria inventata a sostegno delle fortune politiche dei firmatari: il bisogno di lasciare una traccia “storica” del proprio passaggio per Obama, il bisogno di incassare qualche successo per …
Da circa quattro anni le fazioni armate della Libia si scontrano. I servizi segreti italiani ne hanno censiti 200; al di là della connotazione tribale, ideologica o religiosa cuore del conflitto tra tribù e brigate è nell’accaparrarsi il patrimonio miliardario di Gheddafi e il business di petrolio e gas; per finanziarsi cercano di prendere il controllo di un pozzo petrolifero e di vendere più o meno legalmente il petrolio, oppure hanno coltivato come attività economica lo sfruttamento dei profughi, sottoposti ad estorsioni e arresti arbitrari.
In questo contesto l’imperialismo italiano ha espresso un’ambizione, parzialmente rientrata, di intervenire. Rispetto al 2011, …
Il governo italiano dopo essersi dichiarato pronto a guidare una spedizione militare in Libia contro l’avanzare dell’ISIS, e aver chiesto di mettersi alla testa di un esercito europeo con Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, oggi prende tempo, probabilmente in attesa delle reazioni internazionali.
Dopo lo smacco del 2011, quando l’intervento franco-britannico-americano ruppe le uova nel paniere della collaborazione (di Prodi quanto Berlusconi) con Gheddafi, Renzi non vuole perdere l’occasione ISIS per recuperare il predominio in Libia, a un secolo dalla prima invasione coloniale. L’ISIS sua volta ha stigmatizzato l’”Italia crociata” alla testa delle “nazioni atee” nel tentativo di polarizzare un nuovo …
Una delle costanti che tutti danno per scontata in politica estera è l’asse privilegiato Israele-Usa, quindi l’idea di Israele “gendarme statunitense” in Medio oriente per questo ampiamente foraggiato, armato e difeso. Il dato della spesa americana per Israele e delle forniture militari è incontrovertibile.
Il vicepresidente Joe Biden ha informato il Senato Usa che la sola amministrazione Obama, dal 2008, ha fornito a Israele 17 miliardi di $ in aiuti militari; di cui 225 milioni consegnati nel pieno dei bombardamenti su Gaza quest’estate e 350 milioni stanziati il 13 dicembre 2014. Entrambe le elargizioni finalizzate ufficialmente a rafforzare il sistema missilistico …
Gli Emirati Arabi Uniti (UAE) hanno bombardato le milizie islamiche in Libia, col supporto logistico dell’Egitto. Lo afferma il Pentagono. Gli interessati smentiscono. Per i commentatori specializzati i raid non sono stati altro che un episodio del lungo e meticoloso braccio di ferro che stanno conducendo Qatar da una parte, Emirati e Sauditi dall’altra. Con il tacito appoggio della Turchia l’uno, il fattivo appoggio dell’Egitto gli altri. Il caos libico si presta come campo di esperimento, perché si tratta di una patata bollente di cui nessuno è ansioso di occuparsi.
Gli Usa attraverso tutti i loro portavoce lamentano a) di non …
Dopo l’approvazione delle commissioni parlamentari Esteri e Difesa di Camera e Senato, l’Italia si appresta a fornire armi alle forze armate del Kurdistan iracheno. Come faceva notare il ministro della Difesa Roberta Pinotti, “non era necessario un voto ma il governo ha voluto comunque questo passaggio parlamentare”: le scelte politiche le fanno i governi, al più i parlamenti ratificano.
Le forniture belliche saranno uno strumento per contenere l’avanzata dell’IS, per tenersi aperta la strada verso il mercato iracheno, per piazzare armi italiane in una regione che ne ha costantemente bisogno.
Non è certo la prima volta che l’azienda Italia fornisce armi utili …
Dopo una fase di “repressione controllata” in cui le uccisioni si alternavano ai tentativi di dialogo, il braccio di ferro fra i Fratelli Musulmani e i militari è sfociato in un massacro. Mentre scriviamo il bilancio si aggrava di ora in ora: alla giornata di giovedì 15 agosto i morti ufficialmente riconosciuti sarebbero oltre 600 e venerdì altri 173, mentre la Fratellanza parla di 4500 morti in tutto l’Egitto.
Il golpe laico che avrebbe dovuto salvare il paese arabo da una nuova autocrazia islamica si è tradotto in una prevedibile sanguinosa repressione che oggi colpisce i sostenitori del deposto presidente Morsi …