Il 25 gennaio, l’Egitto ha celebrato il decimo anniversario della rivoluzione del 2011 che rovesciò il governo di Hosni Mubarak. Cosa è cambiato?
Ben poco per i lavoratori e in generale per la popolazione egiziana, se, nonostante la forte repressione statale, anche nel settembre 2020, lo stesso giorno delle proteste del 2019, nei villaggi e nelle città che si estendono da Damietta nel nord a Luxor e Assuan nel sud, sono scoppiate piccole ma diffuse proteste di strada, per lo più in alcune delle aree più povere e remote del paese.
Arresti di massa e repressione violenta delle proteste rivelano quanto il …
Nel marzo 2015, l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi, a Sharm El Sheikh, dichiarò: «L’Egitto è un’area straordinaria di opportunità. Abbiamo fiducia nell’Egitto e nella sua leadership, nelle sue riforme macroeconomiche ambiziose: sosteniamo la sua missione in favore della prosperità e della stabilità».
Nel gennaio 2016, a poche settimane dal rapimento e uccisione del ricercatore italiano Giulio Regeni, le lodi per regime di Abdel Fatah al-Sisi vennero tessute anche dall’Ente Italiano per il commercio con l’estero: «Il processo di stabilizzazione politica, che ha visto nell’elezione del presidente Abdel Fattah al Sisi il suo momento culminante, si sta riverberando positivamente sull’economia dell’Egitto. …
Dopo un periodo di rabbia latente contro l’aumento del costo della vita, lo scorso 19 dicembre è scoppiata in Sudan la rivolta per l’insostenibilità della crisi economica, prodotta dalle misure di austerità imposte dal regime di al-Bashir. Le proteste esplose nella città di Atbara, nell’Est del paese, si sono subito estese alle vicine città, e poi si sono propagate a decine di città e villaggi, giungendo il 25 dicembre con un grande corteo nella capitale, Khartoum, davanti al palazzo presidenziale.
Alle spontanee proteste di giovani e lavoratori si sono aggiunte forze politiche e sindacali: la Sudanese Professional Association (SPA – Associazione …
Fra il 30 maggio e il 2 giugno il governo saudita ha riunito una folla di leader arabi e mussulmani. Uno dopo l’altro si sono tenuti 2 vertici “di emergenza”, quello della Lega Araba (22 membri) e quello del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gcc – 6 membri), appena prima di quello annuale dei 57 Paesi membri della OIC (Organizzazione della Cooperazione islamica ).[1]
L’OIC si è riunita sui temi decisi in precedenza (status di Gerusalemme, alture del Golan, Rohingya e islamofobia dilagante).
La Lega Araba e il GCC sono stati convocati dal sovrano saudita re Salman bin Abdulaziz, nella sua duplice …
Non c’è alcun dubbio sul permanere degli interessi italiani in Libia, interessi economici e geopolitici. E non c’è alcun dubbio che qualsiasi governo, di qualsiasi orientamento politico, ne debba tener conto.
Vale la pena di fare un aggiornamento dopo il summit di Palermo.
Nei primi mesi il governo pentastellato si è limitato a una monotematica comunicazione mediatica, forzando l’attenzione sul tema degli immigrati che dalla Libia “invadevano” l’Italia nell’indifferenza degli altri paesi europei. Dietro le quinte si cercava di far saltare l’ipotesi di elezioni a dicembre fortemente volute dalla Francia di Macron. Davanti alla crisi scoppiata in Libia il 26 agosto e …
Non c’è alcun dubbio sul permanere degli interessi italiani in Libia, interessi economici e geopolitici. E non c’è alcun dubbio che qualsiasi governo, di qualsiasi orientamento politico, ne debba tener conto.
Vale la pena di fare un aggiornamento dopo il summit di Palermo.
Nei primi mesi il governo pentastellato si è limitato a una monotematica comunicazione mediatica, forzando l’attenzione sul tema degli immigrati che dalla Libia “invadevano” l’Italia nell’indifferenza degli altri paesi europei. Dietro le quinte si cercava di far saltare l’ipotesi di elezioni a dicembre fortemente volute dalla Francia di Macron. Davanti alla crisi scoppiata in Libia il 26 …
Quando si parla di Islam, spesso lo associamo alle immagini di masse sterminate accalcate alla Mecca per i rituali, che durano 6 giorni, cui ogni buon musulmano osservante deve sottostare almeno una volta nella vita. Gli avvenimenti del dicembre 2017 relativi al destino politico di Gerusalemme ci ricordano che anche Gerusalemme, sia pure in subordine a La Mecca e Medina, è un luogo santo dell’Islam.
Il pellegrinaggio (l’Hajj) alla Mecca (dove Maometto secondo il Corano è nato) e in subordine a Medina (dove il Profeta è morto ed è sepolto) è fra i 5 pilastri dell’Islam (gli altri quattro sono la …
Tempi duri per i palestinesi, a Gerusalemme Est come a Gaza o in Cisgiordania.
A Gerusalemme Est 420 mila palestinesi “residenti permanenti” vivono dal 1967 in una sorta di limbo legale, non sono né cittadini israeliani né cittadini giordani, non godono dei servizi, scolastici o sanitari, devono chiedere il permesso di lavoro come un immigrato anche se sono nati lì da famiglie che risiedono lì da generazioni; se vanno all’estero per un periodo superiore a tre mesi perdono il diritto di tornare. Dal 1967 ne sono stati espulsi quasi 15 mila, a molti è stata distrutta la casa con futili pretesti. …
L’uccisione dell’ex presidente Saleh, il 4 dicembre, riporta alla ribalta della cronaca il sanguinoso conflitto. Nessun personaggio ufficiale si era invece mosso per la strage dei bambini a causa del colera e della fame, per non parlare dei morti sotto i bombardamenti o lasciati sul terreno.
Saleh è stato ucciso da quei ribelli Houthi (appoggiati dall’Iran) con cui si era strumentalmente alleato e che si apprestava a tradire in favore dell’Arabia Saudita in cambio di un ritorno al potere, da cui era stato allontanato nel 2012. La morte di Saleh fa svanire l’illusione di una vittoria saudita attraverso la scorciatoia dell’accordo …
L’attentato in Sinai avviene in un contesto di forte tensione fra gli Stati dell’area: Iran, Arabia, Turchia, Egitto), con un ruolo attivo più o meno evidente di Israele e Turchia. continua nel silenzio assordante della stampa occidentale il sanguinoso conflitto in Yemen e il blocco del Qatar, le velleità indipendentiste del Kurdistan iracheno sono state per ora represse, mentre l’acuirsi dei contrasti fra Iran e Arabia Saudita stanno coinvolgendo il Libano; Russia, Turchia e Iran tentano un accordo sul futuro assetto della Siria.
Se sarà confermato che si tratta di un’azione ispirata se non diretta dell’ISIS, si tratta da un lato …