Dopo il precedente articolo sulle elezioni israeliane, pubblichiamo un bilancio dei risultati.
Sono state elezioni combattute all’ultimo voto, la durezza dello scontro si vede dal tasso di partecipazione al voto (71,8%), la più alta dal 1999, cinque punti in più rispetto al 2013.
In particolare la partecipazione degli arabi al voto è passata dal 56,5% del 2013 al 70,1% (provocando uno sprezzante commento da parte di Netanyahu “stanno andando a votare a branchi, pagati da denaro straniero”). Una battuta fuori luogo a vari livelli, tenuto conto che il 90% dei finanziamenti per la campagna elettorale sua e dei principali leader del Likud …
Il terzo voto andato a vuoto il 29 dicembre per l’elezione del Presidente della Repubblica, ha comportato inevitabilmente lo scioglimento del Parlamento di Atene e nuove elezioni politiche, che sono state fissate al 25 gennaio. Sconfitta politica, quindi, del premier Antonis Samaras (Nea Dimokratia, centro destra).
Samaras riteneva di poter imporre un proprio candidato in sostituzione di Karolos Papoulias, comunque a fine mandato, presentando eventuali nuove elezioni politiche come un “salto nel buio”; in realtà non è riuscito a trovare alleati per arrivare ai fatidici 180 voti, perché nessun ha voluto condividere la responsabilità della sua impopolare politica di austerity. Nessuno …
I dati delle recenti elezioni amministrative sono più chiari che mai: in Emilia e in Calabria oltre il 60% dell’elettorato attivo si è rifiutato di aderire allo stanco rito ed alla farsa della democrazia borghese: quella in cui ti chiamano periodicamente a decidere chi dovrà opprimerci e sfruttarci in nome e per conto dei padroni.
Gran parte di quel 60% che ha disertato le urne sono come sempre proletari, operai, disoccupati e precari senza futuro. Sappiamo che tutto ciò non significa che essi -col “non voto”- abbiano acquisito automaticamente una coscienza di classe. Ma riteniamo che quest’ ultima debba comunque passare …
La vittoria di misura di Dilma Rousseff alle presidenziali di fine ottobre (con il 51,6% al ballottaggio con Aecio Neves che si ferma al 48,4%) non fa che registrare una spaccatura non risolta all’interno della classe dirigente brasiliana (Nota 1).
Determinante per la sua vittoria è stato il voto degli stati più poveri, dove percentualmente sono più numerosi i beneficati dai programmi di sussidi come la Bolsa Famula e Fome Zero. Essa raccoglie più del 60% dei voti in Amazzonia, nel Nord e nel Nord-est, dove prevale la popolazione nera o meticcia (in un villaggio del Marnhao, uno degli stati più …
Nelle elezioni di midterm che si sono tenute martedì 4 novembre negli USA, il partito democratico ha subito una secca sconfitta. I repubblicani conquistano 7 nuovi seggi al Senato e così passano a 22 seggi su 36, riconquistando la maggioranza che non avevano più dal 2007; inoltre consolidano la maggioranza alla Camera dove passano da 233 seggi a 246 si un totale di 435.
Anche nelle elezioni dei governatori i repubblicani avanzano, conquistando 24 stati su 36 di quelli in cui si votava.
Il tracollo democratico in larga parte è dovuto alla delusione per la politica di Obama: pesano la mancata chiusura …
Le passate elezioni europee hanno segnato un drastico mutamento del quadro politico del vecchio continente. Segnato, ma non determinato, perché non è nelle urne che vengono prese le decisioni politiche. Le elezioni sono un processo con cui la borghesia forma una compagine politica che sia la sintesi delle proprie frazioni; una sintesi imperfetta, che risente di molti fattori, fra cui anche gli umori dell’elettorato, ma nella quale i cittadini non hanno potere, salvo quello di scegliere quale uomo della classe dirigente avrà il compito di tutelare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Il parlamento che viene eletto non è un centro decisionale, …
In questo weekend elettorale per eccellenza (elezioni europee, presidenziali in Ucraina (25 maggio) e Egitto (26 e 27 magio), due elementi accomuna Ucraina ed Egitto: l’esito scontato (Al Sissi per l’Egitto, il re del cioccolato Poroshenko per l’Ucraina) e la probabile bassa affluenza alle urne. Un ipocrita rito democraticistico queste elezioni, che semplicemente devono legittimare lo status quo dei rapporti di potere.
Gli exit poll a lui più favorevoli accreditano Poroshenko del 57,31% dei voti, ma c’è guerra sulla percentuale dei votanti, si va dal 40,32 a “circa il 60%” . Inoltre poiché i 5 milioni di elettori dell’Est di fatto …
Alla Nuova Inquisizione del PD e dei suoi servi non si risponde nelle urne, ma intensificando la lotta di classe!
Da alcuni mesi è in corso un’operazione su larga scala tesa a cancellare manu militari l’intero arcipelago delle lotte sociali e le loro avanguardie. Gli artefici, manco a dirlo, sono in primo luogo quelli che, ammantandosi della parola “democratico” con la stessa sfacciataggine con la quale fino a 20 anni fa continuavano a denominarsi “comunisti”, da oltre un anno occupano le due principali cariche istituzionali.
Il PD di Renzi e Napolitano sta perseguendo come mai prima d’ora l’obiettivo di plasmare gli assetti …
Domenica 25 maggio si rinnova il parlamento europeo. Tutti i cittadini dell’U.E. sono chiamati ad esprimere col voto quale “cordata” politica dell’imperialismo continentale prevarrà nei seggi di Bruxelles.
La crisi capitalistica – che non accenna a diminuire – ha messo a dura prova la “coesione” dell’Unione e delle rispettive borghesie nazionali che ne stanno alla base.
Si è sviluppata così una lotta furibonda per il predominio nei mercati e nelle aree d’influenza che ha sistematicamente prodotto i suoi effetti sulla vive carne di decine di milioni di proletari europei: disoccupazione e precarietà dilaganti, sfruttamento sfrenato e impoverimento di massa, tagli alle spese …
Col governo ora in formazione, la borghesia cerca di accelerare sugli obiettivi che le stanno a cuore. Viene richiesta da tutti una nuova legge elettorale per una maggiore stabilità politica e meno tasse per le aziende per rilanciare i profitti, ma anche un aumento della precarietà del lavoro e un taglio della spesa pubblica – quindi dei servizi pubblici – per far quadrare i conti: il lavoro sporco iniziato dal governo Monti va portato avanti e in fretta.
A questo scopo il Quirinale ha gestito un avvicendamento rapido scavalcando per l’ennesima volta le Camere dove secondo la Costituzione il premier uscente …