Non c’è alcun dubbio sul permanere degli interessi italiani in Libia, interessi economici e geopolitici. E non c’è alcun dubbio che qualsiasi governo, di qualsiasi orientamento politico, ne debba tener conto.
Vale la pena di fare un aggiornamento dopo il summit di Palermo.
Nei primi mesi il governo pentastellato si è limitato a una monotematica comunicazione mediatica, forzando l’attenzione sul tema degli immigrati che dalla Libia “invadevano” l’Italia nell’indifferenza degli altri paesi europei. Dietro le quinte si cercava di far saltare l’ipotesi di elezioni a dicembre fortemente volute dalla Francia di Macron. Davanti alla crisi scoppiata in Libia il 26 …
Questo è il secondo di tre articoli sulle lotte di classe in nordafrica; il primo è stato pubblicato il 17/12/2014.
In tutti i paesi arabi coinvolti nelle “primavere arabe” la situazione sociale non è sostanzialmente migliorata, ma negli ultimi due anni l’Egitto ha visto un numero maggiore di scioperi del decennio che ha preceduto la rivoluzione del gennaio-febbraio 2011. Dopo il ritorno al potere delle Forze armate nell’estate 2013, sono continuate le mobilitazioni, mobilitazioni che nel febbraio 2014 hanno fatto cadere il governo di Hazem Beblaui.
Aggiorniamo le informazioni riportate su questo sito sulle lotte dei salariati egiziani.
Il movimento operaio egiziano è …
Pubblichiamo qui un articolo di Solidarité Ouvrière del 23 settembre 2014 pubblicato da Jacques Chastaing per il sito “A l’Encontre”:
Da agosto, dopo il mese del Ramadan, in Egitto c’è stata la ripresa incontestabile, seppure lenta, degli scioperi. Occorre senz’altro sottolineare che da oltre tre anni le lotte dei salariati e sfruttati egiziani sono state pressoché continue, hanno a volte raggiunto livelli di mobilitazione raramente visti nella storia e hanno avuto un ruolo politico centrale nella vita politica del paese … È inoltre importante dire, riconoscendone l’importanza, che esse sono state tenute nascoste.
Da agosto ci sono proteste sociali in lento ma …
Dopo una fase di “repressione controllata” in cui le uccisioni si alternavano ai tentativi di dialogo, il braccio di ferro fra i Fratelli Musulmani e i militari è sfociato in un massacro. Mentre scriviamo il bilancio si aggrava di ora in ora: alla giornata di giovedì 15 agosto i morti ufficialmente riconosciuti sarebbero oltre 600 e venerdì altri 173, mentre la Fratellanza parla di 4500 morti in tutto l’Egitto.
Il golpe laico che avrebbe dovuto salvare il paese arabo da una nuova autocrazia islamica si è tradotto in una prevedibile sanguinosa repressione che oggi colpisce i sostenitori del deposto presidente Morsi …
Dichiarazione di Fatma Ramadan, membro del Comitato Esecutivo della Federazione egiziana dei sindacati indipendenti
Il “mandato” ad Al-Sisi è un veleno mortale
Compagni, i lavoratori dell’Egitto stanno lottando per i loro diritti e per un Egitto migliore. I lavoratori dell’Egitto sognano libertà e giustizia sociale, sognano di avere un lavoro in un tempo in cui dei ladri chiamati imprenditori chiudono le fabbriche intascando miliardi. I lavoratori dell’Egitto sognano dei salari adeguati mentre sono sotto il dominio di governi che sono interessati solo a favorire gli investimenti a spese dei lavoratori e dei loro diritti, e anche delle loro vite. I lavoratori dell’Egitto …
Liberismo compassionevole in salsa islamica
La lunga campagna elettorale egiziana
Le prime elezioni legislative dopo la caduta di Mubarak si sono trascinate in tre tornate, da novembre 2011 a gennaio 2012, sotto la stretta tutela dello SCAF (Consiglio Supremo delle Forze Armate). L’affluenza alle urne è stata del 54% degli aventi diritto, che erano circa 50 milioni. L’affluenza alle presidenziali, tenutesi nella prima metà di giugno 2012, è stata anche minore (46% al primo turno e 51,3% al secondo).
Di fatto un astensionismo di massa che ben rappresenta la distanza che corre fra lo scontro al vertice e i problemi di chi ogni …