Nel 55° anniversario della catastrofe del Vajont, mentre è ancora aperta la ferita del Ponte Morandi di Genova, ripubblichiamo un articolo pubblicato nel 50° del Vajont, che mette a nudo le responsabilità dei grandi gruppi capitalistici – le stesse che emergono dalle indagini su Genova
Vajont – Una frana che non s’è mai fermata
(da: PagineMarxiste n° 34, novembre 2013)
Mezzo secolo rappresenta uno spazio temporale troppo breve per dimenticare tragedie come quella del Vajont. Anzi, potremmo dire che dopo decenni in cui la memoria della strage era rimasta in angusti confini, negli ultimi 15 anni almeno l’attenzione verso quella tragedia sia andata …
Come è noto nel capitalismo le grandi disgrazie aumentano il Pil e i profitti.
Dopo le guerre, i terremoti, le catastrofi naturali c’è l’affarone della ricostruzione, la corsa alle commesse e ai finanziamenti di stato. I morti entrano nelle statistiche, i profitti nelle casse di chi ricostruisce.
Nella caterva di polemiche che ha trasformato il crollo del ponte di Genova in una passerella mediatica per politici nel più smaccato stile berlusconian-renziano, è emersa, però, una proposta più generale, quella di nazionalizzare le autostrade.
Proposta apparentemente “nuova” perché veniamo da un periodo in cui hanno prevalso ideologie liberiste, figlie di periodi di crescita economica …
Non è affatto banale imputare alle contraddizioni insanabili del sistema la strage di automobilisti innocenti determinata dal crollo della Torre Ovest e di due campate del ponte di Genova, avvenuto alle 11.50 del 14 agosto 2018. E lo sgombero di centinaia di abitanti dei caseggiati nei pressi del ponte.
Responsabilità individuali e della società Atlantia (controllata dalla famiglia Benetton) certamente esistono e andranno accertate e sanzionate. Ma andando ancora più a fondo la responsabilità è di questo sistema basato sul profitto e lo sfruttamento, per il quale la sicurezza di un ponte è un “costo”, da limitare quanto più possibile. Sulla …
Per lo Stato borghese, come Cucchi si è procurato da solo le ferite, anche i morti causati dalle polveri dell’Eternit, il cancro se lo sono procurato da soli. Il processo Eternit insegna: per chi ha ucciso migliaia di persone facendoli lavorare con l’amianto, coscienti del fatto che portasse malattie, nessuna condanna. Per chi lotta rivendicando bonifiche reali, lavoro e salario stabile e sicuro, spazi e giustizia sociale, ci sono le denunce penali che si sommano alla repressione quotidiana con teoremi giudiziari e criminalizzazione sui giornali.
E’ questa la democrazia borghese, la loro legalità ed il loro ordine.
E’ l’ordine che difende gli …
Ancora un alluvione a Genova. Un morto, danni stimati per 200 milioni di euro.
La causa scatenante è una pioggia scrosciante che i meteorologi dicono di non avere previsto. Un forte maltempo che ha fatto danni anche in molte altre località del nord Italia. Ma che soprattutto ha colpito una città congestionata da viuzze e palazzi, dove periodicamente le piogge intense danno il via ad esondazioni ed allagamenti.
Quello ligure è un territorio a rischio: i versanti scoscesi, sulla costa battuti da un mare che tende ad eroderne la base ed esposti alle intemperie gonfiate dall’umidità marina, sono particolarmente soggetti a frane …
Pubblichiamo il comunicato dei compagni di Lanterna Rossa in merito a quanto accaduto nel porto di Genova, assieme a quello dei lavoratori portuali, del Sin.Base e della Cub trasporti
Passeranno ancora giorni e settimane in cui giornalisti, esperti e personale politico – sindacale potranno sbizzarrirsi nella ricostruzione degli avvenimenti luttuosi che per l’ennesima volta colpiscono il mondo del lavoro, e che martedì hanno colpito il porto di Genova, con il disastro della Jolly Nero della linea Messina. Le solite dichiarazioni, le tante lacrime di coccodrillo, i soliti appelli di coesione civile hanno inondato e inonderanno giornali, tv e pubbliche cerimonie; …
Devastazione e saccheggio: questo il reato sempre più utilizzato per colpire chi lotta contro questo putrido sistema.
Dopo anni di oblio i pm rispolverano questa fattispecie prima sperimentandola negli stadi, da sempre terreno di conflitto, poi trovandone la geniale applicazione nei processi del g8 di Genova, geniale perchè questa fattispecie di reato permette di evitare gli sconti di pena dei reati continuati (es. danneggiamento +resistenza a pu +furto) , ha un termine di prescrizione lunghissimo ed ha inoltre il “pregio”, perlomeno nella lettura data dai giudici sempre più spesso, di non necessitare di verifiche empiriche della commissione del fatto ciminoso e …
MERCOLEDÌ 17 APRILE @PISA: PRESIDIO DALLE ORE 11 P. DANTE CONTRO LA REPRESSIONE
Perche’ non si incendino solo le bandiere…
La mattina del 26 febbraio 2013 con un’operazione congiunta delle digos di Pisa, Lucca e Spezia sono state effettuate perquisizioni a casa di due compagni, denunciati con l’accusa di aver tentato di incendiare una bandiera italiana durante la manifestazione del 12 maggio scorso, corteo svoltosi a Pisa per ricordare Franco Serantini a 40 anni dalla sua morte.
La rabbia nei confronti di questo sistema che sfrutta, opprime e schiaccia sempre più la libertà di tutti può prendere molte forme: stracciare o bruciare un …
Genova, Via Canevari 338
Pezzi di storia fondanti del “nostro” imperialismo.
Un imperialismo “straccione”.
Una storia che vale la pena conoscere e studiare a fondo.
Perchè..il nemico è sempre là!
Cambiano le forme politiche, cambiano i partiti, cambiano le ideologie, i costumi.. ma gli operai sono sempre carne da cannone!
Ieri sacrificati sugli altari delle guerre e dei massacri dell’imperialismo italiano.
Oggi -che le guerre si “esportano”- sacrificati sugli altari del profitto e delle crisi dell’imperialismo italiano.
“il nemico è in casa nostra!” Karl Liebknecht
Giovedì 24 gennaio ore 20
presentazione del libro “L’imperialismo italiano” di Graziano Giusti
presso Via Canevari 338
evento facebook
Dopo il sequestro da parte della magistratura di Taranto dei prodotti semilavorati dell’Ilva, e l’arresto di altri sette dirigenti -che seguono quello del “patron” Riva- l’azienda “mette in libertà” i suoi 5.000 lavoratori, per i quali il futuro immediato è la disoccupazione.
Oltre a Taranto, tempo una o due settimane, il ciclone delle chiusure potrebbe interessare gli stabilimenti di Genova Cornigliano, Novi Ligure, Racconigi, Marghera, Patrica. Per non parlare dell’indotto e degli effetti sulle molte altre aziende che dipendono dalle forniture Ilva.
Un’ ecatombe di posti di lavoro che se ne vanno in fumo, e che si aggiungono alle centinaia di migliaia …