L’escalation della violenza in Cisgiordania e a Gaza

Fallite per l’ennesima volta le trattative di pace fra Israele e autorità palestinese, presiedute da Kerry, non è un segreto che il riavvicinamento di Hamas e OLP nel maggio 2014, ha fatto infuriare il governo israeliano, uso, indipendentemente dal colore politico, a giocare pesantemente sulle divisioni in campo palestinese. Abbiamo già scritto sull’improbabile successo di questo dialogo fra le due più importanti organizzazioni palestinesi; in ogni caso Netanyau, che guida

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[Milano] 12 giugno: presidio al Consolato Brasiliano

In queste settimane i lavoratori brasiliani stanno dando prova di grande combattività nel rivendicare un miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro. La risposta del governo con i suoi appartati poliziaschi e giudiziari è principlamente finalizzata a non disturbare il grande evento dei mondiali su cui il capitalismo brasiliano ha fatto degli investimenti colossali, in particolare in questi giorni ha assunto un rilievo internazionale lo sciopero dei lavoratori

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Urne borghesi e lotte operaie in Francia

Il 25 maggio nelle elezioni per il Parlamento europeo il partito populista francese Front National si è piazzato al primo posto davanti al partito di governo. Ha intascato risultati particolarmente buoni nelle regioni ad alta disoccupazione, nelle regioni economicamente deboli del Sud-Est, dove vivono molti immigrati e in particolare in alcuni distretti delle tradizionali aree industriali in ristrutturazione nel Nord-Est della Francia, dove ha raggiunto il 40 per cento dei

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Convulsioni europee e relativa stabilità italiana

Le passate elezioni europee hanno segnato un drastico mutamento del quadro politico del vecchio continente. Segnato, ma non determinato, perché non è nelle urne che vengono prese le decisioni politiche. Le elezioni sono un processo con cui la borghesia forma una compagine politica che sia la sintesi delle proprie frazioni; una sintesi imperfetta, che risente di molti fattori, fra cui anche gli umori dell’elettorato, ma nella quale i cittadini non

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Il caos libico frutto avvelenato della guerra “umanitaria” per il petrolio

I frutti dell’intervento “umanitario” eurostatunitense del 2011 in Libia sono sotto gli occhi di tutti. Il paese è nel caos e le due principali città sono sotto assedio. Più che uno scontro fra due fazioni è una guerra di tutti contro tutti in cui si intrecciano rivendicazioni autonomiste e tribali, interventi di bande locali e di militari allo sbando, scontri interimperialisti per il controllo dei pozzi. Nel 2011 a fronteggiarsi

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Contro l’Euro-farsa elettorale: non votare, lotta!

Contro l’Euro-farsa elettorale: non votare, lotta! Stamattina (23 maggio) le realtà di lotta aderenti al percorso “Uniti si Vince” hanno occupato gli uffici anagrafe elettorali del comune di Acerra e della X municipalità Fuorigrotta-Bagnoli, per ribadire ancora una volta come gli interessi dei proletari siano del tutto estranei ed inconciliabili con l’intero arco di forze politiche che si presentano alle elezioni europee, e per rilanciare la campagna contro i licenziamenti,

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Elezioni europee 2014: Non votare, lotta!

Domenica 25 maggio si rinnova il parlamento europeo. Tutti i cittadini dell’U.E. sono chiamati ad esprimere col voto quale “cordata” politica dell’imperialismo continentale prevarrà nei seggi di Bruxelles. La crisi capitalistica – che non accenna a diminuire – ha messo a dura prova la “coesione” dell’Unione e delle rispettive borghesie nazionali che ne stanno alla base. Si è sviluppata così una lotta furibonda per il predominio nei mercati e nelle

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Anche nelle miniere di carbone, il capitale divora la vita e l’energia di uomo e natura in nome del profitto

Miniera di carbone di Soma, provincia di Manisa in Turchia occidentale, a 250 km dalla capitale Istanbul. A 420 metri sottoterra, e a 4 km dall’uscita ci sono 787 minatori. È il cambio dei turni, verso mezzogiorno di martedì 13 maggio. Un difetto nel circuito elettrico provoca lo scoppio di un trasformatore, segue un incendio, l’esplosione causa un blackout, gli ascensori non funzionano più e bloccano i lavoratori in un

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Il primo maggio non è una festa di gala, è un giorno di lotta!

Mentre le telecamere italiane riprendevano preparativi e spettacolo di un’inutile e costosa manifestazione promozionale per artisti milionari, mentre i “sindacalisti” elevavano tardive e deboli proteste contro una legge contro il lavoro, nominata fantasiosamente Job Act, perché l’inglese fa moda non solo nelle canzoni e così nessuno capisce il significato, in altri paesi dove il gioco si fa duro i proletari sono scesi in campo, per un 1° maggio di protesta

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Fatah e Hamas. Una tardiva riconciliazione che unisce due debolezze

Il nuovo accordo fra le due frazioni palestinesi non unisce i due tronconi di una resistenza popolare diffusa e radicata, ma interrompe – o per lo meno sospende – uno scontro fra due dirigenze mercenarie, deboli e screditate, che non rappresentano un popolo ma al più una borghesia strettamente integrata col “nemico” – o meglio, col socio d’affari – sionista. Quello del 23 aprile 2014 è l’ennesimo tentativo di riconciliazione

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