Scrivevamo in un precedente articolo che la guerra in Ucraina consente al governo italiano di sdoganare l’aumento della spesa militare al servizio della propria proiezione internazionale, nei numerosi teatri di guerra in cui è impegnato con le 40 missioni “di pace” approvate nell’agosto 2021
Una di queste è in IRAQ, da cui l’Italia non è mai partita e in cui è presente come membro della missione internazionale Inherent Resolve, ma anche della missione Nato e nella missione della UE (EUAM Iraq). Una e trina insomma (nota 1).
Dal 2003 ci abbiamo speso 3,694 miliardi, e qui il “noi” è d’obbligo perché la spesa …
Pubblichiamo la traduzione in italiano, a nostra cura, condividendolo, del comunicato dell’Alleanza dei Socialisti del Medio Oriente e Nord Africa sulle recenti manifestazioni di protesta in Iraq, represse nel sangue con circa 150 morti, delle quali poco o nulla è comparso sui media italiani.
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Le richieste di giustizia sociale e ridistribuzione economica contro le politiche distruttive neoliberiste non possono essere dissociate dall’opposizione al sistema politico a base confessionale. La stragrande maggioranza dei manifestanti continua a denunciare l’islamizzazione e la settarizzazione della vita sociale e politica.
17 ottobre 2019
Dal 4 ottobre sono esplose nuove, enormi nuove mobilitazioni popolari che hanno scosso l’Iraq. Le …
Manchester, ancora morti tra una folla di giovani in cerca di svago.
Quali che siano le motivazioni dei manovali del terrore, e gli scopi dei loro mandanti, il risultato è dar fiato ulteriore a chi soffia sul fuoco del razzismo, di spaccare le società europee su linee etniche e religiose, di dividere i lavoratori e tutti i proletari tra autoctoni e immigrati, cristiani e musulmani, di mettere in secondo piano i problemi comuni dei lavoratori, l’aumento dello sfruttamento e dell’incertezza, gli attacchi al welfare e in particolare alla copertura sanitaria universale che il governo britannico si appresta a sferrare per fare …
Fonti americane attribuiscono il recente bombardamento Usa su Sirte in Libia contro l’ISIS a esigenze elettorali: accreditare la “fermezza” dei democratici in Libia come in Iraq e in Afghanistan in funzione anti-Trump.
In tutti questi scenari l’Italia funge da junior partner. E se la scelta del periodo può anche essere funzionale alla campagna elettorale della Clinton, non c’è dubbio che la collaborazione Italia-Usa è stata decisa da tempo (cfr. Le guerre della “pacifica” Italia N°39 Pagine Marxiste – Gennaio 2016).
Il governo Renzi ha contrattato, tramite i ministri Gentiloni e Pinotti, la propria presenza in Iraq e Afghanistan in cambio di un …
Quello in Afghanistan si avvia a diventare il più lungo conflitto moderno e non c’è motivo di pensare a una fine a breve termine (nel vertice Nato tenutosi a Varsavia il 7 luglio 2016 è stato deciso il prolungamento della missione almeno fino al 2020, con un contributo annuo all’esercito di Kabul di 4 milioni di $).
Il 1° gennaio 2015 la missione ISAF è stata sostituita dalla Resolute Support Mission, un cambiamento che doveva segnare il progressivo disimpegno delle truppe Nato, ridotte da 35 mila a 13.100. Vi contribuiscono 42 paesi. (i contingenti più consistenti sono quelli di Usa, Turchia, …
Non avevamo bisogno di leggere il Rapporto Chilcot per sapere che Blair e i suoi consiglieri si inventarono le “armi di distruzione di massa” per scatenare la guerra all’Iraq del 2003, e non ne aveva avuto bisogno il milione e più di persone che il 25 febbraio 2003 manifestarono per le strade di Londra contro la guerra, inascoltate dal governo inglese. La verità storica emerge 13 anni dopo, quando non nuoce agli interessi dell’imperialismo inglese e quando l’opinione pubblica inglese è concentrata sulle conseguenze della Brexit e sulla contemporanea crisi di leadership dei tre partiti maggiori.
Ma c’è il feroce attentato …
Lo “sciopero generale” proclamato da CUB, SI Cobas e USI AIT per venerdì 18 marzo pone obiettivi in gran parte condivisibili (l’opposizione alla guerra, al jobs act, la difesa della libertà di sciopero e di organizzazione sindacale contro gli accordi sulle rappresentanze, il rilancio della contrattazione nazionale contro l’aziendalizzazione e individualizzazione dei rapporti di lavoro, l’aumento dei salari e la riduzione dell’orario, la libera circolazione delle persone e la parità di diritti per gli immigrati, ecc.).
Per questo esprimiamo tutto il nostro appoggio e porteremo la nostra per quanto limitata partecipazione allo sciopero e alle manifestazioni, pur sapendo che purtroppo lo …
Sabato 5 marzo 2016, ore 17
Presso la sede del SI Cobas, via Marco Aurelio 31, Milano
Incontro su:
Il Comunismo Operaio in Iran e Medio Oriente
Iran, gennaio 2016 – Sciopero dei minatori di Bafqh
Baghdad: manifestazione contro il governo
Il movimento operaio contro l’oppressione e la guerra.
Una prospettiva rivoluzionaria e internazionalista.
Interverranno:
Azar Majedi, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista Operaio d’Iran (Hekmatista), redattrice della rivista in lingua inglese del partito, “Communist”; presidente dell’Organizzazione per la Liberazione delle Donne
Saussan Lari, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista Operaio d’Iran (Hekmatista), redattrice di “Communist”
Promotori:
COC – Comunisti per l’Organizzazione di Classe
SI Cobas – Sindacato Intercategoriale Cobas
Con la chiusura della trattativa, il Gruppo Trevi di Cesena si è aggiudicato l’appalto per la riparazione della diga di Mosul, una delle più grandi del Medio Oriente, costruita nel 1984 su un letto di roccia instabile da un consorzio italo-tedesco.
Proprio in relazione a questo appalto, che ammonterebbe a 230 milioni di dollari, il governo italiano è da tempo in trattativa con quello iracheno per inviare in loco altri 450 soldati, soldati che andrebbero ad aggiungersi ai circa 750 che l’Italia impiega fra Iraq e Kuwait nell’ambito dell’operazione Prima parthica e che avrebbero il compito esclusivo di proteggere i lavori …
Centoventinove i morti ammazzati a Parigi mentre stiamo scrivendo, colpiti a casaccio mentre passavano una serata di svago. L’obiettivo è seminare terrore in tutti i francesi e far arrivare la minaccia anche in Gran Bretagna, USA e Italia (con l’imminente Giubileo).
Mentre esprimiamo tutto il nostro cordoglio per queste nuove vittime di questa guerra che ha ormai raggiunto le sponde europee, e denunciamo con forza la barbarie reazionaria dell’ISIS, che oltre che di sangue gronda dei petrodollari degli sfruttatori del Golfo, non ci associamo agli Hollande che chiamano all’union sacrée contro il terrorismo, loro che il terrore bellico lo hanno praticato …