Nella battaglia mediatica che si combatte intorno alla resistenza dell’enclave curda di Kobane, sulla stampa occidentale (312 ottobre) si dà grande rilievo all’arrivo a Kobane sia di circa 300 peshmerga curdo-iarcheni sia di 150 peshmerga curdo-turchi , sfuggiti alle maglie del controllo frontaliero turco.
Se è comprensibile l’entusiasmo dei curdi che vi vedono una ritrovata solidarietà curda dopo decenni di scontri fratricidi, assai meno logico il tono delle redazioni europee e Usa, soprattutto perché in contemporanea si dava notizia di 15 mila jihaidisti prezzolati che avrebbero raggiunto l’ISIS.
Militarmente i 450 curdi che dall’esterno portano la loro solidarietà non reggono evidentemente il …
Pubblichiamo qui l’appello per un presidio per Kobanê a Roma:
PRESIDIO PER KOBANÊ – Roma 17 OTTOBRE ORE 16.00 LARGO ARGENTINA
Dal 15 settembre 2014 l’ISIS ha lanciato una grande campagna militare su più fronti contro la regione curda di Kobanê (in arabo: Ayn Al-Arab) in Rojava/nord della Siria. Questo è il terzo assalto di ISIS contro Kobanê dal marzo 2014. Gli attacchi a Kobanê fanno parte di un piano generale volto all’annientamento del potere politico dei curdi in Rojava, nord della Siria. Le bande di ISIS sono state sostenute in questo dai militari turchi, sia logisticamente sia politicamente. Il piano ultimo …
Profughi curdi fuggiti da Kobane e in attesa al confine con la Turchia
Lo scontro di interessi tra le potenze regionali e tra le potenze imperialiste globali in Medio Oriente è emerso con brutale chiarezza in occasione del violento attacco, in corso da tre settimane, sferrato dalle forze dei guerriglieri dello Stato Islamico (IS) nel Nord Siria, al confine con la Turchia, dove la maggior parte degli oltre 350 villaggi è stata conquistata. IS sta cercando di prendere il totale controllo di Kobane (in arabo Ain al-Arab), una città abitata a maggioranza da curdi a pochi chilometri dalla quale si trova …
L’articolo tradotto dal sito di Solidarité Ouvrière ci richiama alla mente un episodio analogo della Seconda Guerra Mondiale, la rivolta di Varsavia (1º agosto – 2 ottobre 1944). Là l’insurrezione guidata dall’esercito nazionale polacco contro l’occupazione nazista fu lasciata sola e quindi ferocemente schiacciata nella consapevole indifferenza di Churchill, ufficialmente “protettore” dei polacchi, e dall’Armata rossa che attese la carneficina prima di “liberare” la città. A suggello della tragedia il 9 ottobre, nella quarta conferenza di Mosca Stalin e Churchill “giocarono a Risiko” per spartirsi l’Europa orientale (il tutto poi venne gettato all’aria a Yalta). Ma il concetto è …
Mentre Kobani (nome curdo per la città di Ayn al-Arab) continua in queste ore a resistere all’assedio delle forze dell’ISIS il 3 ottobre il parlamento turco ha votato a larga maggioranza la mozione che autorizza il dispiegamento delle truppe turche oltre il confine siriano. Il tira e molla che da mesi vede impegnate le diplomazie statunitensi ed europee nel tentativo di coinvolgere la Turchia nelle operazioni militari contro l’ISIS sembrerebbe infine essersi concluso. Per spiegare la riluttanza di Ankara a a confrontarsi direttamente con il cosiddetto stato islamico basta ricordare che la Turchia è stato il principale finanziatore dei gruppi …
Gli Usa stanno bombardando in Iraq il “diavolo” di turno, l’ISIS, per difendere i cristiani cacciati dalle loro case e gli Yazidi che muoiono sulle montagne. Nessuno si era mosso per i 500 mila iracheni, in maggioranza curdi e turkmeni che in giugno erano fuggiti da Mosul, conquistata sempre dall’ISIS.
Un anno fa parecchi repubblicani Usa intimavano “Obama armi gli islamici (di Siria) contro il diavolo Assad”, precisando “qualsiasi tipo di movimento islamico”, e Hollande e Cameron facevano eco. Oggi Londra e Parigi fanno eco al guru conservatore Krauthammer che tuona “Obama per amor di Dio armi i Curdi” (National Review …
Mentre in Irak le potenze regionali e globali giocano la loro partita sulla pelle della popolazione locale, c’è chi oppone alla guerra civile settaria l’unione di tutti i lavoratori al di là di ogni etnia e di ogni credo religioso.
Pubblichiamo qui un comunicato della Federazione dei Consigli e dei sindacati dei lavoratori in Iraq.
Mosul e altre città in Iraq stanno vivendo cambiamenti drammatici e pericolosi.
I media, in particolare quelli filo-governativi e filo-occidentali, diffondono notizie riguardo lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante / Siria (ISIS) e il suo controllo su diverse città irachene, per mobilitare l’opinione pubblica contro questo gruppo. …
Per l’ennesima volta si combatte in Iraq e le cancellerie occidentali sono in tensione, non per i morti o i profughi, ma perché il conflitto è pericolosamente vicino alle raffinerie di Irbil e Baiji e rischia di mettere in discussione i rifornimenti, le concessioni di sfruttamento, gli accordi siglati. Anche se l’Iraq ha minore importanza rispetto al passato come produttore e anche se i pozzi più importanti si trovano a sud, c’è già stato un primo effetto di rialzo dei prezzi, sia pure modesto (Stratfor 17 giugno).
L’ISIS, il nuovo gruppo islamico sunnita, che sta cercando di creare una zona di …
Dopo 4 anni di guerra civile, 150 mila morti, 2 milioni e mezzo di sfollati, enormi distruzioni e lo sprofondamento delle condizioni di vita per la massa dei proletari rimasti, dobbiamo osservare come quella che era iniziata come una rivolta popolare è divenuta uno scontro tra potenze (regionali e mondiali) che fanno cinicamente leva sui contrasti etnico-religiosi per esercitare una propria influenza nell’area.
Se una indicazione possiamo dare, è che non c’è nessuna parte per cui parteggiare, perché ogni esercito e banda armata esprime interessi borghesi e reazionari; l’unica via è l’organizzazione indipendente del proletariato, in Siria come in Italia e …