L’inasprimento della polemica italo-francese in corso da tempo, stavolta cavalcata da Di Maio, utilizzata da Salvini in precedenza, caricata da Conte di una polemica contro l’asse franco-tedesco, ha alla sua base una storica rivalità tra l’imperialismo italiano e quello francese, i contrasti di interessi tra gruppi capitalistici dei due paesi nel petrolio, nella cantieristica e in altri settori, e anche il riavvicinamento del governo gialloverde agli USA di Trump mentre Francia e Germania ne stanno prendendo le distanze. Il momento delle bordate dei ministri italiani può può essere letto in chiave biecamente elettorale (Macron come oggetto polemico per …
Non c’è alcun dubbio sul permanere degli interessi italiani in Libia, interessi economici e geopolitici. E non c’è alcun dubbio che qualsiasi governo, di qualsiasi orientamento politico, ne debba tener conto.
Vale la pena di fare un aggiornamento dopo il summit di Palermo.
Nei primi mesi il governo pentastellato si è limitato a una monotematica comunicazione mediatica, forzando l’attenzione sul tema degli immigrati che dalla Libia “invadevano” l’Italia nell’indifferenza degli altri paesi europei. Dietro le quinte si cercava di far saltare l’ipotesi di elezioni a dicembre fortemente volute dalla Francia di Macron. Davanti alla crisi scoppiata in Libia il 26 …
Dopo la Brexit, l’ipotesi di un’Europa a due/più velocità riproposta recentemente dalla Cancelliera tedesca al vertice UE di Malta potrebbe concretizzarsi nella formazione di un “nucleo duro” europeo composto da nazioni più integrate, oppure creare ulteriori contrasti fra i governi dell’Unione per decidere chi sta nel “gruppo di testa” e chi no, a quali condizioni, e quali interessi dovrebbero essere tutelati da questo gruppo.
Negli ultimi decenni i tentativi di armonizzare i tanti interessi nazionali europei per costruire un gruppo di paesi più integrati non solo economicamente ma anche politicamente non hanno avuto successo, e ripetere il tentativo su un numero …
La notizia dell’invio nel 2017 di 140 militari italiani in Lettonia, nell’ambito della spedizione Nato decisa in luglio nel vertice di Varsavia, ha suscitato una polemica abbastanza vivace fra il governo e chi ritiene questo atto una aperta provocazione nei confronti della Russia, foriera di ulteriori danni economici per l’Italia.
A Varsavia si era deciso anche il prolungamento della spedizione in Afghanistan, con una nutrita presenza italiana, senza suscitare una analoga levata di scudi.
In entrambi i casi si evidenzia un coerente allineamento del governo Renzi alle scelte dell’imperialismo statunitense.
Ma nel caso dell’Afghanistan (e dell’Iraq), come ci è già capitato di chiarire …