Da circa quattro anni le fazioni armate della Libia si scontrano. I servizi segreti italiani ne hanno censiti 200; al di là della connotazione tribale, ideologica o religiosa cuore del conflitto tra tribù e brigate è nell’accaparrarsi il patrimonio miliardario di Gheddafi e il business di petrolio e gas; per finanziarsi cercano di prendere il controllo di un pozzo petrolifero e di vendere più o meno legalmente il petrolio, oppure hanno coltivato come attività economica lo sfruttamento dei profughi, sottoposti ad estorsioni e arresti arbitrari.
In questo contesto l’imperialismo italiano ha espresso un’ambizione, parzialmente rientrata, di intervenire. Rispetto al 2011, …
Il governo italiano dopo essersi dichiarato pronto a guidare una spedizione militare in Libia contro l’avanzare dell’ISIS, e aver chiesto di mettersi alla testa di un esercito europeo con Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, oggi prende tempo, probabilmente in attesa delle reazioni internazionali.
Dopo lo smacco del 2011, quando l’intervento franco-britannico-americano ruppe le uova nel paniere della collaborazione (di Prodi quanto Berlusconi) con Gheddafi, Renzi non vuole perdere l’occasione ISIS per recuperare il predominio in Libia, a un secolo dalla prima invasione coloniale. L’ISIS sua volta ha stigmatizzato l’”Italia crociata” alla testa delle “nazioni atee” nel tentativo di polarizzare un nuovo …
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rassegnato le dimissioni, come molti avevano preannunciato, al termine del semestre di guida italiana dell’Unione Europea. Viene citato come esempio di presidente assertivo, che ha oltrepassato i limiti imposti dalla Costituzione repubblicana per tutelare un interesse generale; ma un interesse generale della classe dirigente, aggiungiamo noi, non di tutti i cittadini.
I commentatori dei giornali borghesi si sono soffermati molto su ruolo decisivo che Napolitano ha avuto nel gestire la crisi del governo Berlusconi, dandogli di fatto il colpo di grazia, e la formazione degli esecutivi successivi.
La sua figura istituzionale avrebbe dovuto essere quella …
L’ultimo rapporto sulle torture della CIA a danno dei prigionieri nel nome della cosiddetta “guerra al terrorismo” alza un velo su un segreto di pulcinella. Da tanto tempo erano note le pratiche di interrogatorio come il waterboarding (l’immersione in acqua al limite dell’annegamento), il walling (il prigioniero viene sbattuto violentemente contro il muro), la privazione del sonno per 180 ore, l’alimentazione per via anale, le ore di interrogatorio, le minacce di uccidere i familiari, le umiliazioni continue, e altro ancora, così come era nota la pratica di estradare i presunti terroristi in paesi dove i diritti umani non esistono, come …
Gli Emirati Arabi Uniti (UAE) hanno bombardato le milizie islamiche in Libia, col supporto logistico dell’Egitto. Lo afferma il Pentagono. Gli interessati smentiscono. Per i commentatori specializzati i raid non sono stati altro che un episodio del lungo e meticoloso braccio di ferro che stanno conducendo Qatar da una parte, Emirati e Sauditi dall’altra. Con il tacito appoggio della Turchia l’uno, il fattivo appoggio dell’Egitto gli altri. Il caos libico si presta come campo di esperimento, perché si tratta di una patata bollente di cui nessuno è ansioso di occuparsi.
Gli Usa attraverso tutti i loro portavoce lamentano a) di non …
I frutti dell’intervento “umanitario” eurostatunitense del 2011 in Libia sono sotto gli occhi di tutti.
Il paese è nel caos e le due principali città sono sotto assedio. Più che uno scontro fra due fazioni è una guerra di tutti contro tutti in cui si intrecciano rivendicazioni autonomiste e tribali, interventi di bande locali e di militari allo sbando, scontri interimperialisti per il controllo dei pozzi.
Nel 2011 a fronteggiarsi come poli politici opposti erano Tripoli e Benghazi, capitali l’una della Tripolitania, l’altra della Cirenaica. Oggi lo scontro politico sembra principalmente fra due città della Tripolitania, Zintan e Misurata.
Il separatismo della Cirenaica …