Proponiamo la lettura di un articolo sulle lotte contro la riforma delle pensioni in Francia e su sindacalizzazione e lotte negli Usa.
1. Sciopero alla francese contro la riforma delle pensioni
Lo sciopero generale del 19 gennaio in Francia, indetto da 8 organizzazioni sindacali contro la riforma delle pensioni, ha avuto una partecipazione significativa, superiore alle agitazioni sindacali finora avvenute nelle altre metropoli occidentali.
Lo stesso Ministero dell’Interno ha dichiarato 1 milione centoventimila partecipanti alle manifestazioni, i sindacati parlano di 2 milioni – diciamo più di 20 volte rispetto alle mobilitazioni dell’ultimo decennio in Italia – con la presenza di lavoratori e lavoratrici e pensionati di quasi …
Nell’enorme stabilimento Foxconn di Zhengzhou, nella provincia di Henan, dove circa 300 mila lavoratori producono il 70% degli iPhone venduti dalla Apple, è scoppiata una rivolta con scontri di migliaia di lavoratori contro guardie e polizia. La rivolta è ancora in corso, contro un apparato poliziesco imponente, affluito da diverse città. Lo stato cinese a sostegno della multinazionale di Taiwan Foxconn e della committente Apple, contro gli operai di una delle più grandi fabbriche del mondo. Le “caratteristiche cinesi” non ne mutano il carattere comune agli Stati “democratici” di Stato della borghesia, del capitale, per lo sfruttamento e l’oppressione della …
Ma il governo Truss accentua il programma “meno burro, più cannoni”
In Gran Bretagna negli ultimi mesi si è diffusa un’ondata di lotte dei lavoratori salariati come non si vedevano da un quarto di secolo, a difesa del salario taglieggiato dall’inflazione. Diversi sindacati nel settore dei trasporti e dei servizi le hanno promosse e sostenute, anche contro la linea del Labour Party di Starmer, che dopo la parentesi radicale di Corbyn ha ripreso la linea filopadronale di Tony Blair. Un esempio anche per i lavoratori italiani, parziale tuttavia perché alla lotta per il “burro” non viene affiancata quella contro i cannoni.
Mentre …
Come tutti i governi borghesi anche quello indonesiano cerca di trarre profitto dal Covid 19, per reprimere le lotte e peggiorare la situazione dei lavoratori, in nome dell’economia. La legge Omnibus è stata fatta passare alla chetichella nel weekend (3-4 ottobre) e le manifestazioni sono state proibite per l’emergenza sanitaria, ma studenti e lavoratori sono scesi in piazza nelle principali città, a Giacarta e Bandung, ma anche in tutta Giava, nel Borneo orientale (= Kalimantan) e nelle Sulawesi settentrionali. Nelle Università gli studenti hanno scioperato per solidarietà.
La legge Omnibus, innanzitutto, interviene a modificare 79 disposizioni legislative in materie che riguardano …
Pubblichiamo il Comunicato Commissione Internazionale SI Cobas
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Il SI Cobas segue con partecipazione e augura successo al grande movimento di protesta bielorusso che chiede con forza la caduta del regime. Di fronte alla dura repressione delle prime proteste da parte delle forze dell’ordine, il movimento non solo non si è piegato, ma si è esteso a centinaia di migliaia di persone, costringendo il governo a rilasciare gran parte dei 7 mila arrestati, mentre membri della polizia si toglievano la divisa. In particolare è importante il movimento di sciopero degli operai di decine di fabbriche e aziende di tutti i settori, che …
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un secondo articolo di Yurii Colombo, sull’evoluzione degli scioperi e delle proteste operaie in Bielorussia contro il regime.
Lavoratori bielorussi in movimento
Ieri 16 agosto la situazione ha fatto un balzo in avanti. E lo ha fatto fare lo sciopero generale massiccio dalle fabbriche alla metrò fino ai musicisti della filarmonica. Non solo i lavoratori hanno scioperato ma hanno fatto spesso assemblee dentro le aziende e nei piazzali. Si va formando sulla base della relazioni umane dentro le aziende una leadership operaia di massa. Ci sono già gli appelli per formare comitati di lavoratori nelle regioni. Stiamo calmi …
Riproduciamo di seguito la traduzione di un comunicato del raggruppamento ZabastovkaBY (Sciopero), che condividiamo nella sua visione e prospettiva di lotta.
Al momento l’intero paese sta protestando. Le autorità hanno usato una quantità di violenza senza precedenti contro manifestanti pacifici e passanti innocenti.
Ci sono numerose segnalazioni di torture e detenzioni illegali. Questo ha portato le masse
di malcontento nei confronti del regime. I lavoratori si sono sollevati contro la brutalità della polizia e falsificazioni che hanno avuto luogo durante le elezioni. In questo momento le proteste sono essenzialmente democratiche e non apertamente nazionaliste, cosa molto importante da notare.
Le autorità stanno cercando di …
Riceviamo e pubblichiamo da
S.I. Cobas Sindacato Intercategoriale Lavoratori Autorganizzati
Due dirigenti operai e cinque giornalisti condannati in Iran fino a 18 anni di carcere, sotto il nuovo capo della magistratura, protagonista del massacro di migliaia di carcerati nel 1988
La Sezione 24 del “Tribunale Rivoluzionario” (leggi Reazionario) di Tehran, presieduta dal giudice-falco Mohammad Moghiseh, ha condannato:
l’operaio e dirigente del consiglio di fabbrica dello zuccherificio di Haft Tapeh (presso Shush, provincia di Khuzestan), Esmail Bakhshi, a 14 anni di carcere;
il suo compagno di lavoro e di lotta Mohammad Khonifar a 6 anni;
Sepideh Qoliyan, attivista e giornalista freelance per i diritti dei lavoratori, a …
La testimonianza diretta portata in occasione della iniziativa dell’associazione Eguaglianza e Solidarietà “Ribellarsi è giusto” di Luigi Paggi, ha illustrato le condizioni in cui vive una piccola minoranza di “senza casta” del Bangladesh, nell’area costiera del Sunderland, Sudovest del paese, distretto di Khulna, oltre il milione di abitanti. Si tratta dei Munda, considerati e trattati dalla popolazione hindu, ma anche musulmana e cattolica, come gruppo socialmente inferiore, gli impuri, gli intoccabili, fuoricasta, vale a dire al di fuori delle caste, in cui è di fatto ancora suddivisa la società, nonostante le caste siano state formalmente abolite per legge. Cerchiamo qui …
Dal Comitato permanente contro le guerre e il razzismo di Marghera, riceviamo e volentieri pubblichiamo
Cosa preveda il decreto-Salvini è già noto, forse, a chi leggerà queste righe. Ma lo richiamiamo in breve per mostrare a quali interessi di regime serve questo che è il primo provvedimento di peso del governo in carica, che si è presentato come un governo “anti-sistema”.
Il decreto prevede:
l’abolizione del permesso per protezione umanitaria, previsto oggi per un periodo dai 6 mesi ai 2 anni e rinnovabile, per persone che fuggono da paesi extra-europei in cui siano in corso conflitti bellici, disastri naturali o altri fatti di …