IL NEMICO È IN CASA NOSTRA! SPESA MILITARE, AFFARI, COLLISIONI DI INTERESSI, INSICUREZZA GLOBALE

L’Italia – ancora sprofondata nella crisi occupazionale, del debito statale e in procinto di varare nuovi tagli al bilancio sulla pelle dei lavoratori – è il primo Paese fra quelli occidentali e della Ue per personale impegnato nelle missioni Onu, il secondo in quelle Nato, il primo per partecipanti nelle missioni Ue. Negli ultimi cinque anni ha aumentato l’export di armi del 22% complessivamente e di ben 10%, 15 milioni

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CONTRO L’INTEGRAZIONE MILITARE EUROPEA E GLI IMPERIALISMI NAZIONALI, INTERNAZIONALISMO DEI LAVORATORI

Dopo la Brexit, l’ipotesi di un’Europa a due/più velocità riproposta recentemente dalla Cancelliera tedesca al vertice UE di Malta potrebbe concretizzarsi nella formazione di un “nucleo duro” europeo composto da nazioni più integrate, oppure creare ulteriori contrasti fra i governi dell’Unione per decidere chi sta nel “gruppo di testa” e chi no, a quali condizioni, e quali interessi dovrebbero essere tutelati da questo gruppo. Negli ultimi decenni i tentativi di

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Afghanistan: la guerra infinita L’Italia aumenta il suo contingente

Quello in Afghanistan si avvia a diventare il più lungo conflitto moderno e non c’è motivo di pensare a una fine a breve termine (nel vertice Nato tenutosi a Varsavia il 7 luglio 2016 è stato deciso il prolungamento della missione almeno fino al 2020, con un contributo annuo all’esercito di Kabul di 4 milioni di $). Il 1° gennaio 2015 la missione ISAF è stata sostituita dalla Resolute Support

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Lo scontro fra feroci bande della borghesia turca

Più di 260 morti e 1440 feriti bastano a dare la misura della ferocia dello scontro in atto in Turchia. Ed è lo stesso Erdogan a definire i protagonisti della resa dei conti: lui e il suo governo, l’esercito, il movimento di Gulen. Cioè tre frazioni della borghesia turca che in vario modo si sono alleate o contrapposte negli ultimi quattordici anni di storia turca. Non c’è nessun fronte “democratico”

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Né divise né Corano, indipendenza del proletariato!

Un nuovo pronunciamento militare ha cercato inutilmente di rovesciare il governo di Recep Tayyp Erdogan. Nel giro di poche ore, i reparti golpisti che avevano occupato diversi punti chiave a Istanbul, Ankara e Smirne si sono poi ritirati, pressati dall’azione delle forze di polizia, dei militari leali al governo, della gente scesa nelle strade per contrastare il colpo di stato; verso le 2 del mattino la Casa Bianca si è

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