Solo il 23 luglio sapremo chi sarà primo ministro del Regno Unito al posto di Teresa May.
A quella data sarà reso noto il referendum postale fra i 160 mila iscritti del Partito conservatore, in cui dovranno scegliere fra i due “finalisti”: Boris Johnson e Jeremy Hunt.
Coetanei (55 anni il primo e 53 il secondo), Hunt è diventato Ministro degli Esteri del Regno Unito in seguito alle dimissioni di Boris Johnson il 9 luglio 2018, è un mediatore, una sorta di fotocopia maschile della May.
Perciò secondo tutti i commentatori il ballottaggio è una formalità, vincerà Johnson, beniamino dei 17 milioni di …
Mentre il presidente del Consiglio Renzi e il ministro degli Esteri Gentiloni continuano a invitare alla cautela, di fatto l’Italia sta lentamente “scivolando” verso un intervento militare diretto nel paese, come hanno già fatto altre nazioni imperialiste. Secondo il governo, tale intervento dovrebbe avvenire solo su richiesta di un governo libico che unifichi le fazioni di Tripoli e Tobruk, con una coalizione autorizzata dall’ONU di cui l’Italia avrebbe la guida. Ma il governo unitario deve ancora nascere e quello di Tripoli almeno per ora non vuole contingenti stranieri.
Sui giornali si parla di un invio imminente di 50 incursori del battaglione …
Con la chiusura della trattativa, il Gruppo Trevi di Cesena si è aggiudicato l’appalto per la riparazione della diga di Mosul, una delle più grandi del Medio Oriente, costruita nel 1984 su un letto di roccia instabile da un consorzio italo-tedesco.
Proprio in relazione a questo appalto, che ammonterebbe a 230 milioni di dollari, il governo italiano è da tempo in trattativa con quello iracheno per inviare in loco altri 450 soldati, soldati che andrebbero ad aggiungersi ai circa 750 che l’Italia impiega fra Iraq e Kuwait nell’ambito dell’operazione Prima parthica e che avrebbero il compito esclusivo di proteggere i lavori …
Con la firma del Capo dello Stato, l’Italicum è legge. Le lamentele avanzate dalla cosiddetta “sinistra” del PD non si sono concretizzate in un voto contrario; solo a posteriori si registrano alcune fuoriuscite, ma fino all’ultimo i “dissidenti” non hanno mai voluto mettere in forse l’attività del governo.
Va chiarito fin d’ora che il Parlamento non è un centro decisionale: da molto tempo i provvedimenti legislativi vengono stesi dal Consiglio dei Ministri anziché dalle Camere, che si limitano a ratificare le decisioni già prese. Alla stesura di una legge importante come il Jobs Act il Parlamento ha fatto solo da spettatore, …
Dopo Gentiloni, un altro “usato sicuro” per Renzi, l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella, ex DC siciliana, ex Margherita, ora PD.
Renzi aveva bisogno di ricompattare il PD, riassorbendo la “sinistra”, cui ha offerto un nome che ne solleticava i temi “forti”: un politico con un fratello ucciso dalla Mafia, un “custode della Costituzione” (è un giurista), un “nemico di Berlusconi” (nota 1). E doveva ridimensionare il patto del Nazareno e il suo è sembrato un machiavellico colpo da maestro perché ha sia spaccato il Nuovo Centro Destra sia Forza Italia (nota 2). Ma se si tratti di una sconfitta di …
Nel 2009, a un anno dall’esplosione della crisi finanziaria internazionale, la prosaica denominazione di “Legge Finanziaria” è stata sostituita da quella di “Legge di Stabilità”, nel tentativo di affermare un presunto primato della politica sulle caotiche leggi del capitalismo, italiano o internazionale che sia, e di contrastare la oramai chiara percezione da parte dell’elettorato italiano che, in esso, sicurezza e stabilità sono solo chimere.
Ma anche l’ambizione del nuovo manovratore al timone del governo, Matteo Renzi, di presentarsi come garante della “stabilità” per il sistema Italia ha subito un violento e plateale attacco proprio nella maratona per la sua approvazione al …
I disordini scoppiati a Ouagadougou, in Burkina Faso, culminati nella cacciata del premier Blaise Compaore, al potere incontrastato da 27 anni, hanno colto tutti di sorpresa ma sono il risultato di contraddizioni che si andavano accumulando da tempo.
Il Burkina Faso è un paese senza sbocchi sul mare, incuneato fra Mali, Niger, Benin, Togo, Ghana e Costa d’Avorio, con una superficie di poco inferiore a quella italiana. Ha 19,5 milioni di abitanti, uno dei più bassi PIL procapite e una massa di giovani disoccupati e senza prospettive (nel 2011 il numero di figli per donna era di 5,8), Sono questi giovani, …
I frutti dell’intervento “umanitario” eurostatunitense del 2011 in Libia sono sotto gli occhi di tutti.
Il paese è nel caos e le due principali città sono sotto assedio. Più che uno scontro fra due fazioni è una guerra di tutti contro tutti in cui si intrecciano rivendicazioni autonomiste e tribali, interventi di bande locali e di militari allo sbando, scontri interimperialisti per il controllo dei pozzi.
Nel 2011 a fronteggiarsi come poli politici opposti erano Tripoli e Benghazi, capitali l’una della Tripolitania, l’altra della Cirenaica. Oggi lo scontro politico sembra principalmente fra due città della Tripolitania, Zintan e Misurata.
Il separatismo della Cirenaica …
Ad un mese dalle elezioni politiche, che hanno da subito resa manifesta l’impossibilità per la borghesia italiana di produrre un governo stabile, ecco che con un “inedito tipo di esplorazione”, Giorgio Napolitano rimette in sella il governo Monti, sonoramente bastonato alle urne.
In prima battuta, il presidente della repubblica ha dovuto “concedere” a Bersani il primo giro di valzer. Seppur di poco, e seppur parzialmente, la sua coalizione era pur sempre risultata la prima arrivata nella tornata elettorale di febbraio. Napolitano si è però premunito che Bersani dovesse marciare su il sentiero stretto della “chiara maggioranza parlamentare”, mandandolo così a sbattere …