Denuncia una docente che, con la clinica legale Migrazioni e diritti dell’Università di Palermo e altre associazioni, era da venerdì a Crotone, che «Come in mare ha prevalso la logica di polizia e difesa dei confini su quella del soccorso delle persone in pericolo, in terra prevale la logica del confinamento e della punizione di chi emigra sul rispetto dell’umanità».
E se l’associazione Sabir di Crotone fa tutto il possibile e i sommozzatori cercano ancora i dispersi , se Medici senza frontiere ha fornito gli psicologi, lo stato e le sue emanazioni locali, ha rinchiuso come bestiame i sopravvissuti in alcuni …
Un nuovo naufragio sulle coste italiane. Mentre scriviamo, sulla spiaggia di Cutro sono stati contati 64 morti, ma si teme che in realtà siano oltre 100. Una strage prodotta dalla criminale politica delle frontiere chiuse che non solo l’Italia ma tutta l’Unione Europea ha voluto applicare, sbarrando l’ingresso legale a donne e uomini di altri paesi che spesso fuggono da guerre e dittature alimentate proprio dalle politiche imperialiste delle cosiddette democrazie. Una strage che si sarebbe evitata se l’imbarcazione su cui viaggiavano fosse stata soccorsa in alto mare invece di spezzarsi in due a pochi metri dalla riva.
Ma solo giovedì …
Le condizioni di vita nel campo di Ali Hussein nel Corno d’Africa. Fonte: Oxfam
Difficile trovare aggettivi non usurati, per descrivere le catastrofi umanitarie in Corno d’Africa. E le conseguenti migrazioni.
La massa di migranti è passata da 3,5 milioni nel 2010 a 5,4 nel 2015 ai 6,2 milioni nel 2020, cioè un quarto dei migranti presenti in tutta l’Africa.
La maggior parte abbandona il Corno d’Africa, ma molti ci arrivano, perché per quanto disgraziato sia un luogo, ce n’è spesso uno anche peggiore li vicino. E così in Etiopia sono arrivati negli ultimi anni migliaia di profughi dalla repubblica Democratica del Congo, …
Dai compagni di Cuneo Rosso di Marghera riceviamo e pubblichiamo il testo che segue in merito alla guerra agli emigranti dal Medio Oriente e dall’Africa, condividendone appieno i contenuti.
Da giorni, ai confini di terra e di mare tra Turchia e Grecia è in atto un altro capitolo della guerra dell’Unione Europea e dell’Italia agli emigranti dal Medio Oriente e dall’Africa.
Delle brutalità e infamie di questa guerra ci arriva solo qualche frammento che è appena la punta dell’iceberg: sappiamo di due ragazzi uccisi negli ultimi giorni dalla polizia greca, di un bambino morto a Lesbo; sappiamo di attacchi omicidi in mare …
Nella provincia siriana di Idlib, con oltre quattro milioni di abitanti, l’ultima ridotta sotto il controllo dei “ribelli” ai confini con la Turchia, che li sostiene, è in corso da mesi l’offensiva congiunta dei bombardieri russi e dei carri armati di Assad. Sotto le bombe sono fuggiti dalle loro case circa un milione di uomini, donne, bambini, ora ammassati sulla frontiera turca sigillata, in accampamenti posticci sotto la neve, la pioggia il vento, in condizioni igieniche inumane che li espongono a ogni epidemia possibile, nella totale indifferenza del mondo, compresi coloro che erano scesi in piazza contro la cacciata …
Dopo 8 anni di insurrezione, guerra civile e imperialista in Siria, con più di mezzo milione di morti e 6 milioni di rifugiati all’estero in gran parte ammassati negli stati limitrofi e altri milioni di sfollati, gran parte del paese ridotta in macerie, mancava l’invasione dell’esercito turco dell’unica isola di relativo autogoverno democratico multietnico (anche se a predominanza curda) e di dignità della condizione femminile, il Rojava.
L’obiettivo di questa terza campagna di Siria da parte di Erdogan (dopo lo Scudo dell’Eufrate nel 2016 e il Ramo d’ulivo nel 2018, la Sorgente di pace (naturalmente la guerra si fa sempre per …
Pubblichiamo la traduzione dell’appello per il ritorno in Germania di Alassa Mfouapon, profugo camerunense ingiustamente espulso dalla Germania.
Chi vuole firmare l’appello può farlo all’indirizzo https://chn.ge/2Pm2HuM.
APPELLO DI ELLWANGEN
Dopo il respingimento brutale, politicamente motivato:
Alassa Mfouapon deve essere immediatamente riammesso e ottenere asilo politico in Germania!
Alassa Mfouapon è stato perseguitato per motivi religiosi in Camerun, paese devastato dalla guerra civile, è fuggito nel 2014 con la moglie e il figlio. In Libia è stato separato da loro, e lui stesso ha subito maltrattamenti in un famigerato carcere libico. Dopo un tentativo di fuga assieme ad altri è stato di nuovo catturato. E gli …
L’accordo stretto giovedì 2 febbraio 2017 dal governo italiano di Gentiloni con lo zoppo governo libico di “dis-unità” nazionale di Al Serraj[1] è stato accolto dalla UE nella “Dichiarazione di Malta sull’immigrazione” emessa venerdì al vertice informale di La Valletta. Obiettivo centrale di questo accordo, con validità di tre anni, la chiusura della cosiddetta rotta del Mediterraneo centrale, quella che profughi e emigranti usano prevalentemente dopo la chiusura della rotta orientale. Vengono dal Medio Oriente, principalmente dalla guerra in Siria, e da paesi africani – Cameroon, Eritrea, Gambia, Guinea, Costa d’Avorio, Nigeria, Senegal, e Sudan, passando per il Niger …
Per alleggerire la presenza migratoria bisogna “stabilizzare la Libia” e “creare campi profughi direttamente in Africa”, parole del ministro Alfano, 10.03.2015
Riprendiamo la denuncia comparsa su un articolo della rivista tedesca German Foreign Policy, del 31.01.2017: “Rückschub in die Hölle”, completandola con nostre annotazioni
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Il respingimento dei rifugiati è usato come motivo centrale dall’Unione Europea, e dai vari paesi Italia compresa, non solo per cercare la collaborazione con la guardia costiera libica, ma anche per installare un “governo di unità” a Tripoli. Questo governo, non riconosciuto da importanti fazioni libiche e anzi combattuto, è però necessario per poter stringere accordi, che …
L’Italia riapre l’ambasciata di Tripoli, vi insedia l’ambasciatore Giuseppe Perrone, riconferma l’appoggio al governo Sarraj, invia il Ministro degli interni Minniti a trattare una stretta sull’immigrazione dalle coste libiche che costituisce il 90% di quei 180 mila richiedenti asilo arrivati sui barconi nel corso del 2016. Il tutto a pochi giorni dall’insediamento di Trump e da un possibile nuovo corso della politica estera Usa, che ha nella Libia uno dei suoi nodi. Nel frattempo la repressione dei migranti comincia a casa nostra.
In Libia aumentano le tensioni fra le frazioni in lotta
Come ritorsione alle mosse italiane, in questi giorni a Tripoli …