Nella ripresa sonnacchiosa del dopo vacanze, gli italiani hanno prestato un orecchio distratto agli entusiasmi post olimpici, all’emergenza immigrati, diventata normalità, e al pericolo terrorismo. Poi la doccia fredda del terremoto. Come al solito molti morti, non solo per “fatalità” ma anche per le “solite” speculazioni edilizie, una delle tante che hanno lasciato una scia di sangue per tutto il dopoguerra.
Morti per “cause capitalistiche” qui; morti per le guerre capitalistiche in altri paesi.
Un’estate di sangue.
La guerra guerreggiata infuria in Libia e Iraq con la partecipazione più o meno ufficiale del governo italiano e in Siria. Sul fronte interno italiano l’opposizione …
L’Italia entra in guerra. Mentre gli imperialismi francese e britannico già hanno messo gli scarponi sul territorio libico, l’Italia ha concesso la base di Sigonella ai droni americani per intervenire in Libia e si prepara a partecipare a un intervento diretto con forze speciali.
Dopo mesi di false trattative di pace per la formazione di un governo unitario, dalle cancellerie europee esce la proposta di dividere la Libia in tre: Tripolitania all’Italia, Cirenaica alla Gran Bretagna, Fezzan alla Francia!
Questo progetto di spartizione imperialista e neocoloniale, di dubbia fattibilità perché deve fare i conti con Stati Uniti, Russia, Cina e con le …
Alcuni giorni fa, dopo lo scoop del Corriere su un eventuale intervento diretto italiano in Iraq, funzionari Nato hanno fatto intendere, poi confermati da Renzi in diretta, che l’Italia confermerà la missione Isaf in Afghanistan. Come è noto oggi in Afghanistan operano 9.800 soldati Usa, che resteranno anche nel 2016, 850 tedeschi, 760 italiani e 500 turchi.
Isaf, iniziata nel 2003, è costata fino al 2013 quasi 5 miliardi di € la Germania nello stesso periodo ne ha spesi 11 di miliardi), cui vanno aggiunti i del 2014. Dal 2015 l’operazione si chiama Resolute Support, perché avrebbe dovuto limitarsi all’addestramento e …
Sul terreno di Siria ed Iraq sono mandati al macello decine di migliaia di proletari spinti dalle appartenenze etniche e religiose, assoldati dai petrodollari del Golfo e dai dollari ed euro delle potenze occidentali. Quando un fronte rischia di cedere ecco le potenze imperialiste bombardare dal cielo i nemici dei propri amici: prima americani, inglesi, francesi, canadesi, australiani, i paesi del Golfo, i turchi (che tendono a confondere i kurdi con l’ISIS), poi di nuovo Hollande con l’intento di essere tenuto in maggior conto dai soci-predoni nel Consiglio di Sicurezza, ora i russi nello sforzo di spianare la strada alla …
La distruzione dell’ospedale di Medici Senza Frontiere a Kunduz ad opera di un bombardamento è l’ultimo esempio di “danni collaterali” che la missione NATO in Afghanistan continua a causare. La missione che secondo la retorica bellicista avrebbe dovuto liberare il paese da un governo oscurantista ed oppressivo ha aggiunto morte e distruzione senza sconfiggere completamente quelle forze reazionarie che anzi ora stanno vincendo.
Al momento, sono stati accertati 22 morti fra malati e personale medico e non. Mentre l’esercito regolare afghano accusa MSF di aver dato ospitalità ai talebani, l’Alleanza Atlantica si limita a parlare di “possibili danni collaterali”. Ma come …
La Turchia ha bombardato il 23 luglio, postazioni dell’Isis in Siria e campi curdi in Iraq; il ministro degli esteri Davutoglu ha dichiarato che le zone tolte all’Isis in Siria potrebbero diventare campi di raccolta per i profughi siriani. In quest’area, analoga a quella che il 1 luglio hanno creato le truppe giordane a sud della Siria, Erdogan sta inviando preventivamente 18 mila soldati.
Con queste azioni il governo turco rompe apertamente con la politica di coperta complicità con l’Isis, dopo un accordo esplicito con gli Usa. La mutata posizione turca dipende ufficialmente dall’attentato a Suruc, rivendicato dall’Isis (32 morti, 100 …
L’accordo sul nucleare iraniano firmato a Vienna, dopo mesi di trattative, prima segrete e poi dal febbraio 2013 pubbliche, viene da lontano. Sembra modificare radicalmente la politica estera Usa, quasi quanto la strategia del ping pong nei confronti della Cina all’epoca di Nixon.
Da subito si è aperta la partita delle valutazioni
Scontata la diretta condanna di Israele, la velata ostilità saudita, la soddisfazione europea.
Non manca chi considera l’accordo niente più che una montatura pubblicitaria inventata a sostegno delle fortune politiche dei firmatari: il bisogno di lasciare una traccia “storica” del proprio passaggio per Obama, il bisogno di incassare qualche successo per …
Migliaia di lavoratori e studenti hanno manifestato mercoledì 28 aprile a Baltimora, Maryland, sfidando il potente apparato di repressione statale messo in campo.
La protesta si è subito diffusa per solidarietà ad altri centri, tra cui New York, Boston, Denver, Houston, Milwaukee, Minneapolis e Washington DC.
La rabbia della popolazione è stata scatenata dall’assassinio del giovane 25enne nero Freddie Gray per opera della polizia, ma le sue cause profonde sono il peggioramento delle condizioni di vita, dalla povertà alla disoccupazione al degrado sociale. Per questo, di fronte all’emergere delle forti tensioni sociali, la classe dominante risponde con la violenza organizzata del suo …
Il 21 aprile l’Arabia saudita ha annunciato la fine dell’operazione militare in Yemen; il giorno dopo ha bombardato la seconda città industriale del paese Ta’ziz. In realtà sotto un nuovo titolo (operazioni antiterrorismo) la guerra continua con gli attacchi esterni e la guerra interna di tutti contro tutti. Non è escluso che i Sauditi deleghino le operazioni “sporche” sul terreno a soldati egiziani o pachistani. Lo Yemen potrebbe aggiungersi ad altri stati arabi in disfacimento; il conflitto non finirà tanto presto e ha già prodotto 944 morti, 3500 feriti; il paese ospitava a fine 2014 250 mila rifugiati da Siria …
Da circa quattro anni le fazioni armate della Libia si scontrano. I servizi segreti italiani ne hanno censiti 200; al di là della connotazione tribale, ideologica o religiosa cuore del conflitto tra tribù e brigate è nell’accaparrarsi il patrimonio miliardario di Gheddafi e il business di petrolio e gas; per finanziarsi cercano di prendere il controllo di un pozzo petrolifero e di vendere più o meno legalmente il petrolio, oppure hanno coltivato come attività economica lo sfruttamento dei profughi, sottoposti ad estorsioni e arresti arbitrari.
In questo contesto l’imperialismo italiano ha espresso un’ambizione, parzialmente rientrata, di intervenire. Rispetto al 2011, …