Centinaia di milioni di persone in USA e nel mondo non vedranno più ogni giorno in TV quella chioma rossa costata 800 mila dollari sopra quel volto da mastino sparare veleni contro gli immigrati, contro le donne, contro la natura, contro tutto ciò che non è American. Questo populismo rozzo e becero di un pescecane cresciuto con le speculazioni immobiliari che si atteggia a patrono della working class, alimentandone nazionalismo e corporativismo, perde il suo più potente megafono su scala mondiale, con cui entravano in risonanza i populismi d’Europa e del mondo. Ciò non può non darci senso di sollievo.
Ma …
Dopo 8 anni di insurrezione, guerra civile e imperialista in Siria, con più di mezzo milione di morti e 6 milioni di rifugiati all’estero in gran parte ammassati negli stati limitrofi e altri milioni di sfollati, gran parte del paese ridotta in macerie, mancava l’invasione dell’esercito turco dell’unica isola di relativo autogoverno democratico multietnico (anche se a predominanza curda) e di dignità della condizione femminile, il Rojava.
L’obiettivo di questa terza campagna di Siria da parte di Erdogan (dopo lo Scudo dell’Eufrate nel 2016 e il Ramo d’ulivo nel 2018, la Sorgente di pace (naturalmente la guerra si fa sempre per …
E’ alla fine iniziata la consegna alla Turchia dei missili russi S-400, come previsto dall’accordo siglato fra Russia e Turchia a dicembre 2017 (costo 2,5 miliardi di dollari); questo accordo da mesi tiene impegnate triangolarmente le cancellerie di Usa, Turchia, Russia.
In ballo c’è qualcosa di molto più ampio di una controversia su forniture militari.
La strategia di Trump in Medio Oriente fin dall’inizio ha previsto come alleato un fronte sunnita da contrapporre al fronte sciita guidato dall’Iran. Particolare non secondario il fronte sunnita doveva essere a leadership saudita, relegando quindi in posizione subordinata gli altri due grandi paesi sunniti in Medio …
La manchette on line della rivista messicana «Proceso» spiega meglio di un trattato la situazione e l’aria che tira in Messico dopo l’umiliante accordo imposto da Trump al proprio patio trasero, che si potrebbe tradurre in “cortile” o “giardino dietro casa”: “Ora sì, come molti temevano e alcuni presagivano, il Messico diventa il cortile degli Stati Uniti. Il luogo in cui lavare gli abiti sporchi, gettare gli stracci, buttare la spazzatura, costruire un filo spinato per difendere il quartiere nordamericano dalla minaccia centroamericana. Donald Trump non dovrà più preoccuparsi di costruire e finanziare il suo muro; Il Messico si è …
La frontiera tra USA e Messico è sempre più terreno di scontro tra i due paesi. I numeri altissimi e inediti di migranti che cercano di passare il confine, hanno portato nel 2018 alla formazione di numerose carovane composte da centroamericani (in particolare dal cosiddetto Triángulo Norte Honduras – Guatemala – El Salvador), cubani e africani che attraversano il Messico per raggiungere il Nord America.
Al presidente messicano Andrés Manuel López Obrador (AMLO) che ha parlato di “amicizia” tra i popoli messicano e statunitense in vista di un incontro ufficiale tra delegazioni governative, Donald Trump ha seccamente replicato che “dopo 25 …
L’inasprimento della polemica italo-francese in corso da tempo, stavolta cavalcata da Di Maio, utilizzata da Salvini in precedenza, caricata da Conte di una polemica contro l’asse franco-tedesco, ha alla sua base una storica rivalità tra l’imperialismo italiano e quello francese, i contrasti di interessi tra gruppi capitalistici dei due paesi nel petrolio, nella cantieristica e in altri settori, e anche il riavvicinamento del governo gialloverde agli USA di Trump mentre Francia e Germania ne stanno prendendo le distanze. Il momento delle bordate dei ministri italiani può può essere letto in chiave biecamente elettorale (Macron come oggetto polemico per …
Trumps Zerstörungswerk, l’opera distruttiva di Trump, titola la blasonata testata tedesca Frankfurter Allgemeine. Il disfacimento dell’accordo di liberoscambio Transpacifico, l’infanticidio di quello Transatlantico e la ricontrattazione del NAFTA, le tariffe protezionistiche su acciaio e alluminio, la richiesta di riduzione dell’attivo commerciale Cina-USA per 200 miliardi di dollari (sic!), pena 60 miliardi di tariffe doganali, e ora il ritiro dall’accordo sul nucleare iraniano e l’annuncio del ripristino di sanzioni inasprite contro l’Iran e contro chi commercia, finanzia o investe in Iran: Trump spaccatutto…
Nello stesso momento in cui denunciamo questa offensiva bellica sul terreno economico e diplomatico, che non mancherà …
In Iran le manifestazioni di protesta, iniziate giovedì 28 dicembre a Mashad, la seconda città del paese, si sono rapidamente estese a una sessantina di città, dando sfogo a una rabbia compressa da decenni e a un odio nei confronti del regime islamico finora tenuto nascosto da un sistema capillare di controllo e repressione. La scintilla che ha provocato l’esplosione è stato l’aumento dei prezzi di generi alimentari come le uova e la carne di pollo, ma il malcontento covava da tempo sotto le ceneri, ed era esploso in occasione del disastro minerario nel Golestan nel maggio scorso (33 minatori …
Tempi duri per i palestinesi, a Gerusalemme Est come a Gaza o in Cisgiordania.
A Gerusalemme Est 420 mila palestinesi “residenti permanenti” vivono dal 1967 in una sorta di limbo legale, non sono né cittadini israeliani né cittadini giordani, non godono dei servizi, scolastici o sanitari, devono chiedere il permesso di lavoro come un immigrato anche se sono nati lì da famiglie che risiedono lì da generazioni; se vanno all’estero per un periodo superiore a tre mesi perdono il diritto di tornare. Dal 1967 ne sono stati espulsi quasi 15 mila, a molti è stata distrutta la casa con futili pretesti. …
Questo Primo Maggio cade in un momento di forti tensioni internazionali.
Il massacro di centinaia di migliaia di persone, e la cacciata di milioni dalle loro case in Siria è solo il più terribile esempio della lotta delle borghesie imperialiste per una nuova spartizione del mondo sulla pelle dei proletari. Iraq, Afghanistan, Libia, Yemen, Sud Sudan, Ucraina sono altri focolai sempre aperti.
– Per mantenere il predominio di fronte al rafforzamento economico e militare dell’Asia, e in particolare della Cina (che vara in questi giorni la sua prima portaerei), gli USA di Trump avviano un grande riarmo, seguiti dagli europei, Italia inclusa, …